23.12.2004 Corriere dell'Alto Adige

Turchia, la buona notizia dei negoziati con la Ue



Sì all'avvio dei negoziati di adesione della Turchia all'Ue il 3 ottobre 2005. Co­sì ha deciso il Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo dei 25 Paesi a Bruxel­les. Ostili: Danimarca, Austria, Slovacchia e oltre la metà della popolazione francese e tedesca (Cdu/Csu). Favorevo­li, invece: il presidente francese e il cancelliere tedesco. Gran Bretagna, Spagna. Italia (Lega esclusa) e altri; su posizione di cautela: Polonia e Grecia. Alla fine 0 compromesso. Ma il processo sarà com­plesso e lungo di almeno dieci anni: la po­polazione dagli attuali 70 milioni di abi­tanti salirà allora intorno a 80 milioni, co­me quella della Germania.

La Turchia occupa l'Asia minore e la parte sud-orientale dell'Europa, ove si trova la metropoli Istanbul, che fino al 1929 si chiamava Costantinopoli e prima del 330 Bysantium. Ivi ebbero luogo quat­tro concili ecumenici, altri quattro pure in Turchia. Qui si possono, perciò, trovare le eredità storiche, culturali, spirituali, ri­chiamate nel Trattato costituzionale, ma anche quelle religiose. La lingua parlata , dalla maggioranza della popolazione è il turco, il curdo per sei milioni.

È significativo che nel 1887 un ebreo polacco, Ludovico Lazzaro Zamenhof abbia prodotto, ai fini di una miglior com­prensione fra gli uomini, un idioma piani­ficato ausiliare, ponte, l'esperanto, che, fra l'altro, ha la caratteristica di essere af­fine alle lingue agglutinanti, come l'un­gherese e il turco appunto. Sul Bosforo vi è un ponte sospeso che collega il conti­nente europeo con l'Asia. L'opinione pub­blica turca (oltre il 90%) si è pronunciata favorevolmente per l'adesione all'Ue: i turchi aspirano a diventare «cittadini mo­derni e buoni musulmani». Il significato politico di tale evento storico è che cri­stiani e musulmani possono convivere sot­to la medesima bandiera, nel rispetto di comuni diritti di democrazia e di libertà: è un messaggio di speranza e di pace.

Renzo Segalla, Bolzano