Turchia, la buona notizia dei negoziati con la Ue
Sì all'avvio dei negoziati di adesione della Turchia all'Ue il 3 ottobre 2005. Così ha deciso il Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo dei 25 Paesi a Bruxelles. Ostili: Danimarca, Austria, Slovacchia e oltre la metà della popolazione francese e tedesca (Cdu/Csu). Favorevoli, invece: il presidente francese e il cancelliere tedesco. Gran Bretagna, Spagna. Italia (Lega esclusa) e altri; su posizione di cautela: Polonia e Grecia. Alla fine 0 compromesso. Ma il processo sarà complesso e lungo di almeno dieci anni: la popolazione dagli attuali 70 milioni di abitanti salirà allora intorno a 80 milioni, come quella della Germania.
La Turchia occupa l'Asia minore e la parte sud-orientale dell'Europa, ove si trova la metropoli Istanbul, che fino al 1929 si chiamava Costantinopoli e prima del 330 Bysantium. Ivi ebbero luogo quattro concili ecumenici, altri quattro pure in Turchia. Qui si possono, perciò, trovare le eredità storiche, culturali, spirituali, richiamate nel Trattato costituzionale, ma anche quelle religiose. La lingua parlata , dalla maggioranza della popolazione è il turco, il curdo per sei milioni.
È significativo che nel 1887 un ebreo polacco, Ludovico Lazzaro Zamenhof abbia prodotto, ai fini di una miglior comprensione fra gli uomini, un idioma pianificato ausiliare, ponte, l'esperanto, che, fra l'altro, ha la caratteristica di essere affine alle lingue agglutinanti, come l'ungherese e il turco appunto. Sul Bosforo vi è un ponte sospeso che collega il continente europeo con l'Asia. L'opinione pubblica turca (oltre il 90%) si è pronunciata favorevolmente per l'adesione all'Ue: i turchi aspirano a diventare «cittadini moderni e buoni musulmani». Il significato politico di tale evento storico è che cristiani e musulmani possono convivere sotto la medesima bandiera, nel rispetto di comuni diritti di democrazia e di libertà: è un messaggio di speranza e di pace.
Renzo Segalla, Bolzano