Gli emigranti salvano i dialetti

 

Sulla Rete il boom di voci scritte nei vecchi idiomi

FLAVIA AMABILE

 ROMA
Che gli emigranti fossero gli ultimi a parlare i nostri dialetti un po’ lo si sapeva, soprattutto grazie agli esempi dei tanti italo-americani. Un esempio: la mamma di Mario Cuomo, ex-governatore di New York, capiva alla perfezione l’italiano e rispondeva in uno strettissimo nocerese (la parlata di Nocera Inferiore, il paese in provincia di Salerno da cui proveniva, incomprensibile al di fuori dell’agro nocerino-sarnese). Nessuno però immaginava che proprio loro, gli emigranti, potessero dare vita a un’opera incredibile solo qualche anno fa: salvare i dialetti da una morte ormai data per certa.

Lavorare (gratis) per le radici
E’ la generazione W ad essersi imbarcata in questa sfida colossale, i Wiki-boys, una strana razza di giovani e meno giovani molto «glocal», molto no-profit, dotati di quel tanto di follia necessaria per decidere di trascorrere il tempo libero davanti a un computer a litigare, discutere, sbuffare (e senza guadagnarci un centesimo) pur di dar vita a un vocabolario-enciclopedia in dialetto. Vivono ovunque, dalla lontana Australia alla Svizzera, dall’Ucraina alle Filippine. Dell’Italia un po’ se ne fregano, il loro legame è con il paese o il villaggio delle origini è una lingua che con quella di Dante non ha nulla a che vedere.

Garibaldi e Cavour si rivolteranno nella tomba quando lo sapranno, ma le cifre danno ragione ai Wiki-boys. Di Wikipedia ne esistono oltre 250, una per ogni lingua in cui qualcuno si sia preso la briga di creare un’enciclopedia a disposizione del mondo intero. Ai primi 25 posti troviamo lingue ufficiali, con l’unica eccezione dell’esperanto e del catalano. La prima grande sorpresa la si incontra al ventiseiesimo posto, dove spicca il lombardo, una delle dieci migliori performance della classifica. Si trova appena sotto l’ebraico e sopra lo sloveno. In un anno ha guadagnato 93 posti e raggiunto le 51.285 voci. Al 56mo posto, un nuovo dialetto, anzi una delle «lingue italiane» come le chiamano i Wiki-boys: il napoletano con 12.467 voci e una crescita del 168% l’anno. Tanto per avere un’idea del risultato raggiunto, subito dopo, al 57mo posto, c’è l’hindi, lingua parlata dagli indiani che sono oltre un miliardo di persone.

Al 64mo posto il siciliano con 9.810 voci. E’ in lieve calo: ha perso dieci posti nell’ultimo anno e ha fatto registrare «solo» una crescita del 98%. Al 72mo posto il piemontese con 8.188 articoli e un ottimo risultato: 34 posti in classifica guadagnati in un anno per una crescita del 1.129 per cento superando anche la lingua cugina, l’occitano.

Chi c’è dietro questo lavoro? Le statistiche ufficiali assegnano centinaia di iscritti a ogni wikipedia, la realtà è più limitata. A lavorarci sul serio, inserendo le voci, correggendo quelle sbagliate, mandando via i disturbatori, sono molti di meno.

«Da noi i contribuenti fissi sono 6-8 persone» racconta Berto d’Sèra, biellese d’origine, cresciuto a Torino, ora a Kiev, con la prospettiva neanche troppo nascosta di trasferirsi fra non molto in Olanda. Berto fa il «lavoratore in Rete» per le aziende, ha 47 anni, una compagna ucraina, un figlio in arrivo. I suoi genitori parlavano tra loro in piemontese e con lui in italiano per evitare che imparasse il dialetto. Come è andata a finire lo si vede ogni giorno sul wikipedia piemontèis: la sua firma è fra le più presenti.

Idealismo contagioso
Pippu d’Angelo è uno dei pilastri del wikipedia siciliano. Ha 46 anni, è nato in Australia. «Per mia l’italiano me è sempre sembrato una lingua strana», avverte. «Invece, quando sento e leggo il siciliano lo conosco che era la mia prima lingua e che è la lingua della mia famiglia». Nel 2004 iniziò a scrivere sul sito Lingua Siciliana. Dopo sei mesi era padrone della scrittura e della grammatica. Proprio allora sul sito arrivò un messaggio di un americano alla ricerca di qualcuno che volesse dare il via alla Wikipedia siciliana. Peppe accettò subito. «Il progetto mi piacque molto. Dedicarci a scrivere un’intera enciclopedia in lingua voleva dire andare oltre i suoi attuali confini, mettendola in pratica e eventualmente reintroducendo anche vocaboli che i siciliani avevano perso». Un idealista?



Probabile, ma come lo sono tutti i Wiki-boys. Difatti a lui si unirono presto anche altri: Peppe Melfi, svizzero nato in Sicilia, Turiddu nato in Francia da madre siciliana e molti altri. E così la wikipedia siciliana partì. Dopo arrivarono anche le altre.

In lotta per la purezza
Il problema principale per tutte le wiki delle «lingue italiane» è trovare un dialetto comune. I lombardi l’hanno risolto non risolvendolo. Sul loro sito alcune voci sono in bergamasco, altre in lombardo occidentale. Lo stesso vale per i piemontesi che ospitano voci in monferrino, basta specificarlo all’inizio del testo. Sulle varie versioni dei dialetti le discussioni sono all’ordine del giorno. Ognuno di questi Wiki-boys sparpagliati nei quattro angoli della terra sostiene di parlare il più puro dei dialetti. Si incartano su accenti e su parole spesso dimenticate da secoli, cancellano e ricancellano le voci, finchè trovano un accordo.

Il secondo problema è evitare le interferenze: dai politici ai burloni su un sito aperto a tutti chiunque può decidere di entrare. «Ma la politica non ha niente a che vedere con noi - spiega Berto - Ogni tanto qualcuno ci prova ma il nostro rapporto con loro è questo: quelli dell’opposizione ti amano, il governo ti mazzuola». Sul wiki campano, per avere un’idea, le voci su Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino sono desolatamente vuote. Lontani dai politici, lontani soprattutto dall’Italia (almeno la maggior parte di loro) i Wiki-boys continuano nella loro opera. Perché, come dice Berto, «l’italiano non ha sangue umano: meno male che c’è Benigni, che legge Dante in toscano come si deve».

WIKIPEDIA
Le pagine «all’antica» sul portale del sapere

Nata il 15 gennaio 2001, Wikipedia è l’enciclopedia «libera» di Internet: consente a chiunque di aggiungere voci o correggere quelle già in linea. E’ uno dei dieci siti più popolari del web e riceve circa 60 milioni di accessi al giorno. Domina l’inglese, ma non mancano le voci scritte in dialetto. Gli articoli scritti in lombardo sono 51.285, quelli in napoletano 12.467, 9.810 in siciliano, 8.188 in piemontese.

La Stampa 28/6/07

 

Sulla Rete il boom di voci scritte nei vecchi idiomi

FLAVIA AMABILE

 ROMA
Che gli emigranti fossero gli ultimi a parlare i nostri dialetti un po’ lo si sapeva, soprattutto grazie agli esempi dei tanti italo-americani. Un esempio: la mamma di Mario Cuomo, ex-governatore di New York, capiva alla perfezione l’italiano e rispondeva in uno strettissimo nocerese (la parlata di Nocera Inferiore, il paese in provincia di Salerno da cui proveniva, incomprensibile al di fuori dell’agro nocerino-sarnese). Nessuno però immaginava che proprio loro, gli emigranti, potessero dare vita a un’opera incredibile solo qualche anno fa: salvare i dialetti da una morte ormai data per certa.

Lavorare (gratis) per le radici
E’ la generazione W ad essersi imbarcata in questa sfida colossale, i Wiki-boys, una strana razza di giovani e meno giovani molto «glocal», molto no-profit, dotati di quel tanto di follia necessaria per decidere di trascorrere il tempo libero davanti a un computer a litigare, discutere, sbuffare (e senza guadagnarci un centesimo) pur di dar vita a un vocabolario-enciclopedia in dialetto. Vivono ovunque, dalla lontana Australia alla Svizzera, dall’Ucraina alle Filippine. Dell’Italia un po’ se ne fregano, il loro legame è con il paese o il villaggio delle origini è una lingua che con quella di Dante non ha nulla a che vedere.

Garibaldi e Cavour si rivolteranno nella tomba quando lo sapranno, ma le cifre danno ragione ai Wiki-boys. Di Wikipedia ne esistono oltre 250, una per ogni lingua in cui qualcuno si sia preso la briga di creare un’enciclopedia a disposizione del mondo intero. Ai primi 25 posti troviamo lingue ufficiali, con l’unica eccezione dell’esperanto e del catalano. La prima grande sorpresa la si incontra al ventiseiesimo posto, dove spicca il lombardo, una delle dieci migliori performance della classifica. Si trova appena sotto l’ebraico e sopra lo sloveno. In un anno ha guadagnato 93 posti e raggiunto le 51.285 voci. Al 56mo posto, un nuovo dialetto, anzi una delle «lingue italiane» come le chiamano i Wiki-boys: il napoletano con 12.467 voci e una crescita del 168% l’anno. Tanto per avere un’idea del risultato raggiunto, subito dopo, al 57mo posto, c’è l’hindi, lingua parlata dagli indiani che sono oltre un miliardo di persone.

Al 64mo posto il siciliano con 9.810 voci. E’ in lieve calo: ha perso dieci posti nell’ultimo anno e ha fatto registrare «solo» una crescita del 98%. Al 72mo posto il piemontese con 8.188 articoli e un ottimo risultato: 34 posti in classifica guadagnati in un anno per una crescita del 1.129 per cento superando anche la lingua cugina, l’occitano.

Chi c’è dietro questo lavoro? Le statistiche ufficiali assegnano centinaia di iscritti a ogni wikipedia, la realtà è più limitata. A lavorarci sul serio, inserendo le voci, correggendo quelle sbagliate, mandando via i disturbatori, sono molti di meno.

«Da noi i contribuenti fissi sono 6-8 persone» racconta Berto d’Sèra, biellese d’origine, cresciuto a Torino, ora a Kiev, con la prospettiva neanche troppo nascosta di trasferirsi fra non molto in Olanda. Berto fa il «lavoratore in Rete» per le aziende, ha 47 anni, una compagna ucraina, un figlio in arrivo. I suoi genitori parlavano tra loro in piemontese e con lui in italiano per evitare che imparasse il dialetto. Come è andata a finire lo si vede ogni giorno sul wikipedia piemontèis: la sua firma è fra le più presenti.

Idealismo contagioso
Pippu d’Angelo è uno dei pilastri del wikipedia siciliano. Ha 46 anni, è nato in Australia. «Per mia l’italiano me è sempre sembrato una lingua strana», avverte. «Invece, quando sento e leggo il siciliano lo conosco che era la mia prima lingua e che è la lingua della mia famiglia». Nel 2004 iniziò a scrivere sul sito Lingua Siciliana. Dopo sei mesi era padrone della scrittura e della grammatica. Proprio allora sul sito arrivò un messaggio di un americano alla ricerca di qualcuno che volesse dare il via alla Wikipedia siciliana. Peppe accettò subito. «Il progetto mi piacque molto. Dedicarci a scrivere un’intera enciclopedia in lingua voleva dire andare oltre i suoi attuali confini, mettendola in pratica e eventualmente reintroducendo anche vocaboli che i siciliani avevano perso». Un idealista?



Probabile, ma come lo sono tutti i Wiki-boys. Difatti a lui si unirono presto anche altri: Peppe Melfi, svizzero nato in Sicilia, Turiddu nato in Francia da madre siciliana e molti altri. E così la wikipedia siciliana partì. Dopo arrivarono anche le altre.

In lotta per la purezza
Il problema principale per tutte le wiki delle «lingue italiane» è trovare un dialetto comune. I lombardi l’hanno risolto non risolvendolo. Sul loro sito alcune voci sono in bergamasco, altre in lombardo occidentale. Lo stesso vale per i piemontesi che ospitano voci in monferrino, basta specificarlo all’inizio del testo. Sulle varie versioni dei dialetti le discussioni sono all’ordine del giorno. Ognuno di questi Wiki-boys sparpagliati nei quattro angoli della terra sostiene di parlare il più puro dei dialetti. Si incartano su accenti e su parole spesso dimenticate da secoli, cancellano e ricancellano le voci, finchè trovano un accordo.

Il secondo problema è evitare le interferenze: dai politici ai burloni su un sito aperto a tutti chiunque può decidere di entrare. «Ma la politica non ha niente a che vedere con noi - spiega Berto - Ogni tanto qualcuno ci prova ma il nostro rapporto con loro è questo: quelli dell’opposizione ti amano, il governo ti mazzuola». Sul wiki campano, per avere un’idea, le voci su Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino sono desolatamente vuote. Lontani dai politici, lontani soprattutto dall’Italia (almeno la maggior parte di loro) i Wiki-boys continuano nella loro opera. Perché, come dice Berto, «l’italiano non ha sangue umano: meno male che c’è Benigni, che legge Dante in toscano come si deve».

WIKIPEDIA
Le pagine «all’antica» sul portale del sapere

Nata il 15 gennaio 2001, Wikipedia è l’enciclopedia «libera» di Internet: consente a chiunque di aggiungere voci o correggere quelle già in linea. E’ uno dei dieci siti più popolari del web e riceve circa 60 milioni di accessi al giorno. Domina l’inglese, ma non mancano le voci scritte in dialetto. Gli articoli scritti in lombardo sono 51.285, quelli in napoletano 12.467, 9.810 in siciliano, 8.188 in piemontese.

La Stampa 28/6/07