Un mondo di diritti umani è un mondo in cui tutti possono comprendere e essere compresi.
L'Associazione Esperantista Mondiale e la Federazione Esperantista Italiana (FEI, www.esperanto.it), in occasione del 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, richiamano a un'attenzione particolare sui rapporti tra lingue e diritti umani. Malgrado la discriminazione basata sulla lingua sia espressamente vietata nel secondo articolo della Dichiarazione, questo aspetto fondamentale della vita umana viene troppo spesso trascurato.
Quando scompare una lingua, con essa vengono persi tradizioni, memoria, immaginario e folklore. Studiare, crescere, lavorare in un ambiente linguisticamente ostile diventa una corsa a ostacoli.
È il caso – fra molti – dell'Iran, dove l'uso di lingue come curdo, arabo, azero fino a idiomi locali come balochi, luri e mazanderani viene represso in ogni aspetto della vita pubblica, dai media al mondo dell'educazione: dall'obbligo per i genitori di poter scegliere il nome dei propri figli soltanto da una lista compilata dal governo nell'unica lingua ufficiale riconosciuta, ossia il persiano, al settore scolastico, dove gli studenti sono limitati ad un'educazione esclusivamente in persiano. Questo è soltanto uno dei possibili esempi, un altro - forse meno eclatante ma comunque evidente - è l’Unione Europea, dove le aziende e i cittadini italiani sono penalizzati dalle politiche europee che promuovono l’inglese, il francese e il tedesco.
La lingua è un elemento fondamentale per l'esercizio dei propri diritti e la realizzazione di ogni individuo. Politiche linguistiche equilibrate, rispettose delle diversità e sostenibili sono parte essenziale di una visione il cui scopo sia costruire strategie comuni – quello che le Nazioni Unite si propongono di fare –- per fronteggiare le grandi sfide che l'umanità è chiamata ad affrontare.
I diritti umani sono il fondamento dello Statuto dell'Associazione Esperantista Mondiale sin da prima dell'approvazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948). L'associazione, attraverso le relative sezioni nazionali (tra le quali la Federazione Esperantista Italiana con tutti i suoi delegati e volontari), continua a prodigarsi verso questo orizzonte, anche in collaborazione con Nazioni Unite e UNESCO, di cui l'Associazione Esperantista Mondiale è membro consultivo.
La Giornata internazionale dei diritti umani viene celebrata cinque giorni prima del cosiddetto Zamenhofa Tago, il 15 dicembre, quando gli esperantisti ricordano la nascita del fondatore dell'esperanto, L.L. Zamenhof, che attraverso la sua lingua internazionale si prodigò per promuovere pace e uguaglianza tra tutti i popoli del mondo.
L'esperanto – senza venir meno alle motivazioni idealistiche del suo creatore – si erge tutt'oggi come una lingua viva perfettamente in grado di descrivere il mondo attuale nella sua complessità, offrendo allo stesso tempo un accesso più rapido e immediato al mondo della comunicazione globale. La sua struttura estremamente regolare, logica e intuitiva consente un apprendimento radicalmente più veloce rispetto alle altre lingue etniche, permettendo a chiunque di immergersi in tempi brevi in un prezioso universo di opportunità. Oltre a facilitare la comunicazione fra uomini e donne appartenenti a culture differenti, l'esperanto è un potente alleato di ciascun individuo e comunità nella realizzazione di progetti, ambizioni, importanti prospettive professionali e di vita.
Dedicarsi allo studio di questa lingua non è solo un investimento nella propria crescita linguistica, ma un passo concreto verso un domani in cui sia possibile vivere, lavorare e godere di pieni diritti in maniera più autentica.
Dal 1 al 5 novembre 2023 anche l'esperanto sarà protagonista al Lucca Comics & Games, il principale festival europeo dedicato al fumetto, ai giochi, al cinema e videogiochi. Tra gli oltre 40.000 mq di spazio espositivo, la Federazione Esperantista Italiana avrà il suo stand nel parco della storica Villa Bottini in via Elisa, dove il pubblico potrà avvicinarsi alla lingua internazionale esperanto anche attraverso le pubblicazioni - anche di fumettistica - della FEI.
La Federazione Esperantista Italiana (FEI, www.esperanto.it, Tiu ĉi retpoŝtadreso estas protektata kontraŭ spamrobotoj. Vi devas ebligi Ĝavaskripton por vidi ĝin.), sezione italiana della Associazione Esperantista Mondiale, promuove e diffonde la lingua esperanto in Italia. L'Esperanto è una lingua diffusa in tutto il mondo, tramite la quale gli uomini possono mettersi in comunicazione egualitariamente e fraternamente, abbattendo le barriere dell’incomunicabilità tra persone di diversa cultura. La FEI organizza eventi, conferenze, corsi in tutta Italia e è presente sul territorio attraverso i gruppi esperantisti locali.
Quest'anno al Comics è atteso un pubblico pagante di almeno 400mila persone e in totale ci saranno oltre 600mila persone nei cinque giorni di apertura. Al Comics la FEI è già stata presente per alcuni anni tra il 2008 e il 2013, con uno stand nella sezione dedicata alle associazioni culturali, che sarà visitato da un pubblico ancor più vasto e numeroso, in quanto lo stand sarà posizionato all'esterno della zona riservata ai possessori di biglietto.
Nella Giornata della Lingua Madre, l'Associazione Esperantista Mondiale e la sua sezione italiana, la Federazione Esperantista Italiana, celebrano la diversità culturale e linguistica nel mondo, una ricchezza che dobbiamo proteggere e promuovere. Il rispetto della diversità linguistica è uno dei passi verso la piena osservanza dei diritti umani.
Con l'occasione l'Associazione Esperantista Universale e la Federazione Esperantista italiana elogiano e sostengono l'operato di “Activismo Lenguas” (attivismo linguistico digitale) di Rising Voices, premiato dall'Istituto internazionale della lingua madre del Bangladesh per l'"eccezionale contributo del progetto alla protezione, promozione e rivitalizzazione delle lingue indigene".
L'anno 2022 segna l'inizio del Decennio Internazionale delle Lingue Indigene 2022-2032, argomento che sarà dibattuto anche durante il 107° Congresso Mondiale di Esperanto a Montreal, Canada, nell'agosto 2022. Sotto il tema "Lingua, vita, terra: il Decennio delle Lingue indigene", persone provenienti da tutto il mondo discuteranno sulla situazione delle comunità indigene e delle loro lingue. Attraverso la lingua internazionale esperanto, incoraggiamo il dialogo globale e la cooperazione per la conservazione, la rivitalizzazione e la promozione delle lingue indigene.
Ogni anno, il 27 gennaio, le Nazioni Unite celebrano la Giornata della memoria dell'Olocausto. Vengono ricordati i milioni di persone che sono state barbaramente uccise e i coraggiosi che hanno contribuito a salvare la vita di altri che altrimenti sarebbero morti. L'Associazione Esperantista Universale e la Federazione Esperantista Italiana (www.esperanto.it) partecipano alla giornata, ricordando in particolare le migliaia di esperantisti che sono morti, compresi i membri della famiglia di Ludovico Lazzaro Zamenhof, il creatore della lingua internazionale esperanto.
Lidia, la figlia di Zamenhof, fu assassinata nel 1942 nel campo di sterminio di Treblinka. In occasione dell'80° anniversario della sua morte, l'Associazione Esperantista Universale organizzerà nel 2022 diversi eventi in suo onore. Lidia Zamenhof, infatti, è stata attiva a livello internazionale nel diffondere la lingua ma soprattutto le idee di suo padre, in particolare l’umanitarismo, un'idea di universalismo umanista. La Germania nazista perseguitò l'esperanto per diversi motivi. In primo luogo il suo creatore era un ebreo. Il movimento esperantista, inoltre, è legato a ideali solidaristici e pacifisti. Durante un suo soggiorno negli Stati Uniti per diffondere la lingua internazionale e il baha'ismo, Lidia chiese un'estensione del visto, ma l'Agenzia per l'Immigrazione degli Stati Uniti rifiutò. Fu quindi costretta a tornare in Polonia. Poco dopo, in seguito all'invasione della Polonia nel settembre 1939, Lidia fu accusata di aver diffuso propaganda antinazista negli Stati Uniti e arrestata.
Legi pli: Comunicato per la Giornata della memoria dell'Olocausto
"L'istruzione è la via d'uscita dalla povertà e la base per un futuro migliore" questo è lo spirito del 24 gennaio, Giornata internazionale dell'istruzione, celebrata dall'UNESCO e dalle Nazioni Unite per il quarto anno.
Nonostante gli sforzi dell'UNESCO e di altre organizzazioni internazionali, il percorso verso un'educazione avanzata ed equa rimane bloccato per milioni di giovani in tutto il mondo. Nel 2018, circa 260 milioni di bambini non hanno frequentato la scuola e nell'aprile 2020, durante la pandemia, quel numero è balzato temporaneamente a 1,6 miliardi.
Giulio Soravia instruas la arabajn lingvon kaj literaturon ĉe la Universitato de Bolonjo, post diversaj aliaj spertoj en Italujo kaj eksterlande. Lingvisto, li interesiĝis pri Sudorienta Azio (precipe Indonezio, kie li kompletigis multajn esplorojn), pri Orienta Afriko (Somalujo, kie li instruis dum tri sesmonataj studperiodoj) kaj pri la lingvo kaj la kulturo de la ciganoj en Eŭropo. Li publikigis pli ol 200 artikolojn kaj librojn pri diversaj temoj.
Al li ni demandis, ĉu la integriĝo de romaaj grupoj povas ankaŭ starti el agnosko de lingva minoritato kaj, de la lingva vidpunkto, ĉu eblas paroli pri lingvoj aŭ ciganaj dialektoj. Ĉu ni povas paroli pri granda transnacia komunumo?
La plej grava problemo estas akcepti la principon, ke la ciganoj estas minoritato kun sia propra lingvo kaj kulturo. La antaŭjuĝoj, kiuj subpremas tiun popolon ne favoras tian vidpunkton. La agnosko konkretiĝis, sed sen grandaj konsekvencoj. Cetere, kiuj povus esti interesitaj en tiu ĉi lingvo krom la erudiciuloj kaj la laboristoj sociaj kaj interkulturaj?
La lingvo romanes estas lingvo en la senco, ke la fonto estas komuna kaj la strukturo estas evidente la sama, sed kun tre evidentaj dialektaj diferencoj. La diversaj dialektoj formas lingvan kontinuaĵon, kies estremaj flankoj ne estas reciproke interkompreneblaj, ĉar ekzemple abruca cigano* kunhavas bazon kun dekoj aux centoj da komunaj vortoj, parte prononcataj kun grandaj diferencoj, sed ĉefe ĝi uzas centojn de aliaj vortoj prunteprenitaj el aliaj lingvoj, ne nepre la samaj, kaj la gramatiko mem ŝanĝiĝis. Tio, kio laŭ abrucano estas "mi scipovas paroli romanese", li tradukos “šti vakkerave romanése”; cigano el Bosnio diros “sti rakéru po romane”, kaj Havato** "sti rakeru iom roma" kaj Kalderaŝo*** “šaj dav duma romanès”.
La internaci-nivela intelektularo komencis "kreadon" de komuna norma lingvo ekde la unuaj kongresoj (mi ĉeestis la duan en Ĝenevo en la jaroj '70) sed senrezulte.
Tion mi rakontas en la libroj, kiujn mi prizorgis, Zingaro vuol dire Rom (“Cigano signifas Rom“) kaj e Manuale di lingua romani (“Manlibro de cigana lingvo“, ambaŭ eldonitaj de Bonomo kaj la unua havas vastan bibliografion) kaj Dialetti degli zingari italiani (“Dialektoj de la ciganoj italaj“, eldonejo Pacini, Pisa).
* Ciganoj alvenis en Abruco post la batalo de Kosovo (1382), integriĝis kaj nun estas la plej aktiva komunumo, ekonomie.
** Havatoj estas kroat-devenaj romaoj kaj plejparte alvenis en Italujo post la fino de dua mondmilito kaj ricevis italan civitanecon.
*** Kalderaŝoj estas subgrupo ene de la romaa popolo. Ili ĉefe loĝas en Rumanujo.