Almeno una volta abbiamo sentito parlare della lingua chiamata esperanto. Ma cos'è esattamente? Quando è nata? Chi l'ha creata? Dove e da chi è utilizzata? Può essere davvero uno strumento linguistico fruibile?

L'esperanto è una lingua artificiale completamente pianificata, creata nell'800 dal dottorLudwik Lejzer Zamenhof, un oculista ebreo polacco, appassionato e gran conoscitore di lingue che, per tutta la sua esistenza, coltivò il sogno di creare una lingua che, nelle intenzioni iniziali, doveva avere l'obbiettivo di unire linguisticamente gli Ebrei d'Europa. In realtà Zamenhof non si limitò a quest'ambito che gli appariva troppo ristretto: egli infatti considerava le differenza linguistiche una delle cause dell'allontanamento e dei conflitti tra i popoli. Così si dedicò alla pianificazione di una lingua alla portata di tutti; una lingua neutra, concepita per essere completa ma di semplice apprendimento se rapportata alle lingue etniche nazionali. Zamenhof pubblicò la prima grammatica nel 1887, e nei decenni successivi alla sua morte l'Esperanto si arricchì di nuovi elementi che ne completarono la struttura. Il risultato fu una lingua vera e propria, con tutte le caratteristiche di una lingua etnica che, nonostante sia lessicalmente europea, possiede, dal punto di vista morfologico, una struttura che la rende simile anche a lingue che esulano dal gruppo linguistico (indo)europeo e che, in ogni caso, è così malleabile da essere facilmente compresa anche da chi non abbia mai avuto a che fare con una lingua europea.

Leggi l'articolo di Bertrando Goio - 2duerighe.com