CREMONA — C’è anche un cremonese tra i protagonisti del Congresso universale dell’Associazione Esperantista in corso in questi giorni a Copenaghen. Nell’occasione, Dabide Astori, docente presso l’Università di Parma, riceverà fra l’altro un riconoscimento da parte dell’Associazione Esperantista Universale per un saggio su tematiche di pianificazione linguistica. Astori interverrà domani al congresso sul tema «Il sogno zamenhofiano fra pianificazione linguistica e religiosa: dialogo internazionale e intercomprensione mondiale attraverso l’esperanto e lo homaranismo ». Il congresso di quest’anno è dedicato al tema ‘Dialogo e intercomprensione’.
«Il programma zamenhofiano di lingua internazionale si presenta molto più articolato e complesso di quanto superficialmente si potrebbe credere — così è sintetizzato l’intervento dello studioso cremonese nel quaderno del congresso —: l’idea di uno strumento privilegiato di comunicazione per l’umanità sarebbe dovuto essere, agli occhi del suo inventore, solo il primo passo di una riflessione ben più ambiziosa. L’Esperanto sarebbe stato solo un viatico per il contributo alla creazione, nel mondo di una cultura comune, di un sentire comune, di una comunione d’intenti, affermando che un motivo etico era alla base del movimento delle origini: come una lingua- ponte, pur nella tutela delle native, avrebbe contribuito al miglioramento della comunicazione nel mondo, così una religione ponte, nei medesimi termini dell’Esperanto, avrebbe aiutato il progresso dell’Umanità. Questo tentativo di globalizzazione ante litteram mostra una eccezionale modernità, in un mondo, quello contemporaneo, che rischia di perdere di vista la via maestra dell’incontro, del contatto, dello scambio, del dialogo, dell’intercomprensione per il benessere e la pace».
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