Cavalli-Sforza: «Alcuni idiomi si sono imposti come confini di conquista» Adattabile «La lingua siamo noi. Ha seguito il nostro cammino, frutto di una selezione biologica e culturale»
Un lungo romanzo di formazione, a più voci, quasi una tragedia corale. Ecco la lingua a guardarla nella sua evoluzione della specie, dai primi vagiti (possiamo immaginarli così) dell' Homo erectus fino all' azione colonizzatrice, culturale e sociale, del linguaggio (basti pensare all' inglese). «La lingua siamo noi - esordisce Luigi Luca Cavalli-Sforza, genetista di fama mondiale nonché curatore della mostra a Palazzo delle Esposizioni - o meglio, è quello che abbiamo scelto di essere». In millenni di lentissime migrazioni. E, come in un film di Griffith, si può immaginare un mondo attraversato da correnti di uralo-altaici, stirpi indoeuropee, africani. In continuo movimento, in un progresso evolutivo che il linguaggio registra fedelmente in segni, fonemi, simboli.