L’Agenzia Disvastico – diretta da Giorgio Bronzetti – che diffonde notizie, articoli e documenti sui problemi relativi alla difesa delle lingue e delle culture, ha diffuso l’articolo che di seguito, molto volentieri, riportiamo:
L’edizione dell’11 Agosto di “Newsweek International” pubblica un articolo dal titolo “Parlando a favore dell’esperanto - Torna di moda un idioma sviluppato da un idealista del 19° secolo” (*), in occasione dell’88° Congresso Mondiale di Esperanto, che si è svolto a Göteborg, Svezia, dal 26 Luglio al 2 Agosto scorsi.
Pur con tono distaccato e un po’ scettico, l’autrice – Dalia Martinez da Londra – si dimostra obiettiva, e riferisce che la lingua si sta diffondendo nei paesi in via di sviluppo, in Asia, Africa e Sud America, citando Humprey Tonkin, professore di inglese all’Università di Hartford e già presidente dell’Associazione Mondiale di Esperanto (UEA) che le ha detto: “Per effetto di Internet, si è potuto notare un grande miglioramento nel livello di compe-tenza di coloro che parlano Esperanto in luoghi come la Cina e il Brasile”.
L’autrice ricorda poi che l’Esperanto viene proposto come lingua per l’UE e riconosce come tale lingua “sembra perfetta per l’epoca moderna” quando il libero commercio, l’immigrazione e Internet stanno facendo crollare le barriere globali e dove le persone possono facilmente “comunicare, come non mai, da una parte all’altra del mondo” . Rileva quindi che il rinnovato interesse per l’Esperanto si poteva notare con evidenza durante il Congresso di Göteborg, dove persone provenienti “dai luoghi più diversi come Giappone, Israele, Nepal e Brasile” . conversavano in una lingua “che suona come una mescolanza di italiano pronunciato con molta chiarezza e di polacco parlato in tono morbido” , riportando inoltre che anche l’aumento nel numero dei siti di Esperanto in Internet, “balzato da 330 nel 1998 a 788 nel 2003” rappresenta un’ulteriore conferma del nuovo interesse per la lingua.
L’Esperanto pone tutti su un livello di parità, prosegue l’autrice, a differenza dell’inglese, i cui parlanti dalla nascita “si aspettano che tutti lo parlino altrettanto bene come loro stessi.”, riconoscendo quasi un malcelato senso di superiorità.
L’Esperanto, è riuscito a superare l‘ostracismo delle dittature – da Hitler e Stalin, fino a Saddam Hussein, continua l’articolo, e la sua popolarità nel mondo in sviluppo sembrerebbe alimentata da un’animosità crescente verso la lingua inglese usata per il commercio globale e la politica, riportando infine un ironico commento di Probal Dasgupta, professore di linguistica all’Università dell’India di Hyderabad: “Bush e Blair sono diventati i migliori amici dell’Esperanto. La globalizzazione ci ha messo le ali ai piedi, favorendo l’interesse per l’Esperanto non solo come lingua, ma come idea sociale.”
E il mondo d’oggi, in rapida contrazione, conclude l’autrice, potrebbe rappresentare l’optimum per il ritorno di quelle speranze, che già erano sorte alla nascita della lingua.
Giorgio Bronzetti
(*) Newsweek: international Editions
Speaking Up for Esperanto
A lingo developed by a 19th – century idealist
Is back in fashion
http://www.msnbc.com/news/947578.asp