C’è, forse, una lezione in particolare che proprio non abbiamo voluto apprendere dal post-modernismo. E quella lezione, sociologica prima e antropologica poi, era la decisa presa di coscienza che qualsivoglia strumento – fisico e non – portava in sé lo spirito e la cultura di coloro che l’avevano sviluppato. Non è una questione di rinnovato spiritualismo, di qualche genere di misticismo new age e, tantomeno, state leggendo un’introduzione all’immaginario storico e religioso in Tolkien.
Il linguaggio, come sappiamo tutti, è ovviamente uno strumento. Ma non è solo uno strumento. È ad ogni suo livello, dalle prime parole pronunciate dall’Homo Sapiens alle pagine più belle del Moby Dick di Melville, regola imposta al caos. E le regole definiscono ciò che è giusto da ciò che non lo è: in questo, il linguaggio è il primo schema educativo che incontriamo fin da bambini. È, in senso lato, ciò di più vicino ad una matrice, e le matrici definisco una certa maniera di vedere le cose.
Leggi l'articolo di Jean-Marie Rossi - meridianionline.org