I funzionari del governo nazionale declassano la nostra lingua a semplice 'dialetto', tagliando fondi e direzioni scolastiche
Lingua friulana declassata a semplice dialetto. Fondi nazionali e sostegno alla struttura scolastica, in funzione di questa specialità culturale e storica, a rischio. I tagli della spesa pubblica da parte del governo Monti si abbattono ora sulla 'marilenghe'.
"Lo stop della commissione Bilancio all'emendamento soppressivo della norma della spending review che crea discriminazione tra le lingue minoritarie riconosciute dallo Stato, nonostante i dubbi espressi dalla commissione Cultura e l'assenza di veti da parte del ministero dell'Istruzione, si accompagna a un rinnovato attacco a Regioni a Statuto speciale come la nostra, la cui esistenza è legata proprio alla presenza di particolarità storiche e linguistiche – spiega il senatore friulano Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord in commissione Cultura -. A questo punto ci si prepari a ricorrere alla Corte Costituzionale, forti del parere che abbiamo spuntato in commissione Cultura con l'osservazione che la legge n. 482 del 1999 sulle minoranze linguistiche non fa distinzione fra quelle di lingua madre straniera e le altre" Nel frattempo chiedo al ministro dell'Istruzione Francesco Profumo un approfondimento della questione, prima di applicare la norma".
Il Governo Monti introduce, infatti, un'interpretazione tutta personale dell'articolo 19, comma 5, del decreto legge 98 del 6 luglio 2011 per la "Razionalizzazione della spesa relativa all'organizzazione scolastica". Facendo riferimento alle tipologie di incarico che i dirigenti scolastici devono avere nelle "aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche", si riduce queste aree a "quelle nelle quali siano presenti minoranze di lingua madre straniera".
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