La nuova delegata federale al plurilinguismo, la ticinese Nicoletta Mariolini, punta sul telelavoro per "stimolare le candidature di romandi e ticinesi" e migliorare la rappresentanza "latina" nell'amministrazione federale.
La possibilità di lavorare dal proprio domicilio "favorisce la mobilità fra le regioni periferiche e la Berna federale", afferma l'ex municipale socialista luganese in un'intervista pubblicata oggi da "Tribune de Genève" et "24 heures". E sarà la stessa delegata, che entrerà in carica all'inizio di agosto, a dare l'esempio: "dal momento che lavorerò un giorno alla settimana a Lugano".
Secondo la delegata ticinese per ridurre "la barriera psicologica fra le lingue, bisognerà rafforzare le relazioni dell'amministrazione federale con le amministrazioni cantonali". E - aggiunge Mariolini - la ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf dà prova di sensibilità su questo punto. Il delegato al plurilinguismo, che prima lavorava per l'Ufficio federale del personale, è ora un funzionario della Segreteria generale del Dipartimento federale delle finanze (DFF).
Nel dicembre scorso il Consiglio federale ha ricordato che la rappresentanza delle minoranze linguistiche nei vari dipartimenti non è rispettata: la legge sulle lingue prevede un 70% di germanofoni, un 22% di francofoni, un 7% di italofoni e l'1% di romanci; i tassi attuali sono però rispettivamente del 71,8%, 21,2%, 6,7% e 0,3%.
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