22.12.2004 Alto Adige

Valore dell'esperanto e difesa della lingua



Penso si sia sicuramente d'accordo sul valore d'ogni lingua, come espressione cul­turale del singolo popolo che la parla. In Italia, sono intan­to per me necessarie maggior valorizzazione e tutela del pa­trimonio storico-culturale e di quello ambientale. Mag­gior diffusione delle nostre fi­losofia, letteratura e arte in ogni forma, migliorandone la stessa accessibilità. Ad esem­pio, non è così facile, per un'non vedente", reperire libri in Braille o, per un "non udente", assistere a cinema con sottotitoli. Ritengo si deb­bano più ascolto alle ormai molte associazioni, che difen­dono la lingua italiana da chi. insensatamente, ama riempir­la di termini stranieri, più ri­spetto per le minoranze lin­guistiche e per chi studia i dialetti e le culture locali. A li­vello internazionale, non si può non riconoscere l'attuale peso dell'Inglese; ma la gros­sa riscoperta dell'Esperanto conta dappertutto corrispon­denze, riviste, siti Internet, congressi e cìrcoli; dove, e non'è poco, gode di assoluta pari dignità ogni madre-lin­gua, provvenienza. pensiero politico e fede religiosa. Idio-ma del tutto neutro, di massi-ma semplificazione grammati­cale e lessicale e possibilità di veloce apprendimento, l'Espe­ranto fu creato sul finire del 1800 dal medico e linguista ebreo-polacco L.L. Zamenhof, per facilitare la comunicazio­ne fra popoli e realtà diverse, mettendo a parità di mezzi di espressione diplomatica. Un Ufficiale pilota statunitense ha costituito un gruppo per l'uso dell'Esperanto in volo, data la pronuncia non sensibi­le alle varie inflessioni riscon­trabili. Il Dott. Zamenhof, cre­sciuto in un quartiere poli­glotta, imparò precocemente diverse lingue. Fu proprio at­traverso lo svolgimento della sua professione medica, che vide l'importanza di un paral­lelo e paziente lavoro di erudi-zione quale L'Esperanto, che lo impegnò per tutta la vita Con ciò', vorrei anche rispon­dere ad una recente lettera di una persona, che, in base a non so cosa, sosteneva l'in­competenza linguistica di Za­menhof e l'impossibilità di de­collare per l'Esperanto: accu­sando persino gli esperantisti di essere dei fanatici (quali esperantisti conosce il sig. Ennio?) Consiglio a questo letto­re di informarsi un po', pri­ma di scrivere certe cose.

Roberto Bettero BOLZANO