17.09.2004 Alpazur

LA GIORNATA DELLA LINGUA TEDESCA
(Tag der Deutschen Sprache)

"La lingua tedesca non è soltanto
il mio strumento di lavoro
ma anche un bene pubblico
e l'espressione piú importante
della nostra cultura.
Essa deve perciò essere
curata e protetta
come lo sono l'acqua,
il suolo e l'aria"
(Dieter Hallervorden, attore, cantante e cabarettista caro al pubblico tedesco)

E' opinione diffusa, nel nostro Bel Paese pacione e spensieroso, che i tedeschi non ci tengono proprio alla loro lingua. Sia perché, a differenza degli anglofoni, che non fanno il minimo sforzo per farsi capire nella lingua dell'interlocutore (né spesso nella propria ad esser sinceri), i tedeschi che si incontrano cercano perlopiú di venirti incontro nella tua lingua, sia perché, si pensa, il timore di sembrare nazionalisti, dopo lo sfacelo dell'ultima guerra, li tiene a freno.
Tanto piú che molti ricorderanno di aver letto tempo fa nella prima pagina del maggiore quotidiano italiano il titolo "Io tedesco preferisco l'inglese: fa bene all'Europa" di un articolo a firma di Peter Schneider a cui non ha fatto seguito neanche una letterina di dissenso che il giornale avrebbe certamente pubblicato.
Invece da quattro anni si celebra in Germania, il secondo sabato di settembre, la giornata della lingua tedesca con varie iniziative tendenti a sensibilizzare l'opinione pubblica sui valori rappresentati dall' idioma nazionale.
La rivista Deutsche Sprachwelt, che si definisce "il portale di tutti quelli che amano la lingua", nel comunicato diramato in occasione della giornata della lingua tedesca, raccomanda di non perdere di vista, con le attuali discussioni sulla riforma dell'ortografia, gli altri problemi della lingua come i rischi che corre attualmente il tedesco, tra cui la frammentazione che si manifesta in modo particolare in Austria e Svizzera, e denuncia l'aumento della pubblicità in inglese dal 3% degli anni 80 all'attuale 30%. Altri pericoli sono -secondo il comunicato- gli insegnamenti impartiti in certe materie come matematica, fisica e storia, per una full immersion in lingua inglese mentre i discenti hanno bisogno di imparare la terminologia tecnica nella loro lingua. Si sconsiglia, inoltre, l'uso esclusivo dell'inglese nelle aziende tedesche, che porterebbe ad una diminuzione dell'efficienza e della produttività.
http://www.deutsche-sprachwelt.de/berichte/pm-2004-09-10.shtml

SZ-Online pone in evidenza la "fuga dalla lingua tedesca" nella pubblicità denunciata nel comunicato stampa della Deutsche Sprachwelt.
http://www.sz-online.de/nachrichten/artikel.asp?id=674767

La Verein Deutsche Sprache denuncia la decadenza della lingua tedesca che in alcuni campi come l'economia, la scienza e la tecnica tenderebbe sempre piú ad essere sostituita dall'inglese. L'organizzatore della giornata della lingua tedesca, Heinz Dieter Dey, annuncia, nel comunicato stampa diramato, varie manifestazioni come la collocazione di punti di informazione nelle zone di passaggio di pedoni, letture di poesie e rappresentazioni di favole tedesche, riconoscimenti alle ditte che fanno pubblicità in tedesco e un annullo speciale delle poste, "per dare un segnale perché la lingua madre non si riduca, con la febbre della moderna globalizzazione, in un dialetto per le ciaccole delle nonne". Inoltre, e soprattutto, verranno raccolte le firme per "il tedesco a parità di diritti nell'Unione Europea".
http://www.vds-ev.de/presse/pressemitteilungen/2004_09_08.php

Nel nostro paese le varie accademie tacciono ormai rassegnate. L'unica associazione di difesa dell'italiano che ha preso qualche iniziativa come la denuncia al Moderatore europeo della discriminazione linguistica entro la Comunità, il comitato Allarme Lingua, non si muove. "Disvastigo" e l'"Agenzia Giornalistica Alpazur" rivolgono pertanto una calda esortazione al direttivo di "Allarme Lingua", in modo particolare ai docenti universitari attualmente al suo vertice, a mobilitarsi insieme alla rappresentante del comitato a Bruxelles, la dottoressa Anna Maria Campogrande, funzionaria della commissione europea che segue molto attentamente gli sviluppi della questione lingua in seno all'UE e può suggerire modi e tempi delle azioni.
Giorgio Bronzetti

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Comunicato Stampa n° 13.021
Berlino, 18 settembre 2004

In collaborazione con
Disvastigo [n° 239 del 16 settembre 2004]
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