Esperanto, l'unica lingua che può unire l'Europa
Omne trinum est perfectum è radicato nella cultura europea, anzi indoeuropea: i popoli latini, celti, germani, slavi, ugro-finnici, iranici e indiani avevano la stessa ideologia sociale; dividevano la società in tre funzioni (sacrali, politiche è economi-che), sopravvissute dai primordi fino alla rivoluzione francese al grido di frater- nità, eguaglianza, libertà; rappresentate, per lo più, da bandiere tricolori o da triangoli. Su principi di fratellanza, uguaglianza, giustizia si basa la concezione di Zamenhof, autore dell'Esperanto. Dopo la moneta unica, il Trattato costituzionale, l'allargamento a 25 Stati membri, l'Unione europea ha bisogno di mettere in cantiere, per una risoluzione, il problema linguistico connesso con quello della propria "identità": gli europei sentono il bisogno di unità e nello stésso tempo l'esigenza di preservare ciascuno la propria diversità; l'identità di un popolo è la sua identità linguistica; occorrerebbe una lingua europea, che non andasse a ìnterferire con lingue, nate e cresciute: in casa, e con le quali ognuno naturalmente si identifica, uria lingua per tutti, ausiliare e neutrale, come
l'Esperanto idioma vivente accessibile a chiunque con minimo sforzo e poco tempo, anche in rete, ponendo ciascuno su uno stesso piano.
Renzo Segalla BOLZANO
Alto Adige 22/7/04