«L'esperanto, lingua di tutti»
La sperimentazione in una classe della scuola media Croce
PESCARA. L'esperanto come elemento interculturale e strumento per la conoscenza di altre culture: se ne è parlato ieri pomeriggio in un incontro che si è tenuto nella scuola media «Benedetto Croce». All'iniziativa, a cui hanno preso parte tutti i docenti dell'istituto, era presente Luisa Oberrauch, presidente della sezione italiana della Lega internazionale degli insegnanti esperantisti.
«La lingua inglese», ha detto la professoressa Oberrauch riferendosi all'idioma più usato nel mondo, «non è l'unica e non è sicuramente la più facile da apprendere. Oltretutto dietro ogni lingua c'è un popolo, mentre l'esperanto è la lingua di tutti».
Il giovane Francesco Quin-tiliani si è poi intrattenuto con Oberrauch conversando amabilmente in esperanto: «Quando hanno iniziato a insegnarci questa lingua, tre mesi fa, c'era una grande curiosità tra noi studenti. Oggi posso dire di aver scoperto un mondo davvero interessante: infatti scrivo regolarmente a ragazzi della Francia, della Bulgaria e della Ci-na». «Una lingua», ha confer-
mato infatti Oberrauch, ieri accompagnata dal marito, un appassionato linguista, «deve essere subito utilizzata dopo lo studio teorico e, in questo senso, Internet per l'esperanto è stato una vera rivoluzione». L'incontro non si è tenuto casualmente nell'istituto di via Scarfoglio: qui infatti da settembre è attiyo un laboratorio linguistico interculturale gestito direttamente dalle professoresse Daniela Campitelli e Anna Colacic-chi. «Abbiamo numerosi la-boratori integrati», ha detto la preside dell'istituto, Daniela Casaccia, «e questo è rivolto finora a una sola classe. Speriamo di poter estendere presto l'insegnamento anche agli altri».
All'incontro era presente anche Giorgio Bronzetti, delegato per l'Abruzzo della Federazione esperantista italiana: per lui «di non minore importanza è il valore propedeutico legato all'apprendimento dell'esperanto, che facilita per i discenti anche lo studio delle lingue straniere», (a.b.)