NIENTE EGEMONIE CON L'ESPERANTO
[Leggo su Tuttolibri, rubrica «Parole in corso», del 30 aprile l'intervento del prof. Beccaria sull'esperanto. Non voglio dilungarmi sulle cose che mi dividono da lui. In effetti si potrebbe dibattere a lungo su quelli che egli definisce «limiti anche teorici». Il prof. Beccaria ha, invece, pienamente ragione quando dice che «... non basta che l'esperanto sia facile, razionale, economico. Le ragioni per cui l'inglese è stato adottato come lingua veicolare sono in sostanza extralinguistiche... La fortuna è legata a un fatto storico, all'espansione coloniale fin dai secoli passati e all'egemonia e al prestigio del modello tecnologico statunitense».
È proprio così. Chi propugna l'esperanto non accetta modelli egemonici, oggi statunitensi ma domani cinesi, e pensa che tutti gli uomini, i popoli e le culture siano uguali. Questo oggi lo dicono le costituzioni (ma si tratta di norme programmatiche senza immediata rilevanza applicativa) e gli esperantisti (vedere www.esperanto.it per credere).
Renato Corsetti