Caro Beppe,
lo so che te l´aspettavi. Lo hai scritto testualmente: "Non ha mai funzionato la tenera illusione dell´esperanto (che è l´equivalente lingustico dell´economia di piano socialista: l´ho scritto, un paio di volte, e gli esperantisti sono insorti)" (risposta di apertura del 5 gennaio). Ebbene da esperantofono io ti scrivo, ma non insorgo. Non ho mai studiato il bahasa indonesia, ma non dico che non funziona. So che ci sono persone che lo parlano, lo scrivono e si capiscono tra di loro. E mi fido. Per l´esperanto è lo stesso. Proprio questa è la differenza con Volapuk, Novial e compagnia (a proposito, complimenti per l´erudizione sul tema): quelli sono progetti rimasti sulla carta. L´esperanto invece è parlato da oltre cent'anni, nonostante ostracismi e vere e proprie persecuzioni. Il problema dell´esperanto è che, anche se è facile, tutti quelli che decidono di usarlo devono impararlo, anche gli anglofoni. Con l´inglese invece, tutti devono fare una fatica bestiale e spendere un mucchio di soldi e di tempo. Tutti tranne gli anglofoni. Quanto all´"economia di piano socialista", non so se incentivare l´uso dell´esperanto sarebbe molto socialista. Sicuramente sarebbe una grossa economia. In Europa abbiamo tutti adottato le cifre arabe. Al sistema metrico decimale qualcuno resiste. L´euro lo usa ancora una minoranza. Verrà anche il momento dell´esperanto.
Salutojn el Bruselo (saluti da Bruxelles)
Guido Ricci,
Caro Guido,
non credo verrà mai il momento dell´esperanto come grande lingua internazionale; temo resterà sempre un hobby intelligente. E un po' mi dispiace, devo dire, perché in fondo è un esperimento coraggioso, e mi sta simpatico (pure gli esperantisti: amo chi si batte per le cause perdute).
Ora ti chiedo: perché, secondo te, l´esperanto non ha mai sfondato oltre il circolo degli appassionati? Boicottaggi, mancanza di mezzi, assenza di un grande Paese di riferimento? Gente come me, che crede nelle virtù dell´inglese (opportunamente maltrattato?). Aspetto risposta, e la pubblichiamo su "Italians".
A proposito di erudizione: diciamo che l´esperanto ha 120 anni giusti giusti. Venne creato nel 1887 da Ludwick Zamenhof, un oculista polacco di Bialystock, viene parlato da oltre centomila persone di novanta paesi, e riempie cento periodici e trentamila libri. Derivato dalle radici delle lingue europee, in particolare delle lingue romanze, l´esperanto e' relativamente facile da imparare (si favoleggia che Leone Tolstoj ci riusci' in due ore): i verbi sono tutti regolari; l´articolo determinativo e' sempre la , mentre quello indeterminativo non esiste; i sostantivi non hanno genere e terminano in -o , i plurali in -oj ; gli aggettivi in -a .
Tutto giusto, o devo andare a lezione?