14/12/06 Il Tempo
DA CHIETI LA CROCIATA DI “ALLARME LINGUA"

L'associazione difende le peculiarità degli idiomi nazionali e contesta le recenti scelte a livello europeo che paiono delineare un continente sempre più anglofono

«Troppo inglese»

di ANTONELLO ANTONELLI

DA CHIETI parte ancora una volta una crociata contro lo strapotere della lingua inglese negli uffici dell'Unione Europea: protagonisti, ancora una volta, gli esperantisti di "Allarme Lingua", associazione in difesa delle peculia­rità delle singole lingue nazionali, guidati da Giorgio Bronzetti, che ha ottenuto con la sua lunga attività molti riconoscimenti ed appoggi da tutta Europa. Bersaglio questa volta della polemica è il commissario europeo responsabile della delega al multilinguismo, lo slovacco Jan Figel che ha di recente nominato un gruppo di esperti di alto livello che ha il compito di supportare le attività del commissario, in materia di instaurazione e diffusione del multilinguismo nell'Unione Europea. Bron­zetti, appoggiato da diverse organizzazioni europee che si occupano di diritti linguistici, ha scritto una circostan­ziata lettera a Figel, mostrando tutta la sua insoddisfazio­ne per la scelta del pool di esperti: "Non si può, infatti, non notare - scrive il presidente di "Allarme Lingua" - tra questi esperti di multilinguismo la massiccia presenza di professori di inglese e di filosofi politici, il cui unico merito sembra essere, l'appoggio ad una anglicizzazione immediata dell'umanità. Parimenti non si può non nota­re l'assenza di organizzazioni di difesa delle lingue euro­pee, presenti in quasi tutti i Paesi dell'Europa comunita­ria, le quali rappresentano quei cittadini, nel cui nome lei dichiara di operare. Assenti sono anche tutti gli esper­ti che in qualche misura criticano l'azione della Commis­sione Europea, la quale dichiara di operare per il multilin­guismo allorché, nei fatti, favorisce l'anglicizzazione pro­gressiva dell'Europa e la scomparsa delle culture locali a vantaggio della sola cultura degli Stati Uniti, che sembra­no essere il suo Paese di riferimento. Noi non ci illudia­mo che lei sia così attento alla sorte del cittadino euro­peo al punto da ascoltare le nostre proteste, ma almeno non ci faccia l'affronto di continuare a parlare di multilin­guismo e, per di più, solo, sempre, rigidamente in ingle­se. La Comunità Europea sarà multilingue o finirà come l'Unione Sovietica, come qualsiasi regime politico che opera per imporre il pensiero unico". Per sostenere la propria battaglia, Bronzetti ha anche recentemente scrit­to ai ministri degli Esteri, Massimo D'Alema, e dell'Istru­zione, Giuseppe Fioroni: "Se l'Unione Europea - spiega -intende preservare il cosiddetto multilinguismo, non può poi nominare la relativa Commissione con membri tutti di lingua anglosassone e ispirati alla cultura degli Stati Uniti d'America più che a quella dell'Europa, e i cittadini italiani hanno il diritto di essere tutelati nell'uso della lingua madre, lasciando a chi vuole ogni libertà di studia­re l'inglese, il francese, il tedesco, il russo, il cinese, l'esperanto e qualsiasi altra lingua preferisca".

Il Tempo 14/12/06 p.41