30/01/06 L´Adige
Due lingue di pace: materna, esperanto
Cresce il pericolo di catastrofe nucleare. Lo afferma l´agenzia per l´energia atomica delle Nazioni Unite a Vienna.
Inesistente è il tanto auspicato vero sincero dialogo. Manca comprensione tra la gente, per scarsa conoscenza delle lingue.
Il problema fondamentale è capirsi l´un l´altro, in ogni angolo della terra. Ciò è possibile con solo due lingue: la lingua materna, (nazionale o dialettale), irrinunciabile per amore e tradizione e la lingua ausiliaria internazionale di pace esperanto. È soluzione etica e democratica. Come più volte ricordato - ripe-tita iuvant - l´Esperanto è la speranza. È lingua completa, collaudata, facile da apprendere, con radici latine, greche, indoeuropee, un capolavoro di ingegneria linguistica. Protegge non solo lingue, anche dialetti. (Lingue e dialetti, a migliaia a rischio di estinzione). La speranza, ripeto, è nell´esperanto. Esemplare l´esempio della Cina, il Paese più popolato del mondo con oltre un miliardo e 350 milioni di abitanti (più di 23 Italie messe insieme).
Precursore, lungimirante antesignano, sostenitore dell´esperanto è stato Mao Tse Tung. La Cina lo ricorda nell´epigrafe sulla sua tomba, per la straordinaria azione per la diffusione dell´esperanto, per la pace nel mondo.
Concludo, ripetendo che per un mondo di amore, di fratellanza, di serenità, bastano solo due lingue: la materna e l´esperanto, per salvarla. L´inglese è molto importante, ma l´esperanto è indispensabile per "umana sopravvivenza. KarlBehmann, Bolzano
L´Adige 30/01/06