Imbarbarimento linguistico |
Imbarbarimento linguistico L´imbarbarimento linguistico a Chieti parte dalle Poste Italiane. Una volta il cartellone dei lavori in corso davanti ad un edificio riportava "Lavori di ristrutturazione fabbricato ecc." o qualcosa di simile, sempre comprensibile. Oggi può capitare di leggere, come davanti al palazzo delle Poste di Chieti Scalo, a chiare lettere "Realizzazione nuovi Layout". Se ci avessero scritto "Toc Toc" o "Puk Puk" il messaggio non sarebbe cambiato. Infatti, il termine è certamente del tutto sconosciuto per la gran maggioranza, e pensare che le Poste si rivolgano a quei pochissimi che lo conoscono è fuori di ogni logica. Del resto il cattivo esempio lo ha dato lo Stato con la legge sulla "privacy", con il "question time" della Camera, col "morning news" della Rai e via dicendo e così i signori delle Poste sono convinti di mostrare una mentalità avanzata spargendo termini inglesi sui cartelloni e sulle scritture d'ufficio, ma fanno la figura del barbiere tornato al paesello dagli Usa che scrive "Barber shop" sulla bottega. L´inglese è tanto una bella lingua; perché si deve usare per inquinare l´italiano, che non lo è di meno'? Alberoni scriveva tempo fa sul Corriere della Sera: "Chi rinuncia alla sua lingua perde anche l´anima". Non siamo ancora a quel punto ma la strada è quella. Giorgio Bronzetti Presidente del Chieti Esperanto-Grupo La Cronaca 29/6/01 |