L´inglese impariamolo con l´esperanto
SIGNOR direttore, su «il Centro» di domenica 1° luglio, il signor Giovanni D'Alessandro a Porto Franco, nell´articolo "Rischio analfabetismo senza conoscere l´inglese", lamenta la scarsa conoscenza degli studenti italiani della lingua inglese che li porrebbe in posizione di forte svantaggio verso i coetanei di altri paesi europei. A voler credere ad un gruppo di ricercatori italo-britannici, coordinati dal professor Eraldo Paulesu (Corriere della Sera, 5 marzo 2000) la difficoltà degli italiani ad apprendere l´inglese dipenderebbe dal fatto che la lingua anglosassone impegnerebbe due aree cerebrali (per via della pronuncia senza regole o quasi) mentre lingue come il tedesco e lo stesso giapponese ne impegnerebbero una sola e sarebbero perciò molto più facili.
Ricerche condotte nell´Istituto di Cibernetica Pedagogica dell´Università di Paderborn (Germania) hanno posto in evidenza che gli scolari che avevano seguito un corso di esperanto per due anni e uno di inglese per altri due anni conoscevano l´inglese molto meglio di chi lo aveva studiato per quattro ed una "commissione sulla lingua internazionale" istituita, su tale scorta, dal Ministero della Pubblica Istruzione italiano ha riconosciuto anni fa il valore propedeutico della lingua esperanto, che avrebbe potuto pertanto facilitare gli scolari italiani ad apprendere le lingue straniere nonostante l´handicap di cui sopra. C'è una rivista tedesca, Spot On, diretta ai giovani che studiano l´inglese che riporta un simpatico articolo intitolato «I giovani vogliono una lingua mondiale democratica: esperanto. Meglio dell´inglese?». Si tratta di una rivista che si trova in tutte le edicole tedesche. Sarebbe pensabile una cosa simile in Italia?
Giorgio Bronzetti Chieti
IL CENTRO 13.7.01