I cultori dell´esperanto denunciano una discriminazione linguistica in favore dell´idioma di Shakespeare

In Europa c’è troppo inglese

 

I bandi di concorso dell´Ue nei fatti sono riservati ai cittadini anglofoni

di ANTONELLO ANTONELLI

 

CHIETI -- Parte da Chieti la protesta contro la "discriminazione linguistica" di cui sarebbe resa responsabile l´Unione Europea: il teatino Giorgio Bronzetti, direttore dell´agenzia di stampa ''Disvastigo" (con sede allo Sca­lo), che diffonde notizie, ar­ticoli e documenti sui problemi della comunicazione  in difesa delle lingue e delle culture e che è in prima fila per la diffusione dell´esperanto, ha presentato una denuncia al mediatore europeo Iacob Soederman, insieme al prof. Renato Corsetti, presidente italiano dell´Asso­ciazione mondiale dell´Espe­ranto, redattore di "Disvastigo" "Le organizzazioni eu­ropee - ci ha spiegato Gior­gio Bronzetti - riservano sempre più posti, ufficialmente aperti a tolti i cittadi­ni europei, ai parlanti ingle­se dalla nascita. attualmente abbiamo un elenco di 400 offerte di lavoro degli ultimi mesi da parte di ditte ed organizzazioni europee di Bruxelles che sono dei tutto discriminanti. II pro­blema esiste anche in altre parti del mondo ed è grave.

Bronzetti deplora che la Commissione Europea fino­ra riconosce ufficialmente soltanto la sua responsabili­tà per gli Uffici  Tecnici Ausiliari, organismi dipendenti direttamente dalla Commis­sione. “Tuttavia - ci ha spie­gato - la Commissione finan­zia un gran numero di orga­nizzazioni che pubblicano regolarmente offerte di Iavoro soltanto per parlanti in­glese per nascita. Disvastigo segue da più di due anni la discriminazione linguistica nelle ditte ed organizzazioni internazionali insieme all´Europa Esperanto-Unio. Nel 2001, Anno Europeo del­le Lingue, vi sono state delle chiare condanne della discriminazione linguistica, da parte tra l´altro del ministro belga Laurette Onkelinx, responsabile per le pari oppor­tunità, e diversi membri del­la stessa Commissione euro­pea. Tale pratica tuttavia prosegue ancora nel 2002. I politici non vogliono solu­zioni neutrali ed eque co­me, ad esempio, l´adozione dell´esperanto. Tuttavia de­vono rispondere del proble­ma sempre più crescente della discriminazione lingui­stica contro coloro che non parlano l´inglese dalla nasci­ta, discriminazione di cui so­no responsabili. La denun­cia per discriminazione lin­guistica ha come obiettivo che la Commissione euro­pea riconosca la natura di­scriminatoria di diversi tipi di annunci di offerte di lavo­ro; assicuri che non finanzieranno più quelle ditte ed orga­nizzazioni che si comporta­no in modo discriminante nei confronti di coloro che non parlano l´inglese dalla nascita; studi e ricerchi stru­menti e metodi per evitare la discriminazione linguisti­ca da parte delle organizza­zioni in tutto o in parte da essa finanziate".

 

Il Tempo 14/5/02