L’esperanto abbatte le barriere
Nell’aula magna dell’ateneo 400 delegati da 22 Paesi per discutere sul futuro di un idioma nato nell’Ottocento
All’Università il 5° congresso europeo su una lingua che è sempre più diffusa
«Uguaglianza delle lingue, un diritto degli europei». Questo il tema del 5° Congresso esperantista europeo che si terrà da domani, venerdì, a mercoledì 28 agosto all’Università di Verona, nell’aula magna del Polo didattico Giorgio Zanotto, con il patrocinio di Unesco, Comune, Provincia e dell’ateneo. Saranno presenti 400 delegati provenienti da 22 Paesi, con docenti universitari italiani e stranieri. Esperanto, cioè «colui che spera», è lo pseudonimo con cui un medico ebreo polacco, Lodovico Lazzaro Zamenhof, nato nel 1859, sottoscrisse la prima grammatica della nuova lingua. Conoscendo il tedesco, il polacco, il russo, il francese, l’ebraico, l’inglese, il greco e il latino, Zamenhof pensò di creare una lingua unica, neutrale e valida per tutti utilizzando le radici di latino, francese, spagnolo e tedesco inquadrate nella semplicità della grammatica inglese. Proprio l’inglese lo spinse ad evitare la coniugazione verbale, il genere grammaticale e le variazioni dell’articolo determinativo. Il primo testo sull’esperanto venne pubblicato nel 1887, in russo. Le edizioni in francese, tedesco, polacco, svedese ed ebraico provocarono interesse culturale, la nascita di un’associazione e molte polemiche. L’esperantismo cominciò a diffondersi fra la diffidenza dei governi, che lo vedevano a fine Ottocento come una minaccia ai nazionalismi. Il primo congresso si tenne nel 1905, in Francia. Oggi sono oltre 70 milioni gli esperantisti che parlano tra loro, operano in gruppi specifici, pubblicano in questa lingua riviste e libri. Hanno anche l’appoggio dell’Unesco, ma per poter diffondere il nuovo idioma servono corsi di studio nelle scuole, mentre solo poche università organizzano corsi di esperanto. «La lingua è comunque in espansione. E rappresenta il futuro, perché non può essere l’inglese che genera soggezione e servitù a fare da lingua universale», dice il professor Giordano Formizzi, docente universitario, pedagogista e già vicepresidente nazionale della Federazione esperantistica italiana. «L’esperanto rappresenta la semplificazione. È facile da imparare: bastano 30 ore di studio. E ha una struttura tale da consentire di arrivare a un vocabolario con ben 150 mila parole, proprio in virtù di una struttura semplice. Tanto che tutti i grandi capolavori della letteratura mondiale sono stati tradotti in esperanto. Insomma, una lingua capolavoro».
DOMANI. Il primo convegno del Comitato dell’Unione esperantista europea si terrà venerdì 23 dalle 15.30 alle 18. n SABATO. Dalle 9.30 alle 15.30 resterà aperto uno sportello per l’annullo postale. Dalle 10 alle 12.30 in aula magna ci sarà l’apertura del congresso: il rettore dell’Università veronese, Elio Mose le, rivolgerà un saluto ai presenti a nome dell’università. Tra i numerosi relatori che prenderanno la parola, Umberto Broccatelli, presidente dell’Unione esperantista europea, Norbert Steimayer, rappresentante della commissione italiana per l’Unesco, Renato Corsetti, presidente dell’Associazione esperantista universale, e Umphrey Tonkin, già rettore dell’Università di Hartford, in Usa. Dalle 14.30 alle 19 si succederanno i convegni delle associazioni nazionali e le assemblee annuali della Federazione esperantista italiana e dell’Istituto italiano di esperanto.
DOMENICA. Dopo la messa nella chiesa di San Paolo (alle 8.30), i congressisti si incontreranno di nuovo all’università dove, dalle 9.30 alle 12.30, si potrà assistere a tre conferenze sui seguenti temi: «La situazione linguistica in Spagna», «La democrazia linguistica contro la d iscriminazione linguistica» e «Le prospettive del problema linguistico in Europa». Nel pomeriggio, dalle 14.30 alle 18.45 sarà la volta del secondo convegno del Comitato dell’Unione esperantista europea, il Convegno dell’Esperanto-Rondo Alpadria e il convegno sull’Euroscola.
LUNEDÌ. Dalle 9 alle 11.30 il professor Humphrey Tonkin parlerà di «Shakespeare, l’Italia e la lingua internazionale». Quindi toccherà alla relazione generale e conclusiva del Comitato dell’Unione eperantista europea.
MARTEDÌ. Alle 9 sarà aperta la tavola rotonda sul tema congressuale. Alle 12.30 si terrà la chiusura del congresso.