LO STOP ALLA TUTELA
L’accusa alla Regione: avete superato le vostre competenze
L’obiezione del governo: così si creano disparità tra i cittadini
Il governo impugna la legge sul friulano
Sonia Sicco
Il consiglio dei ministri si rivolge alla Consulta:
«C’è il rischio di un regime di bilinguismo»
TRIESTE. Il Consiglio dei ministri ha deciso ieri all'unanimità di impugnare davanti
Rilievi sono stati mossi su più punti della legge, relativi all’insegnamento della marilenghe nelle scuole, l’uso del friulano negli uffici pubblici fuori dai territori di applicazione della legge, la traduzione in italiano, l’uso dei toponimi.
La decisione di impugnare il provvedimento «è giunta al termine di un intenso lavoro di confronto tra il Dipartimento degli Affari regionali e Autonomie locali e
La decisione non è giunta inaspettata nei Palazzi regionali. I confronti avvenuti tra
I punti contestati sono cinque, e sono quelli che prevedono un obbligo generale per gli uffici dell'intera regione (compresi, quindi, quelli che si trovano fuori dei confini dell'area individuata come friulanofona) di rispondere in friulano alla generalità dei cittadini che si avvalgono del diritto di usare il friulano. Ci sono poi le norme che, per garantire la traduzione a coloro che non comprendono la lingua friulana, stabiliscono che può essere prevista la ripetizione degli interventi in lingua italiana e quelle che consentono agli enti locali di usare toponimi «nella sola lingua friulana».
Altre norme contestate dal Governo sono quelle che prevedono una sorta di silenzio-assenso per l'insegnamento del friulano a scuola (chi non vuole partecipare a tali lezioni deve dirlo al momento dell'iscrizione) e quelle che fissano in un'ora alla settimana e per l'intero anno scolastico l'insegnamento del friulano (per il Governo violano i principi dell'autonomia organizzativa e didattica della scuola). Il Governo, infine, ha contestato la possibilità che
Ma la nota diffusa dal Ministero informa anche che in tutta la legislatura si è abbattuto il contenzioso tra lo Stato e le Regioni: si è passati dal 10,5% di provvedimenti impugnati nel primo anno e mezzo di governo Berlusconi (maggio 2004-novembre 2005) al 3,8% di impugnative dei primi 18 mesi del governo Prodi (maggio 2006-novembre 2007). Se si considera il solo 2007, come ha ricordato oggi il presidente della Corte costituzionale, Franco Bile, la riduzione del contenzioso è ancora più consistente: - 53% rispetto al 2006.
(15 febbraio 2008)