L’Esperanto, la lingua pianificata nel 1887 dall’oftalmologo e poliglotta polacco L.L.Zamenhof, non nasce, come molti credono, per sostituirsi all’inglese o alle altre lingue etniche, bensì per affiancarsi ad esse come lingua ausiliaria, particolarmente efficace nella comunicazione internazionale, laddove i parlanti di lingue diverse possono incontrarsi e comprendersi su un terreno neutrale, senza vantaggi per l’uno rispetto all’altro. Il saggio di Pino Macrì va ad inserirsi in uno spazio lasciato, colpevolmente, vuoto dall’editoria italiana sull’argomento. Con uno stile sobrio, giornalistico, che sottende più all’informazione che alla celebrazione, Macrì ci presenta un quadro completo sulla lingua Esperanto, sul suo creatore e sul movimento creatosi intorno ad essa. Una istantanea che incuriosisce il lettore e che rappresenta un’ottima base per futuri approfondimenti sull’affascinante mondo dell’Esperanto. (Davide Zingone)

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