Gli scrittori immigrati, anche se scrivono in italiano o sono nati qui, non vengono considerati parte della letteratura italiana e a nessuno di loro è mai stato consegnato un premio letterario di alto livello. Ma la letteratura oggi è meticcia, come dimostrano casi stranieri come quello di Ben Jelloun e Kureishi

Benché tra una cinquantina d’anni, a detta dell’Istat, un quarto della popolazione residente in Italia sarà composta da immigrati, gli scaffali delle librerie continuano a essere divisi in autori italiani e stranieri: nel settore degli italiani alloggia, in ordine alfabetico, la vasta famiglia che va da Arpino a Vittorini, passando per la Brianza di Gadda e le Langhe di Fenoglio, mentre gli scrittori dai nomi esotici – non importa se di lingua italiana o addirittura nati in Italia – sono abitualmente collocati in ordine di appartenenza geografica sugli scaffali della letteratura straniera.

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