L’ULTIMA PROPOSTA ALTERNATIVA: Il problema in Europa, dal punto di vista linguistico-politico, come si sa, è l’egemonia delle lingua inglese francese e tedesco e ancor di più la tendenza verso il domino del solo inglese. Rappresenta un problema sia ufficialmente, dato che la politica europea a riguardo è molto chiara, sia effettivamente: molte lingue sono minacciate davvero dall’imposizione dell’inglese, e interi popoli sono svantaggiati di fronte ai madrelingua anglo-franco-tedeschi. Come se non bastasse, esistono movimenti (uno per l’inglese, uno per il francese) che spingono per l’adozione di un’unica lingua, invece della ‘troika’ o delle attuali 23 lingue ufficiali.

Come abbiamo visto purtroppo il multilinguismo ha i suoi difetti, per cui esiste la proposta alternativa di scegliere una lingua unica, ma cosiddetta “veicolare” – l’Esperanto da adottare in quanto più semplice di qualsiasi idioma naturale e politicamente neutrale. Questa proposta non è neanche presa in considerazione dalla politica Europea, nonostante esista il rapporto Grin che esplicitamente indica questa come la situazione politicamente migliore.

Per chiudere quindi il cerchio delle “proposte alternative” alla gestione del multilinguismo europeo così come è inteso attualmente, non ci resta che parlare di una intuizione relativamente recente, e che, sebbene sia appena agli inizi come idea, e sia da verificarne l’attuabilità su così larga scala, ha degli elementi evidenti di verità e fattibilità. Si tratta dell’”intercomprensione”.

LA ‘MUTUA INTELLIGIBILITÀ’: Per capire di cosa si tratti, occorre fare un passo indietro. In linguistica esiste quella che in italiano è chiamata “mutua intelligibilità”: la capacità cioè di capire una lingua diversi dalla propria, senza però saperla parlare. Per noi italiani, avvezzi alla ricchezza dialettale della penisola, il concetto è facilmente comprensibile. Esiste un buon grado di intelligibilità tra il siciliano e il calabrese, tra il napoletano e il romano, tra il piemontese e il ligure (continuum dialettale) ecc. ma anche tra i dialetti e l’italiano standard, e tra l’italiano e lo spagnolo ecc. La mutua intelligibilità può essere “asimmetrica” (cioè uno degli interlocutori capisce l’idioma dell’altro, ma non viceversa), o può essere “relativa”, possibile cioè solo in un determinato mezzo espressivo. Il francese ha per gli italiani un’alta intelligibilità solo a livello scritto: il sistema di suoni del francese ce lo rende pressoché incomprensibile all’orale, nonostante il vocabolario del tutto simile.

Leggi l'articolo di Antonio Marvasi - newnotizie.it