Le consonanti eiettive, caratteristiche di alcune lingue parlate in tutti i continenti, sono parlate solo alle quote elevate, il che porta a ipotizzare che esista una diretta correlazione tra le caratteristiche geografiche e i suoni tipici delle lingue. L'ipotesi è che la pronuncia di queste consonanti sia facilitata dalla scarsa densità dell'aria presente ad altitudini elevate. Lo afferma una nuova ricerca che ha analizzato circa 600 idiomi di tutto il mondo (red)

Le sonorità delle diverse lingue del mondo potrebbero essere plasmate dalla geografia del luogo in cui sono parlate: a sostenerlo, una ricerca apparsa sulla rivista “PLOS ONE" a firma di Caleb Everett, antropologo dell'Università di Miami, in Florida.

Fino a poco tempo fa, i linguisti erano abbastanza concordi nel ritenere che le variazioni fonetiche delle lingue umane fossero in larga parte arbitrarie. Questa nozione è stata messa in discussione recentemente da un filone di ricerca che ha raccolto prove stringenti del fatto che i climi caldi sono correlati positivamente con il grado di sonorità di una lingua (almeno per quanto si è riusciti a dimostrare per un insieme di 60 idiomi). Per esempio, nei climi più caldi sono più probabili sonorità più intense, come sillabe con un alto tasso di vocali e con una maggiore ampiezza media, forse perché le culture dei climi caldi si basano molto sulla comunicazione a grandi distanze.

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