Nova Sento 19/1/08

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L´italiano estromesso

L’incredibile notizia che al Politecnico di Torino chi studia in inglese
non paga tasse ha suscitato forti reazioni soprattutto da parte di radicali
e di alcune testate giornalistiche, per la discriminazione linguistica che
si è creata ai danni dell’italiano, ma alla fine tutto è rimasto come
prima. L’anglificazione dei corsi di laurea con il conseguente degrado del
sapere scientifico in lingua italiana procede ineluttabile. Bene ha fatto
Michele Gazzola, ricercatore dell’Università di Ginevra, a tornare
sull’argomento col suo intervento “L’italiano, lingua tassata ed estromessa
dall’università” (Cronaca d’Abruzzo del 2/1/08 pagina Cultura) che ci trova
del tutto consenzienti.

Chiunque abbia letto qualcosa di quello che succedeva nelle colonie
francesi del Nord-Africa o nelle colonie inglesi in tutto il mondo o anche
nelle colonie italiane in Etiopia, Somalia, ecc., ritrova esattamente la
stessa situazione al Politecnico di Torino adesso ed in Italia. Anche
allora, in Tunisia si teorizzava che in fondo il francese era la lingua
della cultura e dell´apertura al mondo (e le classi superiori educavano i
loro figli direttamente in francese). Nelle colonie inglesi si usava
l´espressione "Speak white!" (Parla bianco, parla come parlano i bianchi!).
questa espressione, del resto, viene ancora usata dagli anglofoni del
Québec, quando qualche francofono credendo di stare a casa sua, si rivolge
in francese ad uno sconosciuto anglofono di passaggio.

Il rettore del Politecnico non sa, poverino, che sta rispondendo a quello
stesso invito di "parlare bianco", che gli viene dai "bianchi" del mondo,
che considerano il fatto che gli studenti di Vercelli o di Biella osino
ancora parlare in italiano di cose tecniche un affronto diretto al mondo
civile (leggi anglosassone). Cosa credono questi italiani di essere
civilizzati anche loro? Non si saranno montati la testa a causa di Dante
Alighieri, di Manzoni, o del G8?

Il vero problema, comunque, non e' il rettore del Politecnico ma tutto il
mondo politico, che abdica alla sua funzione di rappresentante degli
interessi dei suoi elettori, e fa passare, tacendone, questa
discriminazione fatta a cittadini italiani, che pagano le tasse per poi
pagare piu' tasse, se parlano in italiano. E' la solita storia dei forti
con i deboli e deboli con i forti. Dove sono i sindaci leghisti di quelle
parti? Quei sindaci che se la prendono con gli immigrati poveri e che osano
parlare di cancro, riferendosi ai mussulmani immigrati, ma di fronte alle
prepotenze dei "bianchi", come quella del Politecnico, non osano alzare
nemmeno il mignolo. Forse alzano solo la coda per scondinzolare in segno di
riconoscenza verso qualcuno che e' piu' forte di loro.

C'e' da vergognarsi di essere italiano e di appartenere ad un popolo a cui
appartengono tanti autocolonizzatori.

Vadano pure avanti finche' la gente non ne potra' piu' e si ribellera' come
e' successo nei paesi satelliti dell´Unione Sovietica appena hanno potuto.
Facciano ora le loro prepotenze e preghino Iddio che la borsa di New York
non ceda subito sotto le pressioni dei mutui. I loro figli saranno quelli
che decideranno che ormai e' meglio studiare in cinese che in italiano.

Renato Corsetti
Psicolinguista Universita' di Roma "La Sapienza" e membro Consiglio
scientifico di Allarme Lingua

www.disvastigo.it DIS338 11/1/08
Direttore editoriale: Giorgio Bronzetti

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