L'apertura della politica e del turismo hanno richiamato molta attenzione sulla Birmania - quella attuale dopo le lotte storiche, gli arresti domiciliari di Aung San Suu Kyi, le divisioni razziali interne, i problemi con la libertà d'espressione.
Il PEN Esperanto, sezione del PEN International costituita dagli scrittori in lingua esperanto, in occasione della giornata della cultura esperantista (Zamenhof-tago), domenica 15 dicembre alle ore 16 organizza presso la Libreria Popolare in Via Tadino, a Milano, una conversazione sulla Birmania con la scrittrice birmana Ma Thida. Il PEN International è l’associazione internazionale degli scrittori che il 10 settembre 1993, nel congresso di Santiago de Compostela, ha accolto come sua sezione il centro esperantista, riconoscendo così all’esperanto la dignità di lingua letteraria.
Ma Thida (1966) è medico chirurgo, attivista per i diritti umani, ex-prigioniera di coscienza (condannata a 20 anni per supporto ad Aung San Suu Kyi, ne ha scontati 6, contraendo tubercolosi, rilasciata su pressione internazionale). Ha pubblicato libri con lo pseudonimo Suragamika (viaggiatore coraggioso). Nel suo paese è conosciuta come intellettuale di rilievo, i cui libri si occupano della situazione politica della Birmania. Ha lavorato come giornalista a una rivista mensile per giovani e a un settimanale. Ha praticato come chirurgo al Muslim Free Hospital che offre servizi gratuiti ai poveri. Durante la prigionia, di cui ha sopportato le infinite durezze grazie alla meditazione buddista, ha ricevuto parecchi premi internazionali nel campo dei diritti umani (Reebok Human Rights Award (1996) e PEN/Barbara Goldsmith Freedom to Write Award (1996).
Presiede l’evento Chiara Macconi, membro del PEN International e responsabile della sezione del PEN esperanto dedicata agli scrittori in prigione.