Allarme lingua

 

I dialetti in generale e il genovese in particolare sono in via di estinzione!

I dialetti sono le uniche a potersi definire a pieno titolo lingue naturali, create e legate ad una comunità e alla sua cultura... ma non necessariamente al territorio... come si è potuto notare nell'ultima riunione delle confraternite e portatori di Cristi.

Al contrario... le lingue nazionali come l'italiano sono pianificate e spesso imposte,  in quanto estensioni di una lingua propria di una ristretta elitte (culturale e non). Il latino che abbiamo studiato a scuola era la versione “aulica e curiale”, non l'autentica parlata dei Latini. Il francese moderno era l'idioma delle classi colte di Parigi e dell'Ile de France, mentre la popolazione si esprimeva in diverse lingue romanze o addirittura celtiche. La fondazione dell'Accademia di Francia per ordine del Cardinale Richelieu, poi, ha definitivamente pianificato e imposto la lingua. Il Danese è stato riformato nel 1948... il Norvegese (limitandoci agli ultimi cento anni) nel 1917, 1938, 1981, 2003... lo standard del tedesco in Svizzera è diverso da quello in Germania a causa delle diverse riforme susseguitesi nel tempo, al punto che gli Svizzeri devono studiarne le differenze... e così via. L'italiano non fa eccezione. Nasce come lingua letteraria... adattamento del toscano da parte delle classi colte... poi — con l'unità d'Italia — diventa lingua burocratica (infatti dagli stranieri veniva chiamato impropriamente “piemontese” o “sardo”)... mentre la popolazione lo ha adottato in parte con la scolarizzazione obbligatoria ma soprattutto con l'avvento della televisione.

Dunque... perché il dialetto è in via d'estinzione? Un altro crimine da attribuire alla televisione?

Esprimersi in dialetto era sinonimo di povertà

Purtroppo... il “merito” di ciò va ad una generazione che ha impedito ai loro figli di esprimersi in dialetto, perché sinonimo di povertà e d'ignoranza, mentre l'italiano era la lingua della classe dirigente. inoltre vigeva l'infondato timore che il dialetto impedisse un corretto apprendimento dell'italiano. Questo è stato ampiamente smentito dai fatti. Ci sono bambini che a sei anni riescono a gestire perfettamente tre lingue (purché... come dire... “materne” e non imposte)! Ovviamente qualcuno può avere un periodo di “transizione” in cui emergono difficoltà... che poi vengono sempre superate brillantemente... aumentando, di conseguenza, il potenziale umano.

Ebbene... oggi l'italiano rischia la stessa sorte del dialetto!

Non solo si sta impoverendo (forse perché non ancora veramente radicato nella popolazione), ma per il volgo la nuova lingua della classe dirigente... o di quelli che contano è l'inglese! Ai bambini viene (e si pretende che sia...) insegnata la lingua di Albione anche in periodo prescolare... il tutto condito con il sottile e insinuoso messaggio che “solo con l'inglese puoi riuscire nella vita... il resto non conta”.

E così la qualità del nostro italiano sta scemando anche nelle scuole. Non è raro trovare nei temi abbreviazioni da messaggini come “xkè” (perché), “nn” (non), “cmq” (comunque), “x” (per)... e addirittura qualche “4ever” (inglese: forever=per sempre).

Cos'è «Allarme lingua»

Proprio nell'arginare questo disastro culturale, consiste l'attività di “Allarme Lingua”, associazione senza scopi di lucro, apartitica e civile, “che ha per obbiettivo la tutela delle lingue etniche e la diversità linguistica” (citazione dallo statuto). L'attività è su due fronti: uno istituzionale (studi... pressioni sulle autorità europee... carte bollate e “papê  vari), l'altro di educazione e sensibilizzazione della popolazione.

Ebbene... recentemente questa associazione si è interessata anche del piemontese, dell'occitano, del ligure e del provenzale... riuscendo ad allacciare rapporti con le omologhe organizzazioni in terra francese.

Tuttavia... scorrendo l'elenco di chi, a vario titolo, è impegnato nella difesa del ligure , si nota la totale assenza di genovesi e tigullini. Così, a tutela della parlata propria del Golfo, si è schierato il movimento esperantista tramite la locale associazione!

Ma che c'entra una lingua nata per scopi internazionali... con il genovese?

In effetti... ad un attento esame del sito www.allarmelingua.it... si nota un indirizzo di posta elettronica con dominio disvastigo (parola in esperanto che significa “diffusione”, ottima scelta di termini per un'agenzia stampa)... tra i fondatori c'è il professor Minnaja (noto uomo di scienza, linguista e madrelingua esperanto). Tuttavia ciò non sorprende. L'Esperanto stesso nasce come lingua rispettosa della diversità linguistica... quindi proprio in chi professa tale filosofia è più facile trovare persone disposte a salvare i dialetti e l'italiano.

Colgo l'occasione fornita dal mezzo della stampa — e in particolare da il Mare, testata da sempre attenta alle problematiche locali — per ringraziare tutti coloro che collaborano a vario titolo con l'iniziativa di Allarme Lingua.

Tuttavia è una vergogna che noi liguri e noi tigullini non facciamo nulla di concreto in proposito... salvo pubblicare qualche testo per amanti del genere, proporre testi “italiano-genovese” creati nel '800 per i PIEMONTESI...  o invejendare qualche progetto di studio, destinato a non uscire mai dal così detto “mondo accademico”.

Solo ora ci accorgiamo dell'errore... ma è troppo tardi!

Il dialetto è — come si diceva — lingua naturale...  avallata dalla comunità dei parlanti. Non è forse vero che ogni paese o frazione ha il suo genovese... ed è il proprio genovese ad essere corretto, mentre quello degli altri è... ehm!... degli “altri” (e implicitamente scorretto)?

Recuperare il dialetto... magari come materia di studio... sarebbe comunque un crimine... una parvenza di “parlata locale”... in realtà una pianificazione e imposizione di quella del capoluogo (quindi... una versione in piccolo di ciò che accadde con le lingue nazionali)!

Ormai quello che è fatto è fatto... ma cerchiamo almeno di salvare l'italiano.

 

H.H.Attori

Il MARE new (anno III n° 8 Ago/Set 2006) pag. 8