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Ap – Esperanto

La lingua inglese causa forti ingiustizie nella Comunità europea

English mother tongue” è scritto su troppi annunci di richiesta di personale da parte di organismi europei e di aziende da essi finanziate. L’agenzia Disvastigo, organo degli esperantisti, segnala alla stampa italiana questa discriminazione linguistica. Il prof. Renato Corsetti, presidente dall’Associazione Mondiale di Esperanto, ne denuncia la gravità al Mediatore europeo Jacob Söderman

Gli organismi europei riservano sempre più posti a personale di madre lingua inglese, mentre ufficialmente tali posti sono aperti a tutti i cittadini della comunità. Il direttore dell’Agenzia di notizie per i problemi della comunicazione Disvastivo, Giorgio Bronzetti, ha dichiarato che, «negli ultimi mesi, vi sono state 400 offerte di lavoro, da parte di ditte ed organizzazioni europee di Bruxelles, del tutto discriminanti; una discriminazione linguistica, infatti, che costituisce un grave attacco contro il secondo articolo della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (“Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente dichiarazione, senza distinzione alcuna …di lingua).»

Molti annunci di offerte di lavoro, riservate a personale di lingua inglese, sono di organismi europei finanziati in tutto o in parte dalla Commissione europea. Nel 2001, anno europeo delle lingue, vi sono state delle chiare condanne della discriminazione linguistica da parte, tra l’altro, del ministro belga Laurette Onkelinx, responsabile per le pari opportunità. Tale pratica, tuttavia, prosegue ancora nel 2002 e la Commissione Europea continua a finanziare società di Bruxelles che riservano posti solo a persone di madre lingua inglese.

Il Prof. Renato Corsetti – presidente dell’Associazione Mondiale di Esperanto, docente di Psicopedagogia del linguaggio e della comunicazione presso La Sapienza, e redattore di Disvastigo – denuncia al Moderatore europeo la discriminazione linguistica e chiede che la Commissione Europea riconosca la natura discriminatoria degli annunci recanti la dizione “english mother tongue” e simili, e assicuri che non finanzierà più le ditte discriminanti, ponendo allo studio gli strumenti per eliminare tale comportamento.

Tale denuncia riguarda soprattutto le offerte che richiedono la conoscenza dell’inglese dalla nascita. «Ancora più grave – sostiene Giorgio Bronzetti – è il fatto che a richiedere la “perfetta conoscenza dell’inglese” sono le ditte che lavorano con la Commissione, e che invitano solo i nativi, senza considerare il livello di conoscenza che possano avere anche i concorrenti non nativi, ed i sacrifici cui questi si sono sottoposti per apprendere la lingua.»

Giorgio Bronzetti dichiara che «si calcola che per una buona conoscenza dell’inglese siano necessarie almeno 10.000 ore di studio e di pratica, mentre la scuola riesce a darne in Europa solo una media di 800-1200. La soluzione di questi problemi della comunicazione – conclude il direttore di Disvastigo, che conosce perfettamente l’argomento –, in modo semplice ed equo, senza pericoli di discriminazione alcuna, è quello di non privilegiare una lingua etnica sopra le altre, e quindi i cittadini di una nazione sopra le altre, ma l’adozione della lingua non etnica: l’esperanto. Voler ignorare tale soluzione, come dice Claude Piron, psicologo svizzero collaboratore di Disvastigo è “Un cas étonnant de masochisme social”.»

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