La sola Commissione europea conta quasi 1.500 traduttori. A questi si aggiungono decine di interpreti. I francesi si lamentano, spiegano che la loro lingua non è praticamente più utilizzata e che l’inglese ha preso il sopravvento. Eppure, le lingue ufficiali dell’Unione restano 23 e conosco interpreti e traduttori che si dibattono giornalmente tra il francese e il croato, l’ungherese e il finlandese, il portoghese e il polacco.

Si potrebbe pensare che a sessant’anni dalla nascita dell’Unione, la specializzazione europea in questo campo fosse imbattibile.  Invece, un rapporto della Corte dei Conti ha fatto le pulci ai traduttori, citando documenti alla mano scivolate e svarioni: “Nel corso degli anni, le istituzioni europee hanno sviluppato un vocabolario ben diverso da qualsiasi forma riconosciuta di inglese”, è il giudizio del tribunale amministrativo.

La straordinaria capacità dell’inglese di trasformare un verbo in sostantivo, e viceversa, contribuisce probabilmente a errori nell’uso della lingua. Forse l'assenza di sufficienti traduttori di lingua madre in inglese fa sì che si rischino le facilonerie. La Corte dei Conti ne ha approfittato per stilare una lista di faux amis, utile per i funzionari delle istituzioni europee ma anche per tutti noi. Actual per esempio non significa attuale, ma reale, vero. Agenda non è un libro in cui si segnano gli appuntamenti della giornata, ma è un programma di lavoro. To define, vuol dire definire, non creare o illustrare. Delay significa rinvio, non scadenza.

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