¾ degli inglesi non parlano le lingue straniere. Senza grande sorpresa, l’ultimo rapporto compilato dal British Council rimette l’accento sul punto più debole della popolazione d’Oltremanica. Ma da un’altra prospettiva: la poca dimestichezza con gli altri idiomi è un pericolo serio per l’economia. Infatti, 10 sono le lingue identificate come strategiche considerando i bisogni economici, geopolitici e culturali del paese: spagnolo, arabo, francese, cinese mandarino, tedesco, portoghese, italiano, russo, turco e giapponese. Nessuno nega il ruolo cruciale della lingua di Sua Maestà nella comunicazione e negli scambi commerciali internazionali –si legge nel rapporto – ma uno studio di David Graddol risalente al 2006 afferma quanto segue: l’inglese scenderà presto dal primo gradino del podio e nel momento in cui questo avverrà, la popolazione d’Oltremanica, incapace di comunicare in altri idiomi, affronterà un periodo molto difficile. Soprattutto economicamente. Tutto parte dalle scuole, dove gran parte degli alunni non raggiunge nemmeno le competenze di base (livello A1). Tant’è che a due passi dalla fine del 2013 il numero di coloro che sono riusciti ad ottenerlo è già diminuito del 5%, attestandosi oggi a meno di un alunno su 26. Con la scelta dei corsi intermedi/avanzati di francese e tedesco in caduta libera (- 10 e 11%). Attualmente, la lingua d’Oltralpe è l’unica parlata discretamente dal 15% della popolazione, seguita da tedesco (6%), spagnolo (4%) e italiano (2%).