Una nuova ricerca ha scoperto che solo una piccola percentuale delle lingue parlate nel "mondo offline" sono poi usate sulla Grande Rete.

La varietà linguistica è una caratteristica del mondo “materiale”, ma non si può certo dire che sia rappresentata in quello online. Dove le differenze di linguaggio vengono tradizionalmente preservate dalla distanza e dalla vastità del globo, tutto avviene contemporaneamente sulla Grande Rete ed è importante capirsi al volo.

Secondo una ricerca di Andras Kornai, glottologo, questa tendenza potrebbe uccidere una serie di linguaggi enorme in pochi anni. Stando ai suoi dati, meno del 5% dei linguaggi sono rappresentati online. L’esempio che cita è quello della Norvegia, in cui vengono parlate due varietà della lingua ufficiale, Bokmål e Nynorsk. La prima lingua è parlata dall’85%, forse 90% della popolazione, ed è anche la lingua della televisione, della musica e dei giornali. La comunità che si esprime in Nynorsk è quasi completamente assente da Internet, nonostante sulla carta dovrebbe essere consistente: si tratta di mezzo milione di persone, forse addirittura 750.000. Nonostante le autorità siano rigidamente bilingui, la Rete non lo è.

Kornai ha sviluppato un software che analizza i domini top-level alla caccia delle parole usate nei 7.776 linguaggi che sono la stima minima di quelli usati nel mondo reale, analizzando correttori ortografici, sistemi operativi, browser, numero di parole usate, pagine di Wikipedia (un indice importantissimo della vitalità di un linguaggio).

Di questi linguaggi analizzati il 40% è in pericolo, e la maggior parte degli altri non compare molto online. Saranno le prossime due o tre generazioni a rispondere alla domanda poste da Kornai: quanti possono sopravvivere nel mondo della Grande Rete?

Fonte: downloadblog.it