24.04.05 Corr.AltoA.

POLITICA VATICANA

Mazzini, Zamenhof, il Papa e l'Europa

Bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini, centenario del primo Congresso mondiale di Esperanto a Boulogne-Sur-Mer con 668 partecipanti pro­venienti da 20 Paesi.

Essenziale per Mazzini era realizzare il principio dell'ugua­glianza; sviluppò le sue posizio­ni ideali nella rivista «Giovine Italia» e nell'organizzazione della «Giovine Europa» (Atto di fratellanza -1864; Patto di fratellanza -1871).

Gli eredi del pensiero di Maz­zini riconoscono e stimolano la fratellanza dei popoli e lo spiri­to del cosmopolitismo.

Eideale di Zamenhof è la conciliazione tra gli uomini: es­sa si basa pure su principi di fra­tellanza e di uguaglianza, come da lui dimostrati nel suo discor­so tenuto al primo Congresso.

Grazie alla lingua internazio­nale il suo sogno, per la prima volta, ha cominciato a diventa­re realtà: uomini di Paesi diver-

si si sono compresi e parlato co­me fratelli, non come francesi a inglesi o russi a polacchi, ma co­me uomini che parlano a uomi­ni.

Secondo Zamenhof però la «fraternizzazione» si può com­piere se i popoli e le classi si in­contrano su un piano di parità, grazie a un idioma pianificato in grado di riconoscere l'ugua­glianza fondamentale di tutte le lingue etniche.

Molto significativo è il fatto che il nuovo Pontefice, Joseph Ratzinger, abbia scelto una vol­ta eletto il nome Benedetto, pa­trono d'Europa.

Si dice che abbia scelto Bene­detto perché l'ultimo era nemi­co dell'«inutile strage». Si dice anche che abbia in animo di in­tensificare l'uso del latino come lingua neutrale unificante della Chiesa.

E per il mondo moderno lai­co e per l'Unione europea non potrebbe avere analogo ruolo un idioma ausiliare come l'e­speranto, considerato il latino moderno?

Renzo Segalla, Bolzano

Corriere dell’Alto Adige del 24/4/05