Chieti da tempo sede di una «crociata» contro l’eccesso di inglese ma ora una buona notizia viene da Oxford

 

Non più soltanto musica e arte, la nostra lingua domina anche nella gastronomia

L’italiano? Si rilancia in... cucina

 

di ANTONELLO ANTONELLI


DANTE... colonizza Shakespeare: se proprio da Chieti, grazie al linguista Giorgio Bronzetti, direttore dell´agenzia di stampa internazionale "Disvastigo", è partita una vera e propria crociata contro la lingua di Albione, "rea" di essere diventata ormai il nuovo idioma comune, costringendo le altre parlate nazionali ad una sostanziale inferiorità, è proprio dal cuore dell´Inghilterra che viene un dato apparentemente in controtendenza. Nell´ultimo secolo, infatti, secondo una ricerca condotta da eminenti etimologi della Oxford University, l´ateneo più famoso al mondo, sarebbero aumentate esponenzialmente le parole la cui origine è riconducibile direttamente o indirettamente all´italiano. Una rivincita in piena regola per la lingua di Dante, che dimostra ancor di più quanto sia importante la battaglia di "Disvastigo" per l´instaurazione di una reale parità linguistica, una lotta che è arrivata alle aule del Parlamento Europeo grazie al coordinamento internazionale degli appassionati dell´esperanto, che hanno il loro centro propulsore proprio in città. Secondo la ricerca della Oxford University, l´inglese globale, ossia quell´idioma ormai internazionale che proviene dalla lingua britannica e che comprende, oltre all´inglese, anche l´americano, l´irlandese e le lingue anglo-africane, contiene migliaia di parole di origine italiana. Curioso è scoprire che tipo di termini abbiano "colonizzato" l´inglese: innanzitutto quelle del linguaggio della musica, dell´architettura e dell´arte, in cui da secoli l´Italia eccelle e che anche nel Novecento hanno consegnato alla terra d'Albione numerosi lemmi peculiari e specialistici. Ma il vero boom, che dimostra quanto la nostra cultura sia davvero... globale e globalizzante, lo si riscontra nei termini culinari: e qui non si parla solo di "pizza", "spaghetti" e "maccheroni", che hanno un posto speciale nei dizionari anglosassoni da almeno cinquant'anni, ma anche di altre prelibatezze e specialità regionali di cui la nostra cucina è maestra (cannelloni, fiorentina, orecchiette, ma anche l´abruzzese parrozzo). Insomma, se l´inglese ci "colonizza" sul lavoro (con i tecnicismi, specie quelli legati al mondo dell´informatica), la "rivincita" dell´italiano si serve... a tavola.

 IL TEMPO lunedì 17 giugno 2002