Disvastigo

Nicola Cucullo, a capo dell’Amministrazione Comunale di Chieti da un decennio, è uno dei sindaci più singolari d’Italia, descritto pittorescamente in più occasioni dalla stampa nazionale incuriosita dalle sue battute provocatorie su avvenimenti storici e politici pronunciate per bizza e dalle sue azioni dirompenti, capace com’è di dar mano personalmente ad un piccone per demolire il mal fatto ..Disvastigo l’ha intervistato. Si è parlato del degrado dell’italiano e del problema linguistico europeo, di scottante attualità ed anche di altro.

Signor Sindaco, tempo fa l’Amministrazione Postale ha eseguito dei lavori di ristrutturazione in un suo edificio a Chieti Scalo ed ha posto un cartello dei lavori con su scritto “Realizzazione nuovi layout”, termine tecnico inglese da pochi conosciuto che significa “progetto,distribuzione delle superfici”. Qualche giornale pubblicò un mio articolo dal titolo “L’imbarbarimento linguistico a Chieti comincia dalle Poste”. Del resto la trasmissione sui paesi d’Abruzzo di RAI 3 si chiama Countries, quindi niente da dire al negozio di calzature dello Scalo che ha adottato il termine americano Outlet.

Si tratta di cattivo gusto, pessimo. Ma l’esempio viene dall’alto. Quando sentiamo alla Camera dire Question time per “interrogazioni” e si fa una legge sulla privacy come se noi fossimo degli zulù incapaci di esprimere il concetto e si parla di Ministero del Welfare , termine che in Inghilterra più che altro indica l’assistenza, gli assegni vari per lo studio, la casa e in America assegni per la disoccupazione e la povertà , che ci aspettiamo dal popolo bue ? E il Lavoro dove è andato a finire ? (1) L’amministratore delegato delle Poste, che sarà anche l’autore della tabella dei lavori suddetta, dice che bisogna servirsi delle Poste “in una logica di application service provider. Questo amministratore, di nome Massimo Sarmi , lo sa di essere un servitore dello Stato (anzi dell’utenza, dato che le Poste non sono più dello Stato), cioè “un pubblic servant “ e che il primo dovere è farsi capire ?

 

Ma se continua così, come prevedono i linguisti, fra 50 anni l’italiano si parlerà solo in casa coi nonni e addio al dolce stil novo. E’ del tutto inutile che Sabatini e la Crusca vadano all’attacco per un buon piazzamento dell’italiano come se si trattasse di un campionato di calcio. Bisogna che si diffonda la coscienza dei diritti e dei doveri anche nel campo della comunicazione internazionale.

Giusto. Ma Lei parla di cose del tutto estranee ai più. Ha mai sentito in tutte queste manifestazioni di piazza, sfilate e girotondi parlare di diritti e doveri della comunicazione, che poi nel nocciolo sarebbe il diritto di capire e il dovere di farsi capire, e nel campo internazionale la scelta di una lingua non etnica alla portata di tutti, leggi esperanto o una specie di esperanto, cioè una scelta di una comunicazione democratica. Si tratta di una visione liberale, di rispetto delle culture, estranea ai “sinistri” che risentono della soluzione staliniana del problema linguistico ridotto brutalmente da Baffone a “o russo o inglese” a seconda della cappella sotto cui si stava. I sinistri non fanno caso per niente alla divisione che si sta creando fra cittadini che per nascita, o per essere figli di papà, che gli permettono di studiare in università inglesi o americane, conoscono l’inglese e i cittadini di altri Paesi o di nascita “plebea”, il cui inglese anche dopo anni di studio serve a ben poco. Ho letto poi dell’interrogazione del sen Zappacosta sulla discriminazione a favore dei madrelingua inglese esistente nelle organizzazioni europee, che dovrebbe esser fatta conoscere a tutti i politici italiani, non stalinisti naturalmente, e da essi sottoscritta. La discriminazione linguistica è vietata sia dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che dalla Carta europea. Se n’è parlato ultimamente in occasione della giornata d’Europa.

 

Signor Sindaco, nella stampa fascista dell’epoca si accusava l’esperanto , creato da Zamenhof di religione ebraica, di essere uno strumento di diffusione dell’ebraismo. Alcune persone di una certa età quando sentono nominare l’esperanto si irrigidiscono impercettibilmente senza volerlo sotto un ricordo inconscio di quei tempi. Succede anche a Lei ?

Assolutamente no. Non collego l’esperanto agli ebrei e l’accusa di diffondere l’ebraismo secondo me non si regge trattandosi di una religione non di conversione. L’ha mai visto un missionario ebreo ? Poi gli ebrei avevano l’Iddish per capirsi. L’esperanto degli ebrei (2) è ora l’ebraico, una lingua antica ricostruita e rimpolpata ex novo, il che dimostra come una lingua si possa anche costruire a tavolino. L’essenziale è che venga accettata da un gruppo umano.

 

E pensa che vi siano delle prospettive in Europa, dove il problema linguistico è di grossa attualità ed urgenza, per l’esperanto ?

Quando i cittadini d’Europa saranno ben consci delle varie opzioni possibili e dell’esistenza di un diritto alla comunicazione per tutti, i politici saranno costretti a seguire la volontà popolare

L’esperanto rappresenta la soluzione più semplice ed equa e appunto per questo credo non ha avuto il successo che meritava come lingua internazionale. Perché non rappresenta un business, come certe medicine che sento dire che, pur essendo ottime, sono state tolte dalla circolazione e non vengono più prodotte perché costavano troppo poco. L’inglese è un affare colossale. Già nei primi anni di scuola inizia il mercimonio dei pellegrinaggi in terra di Albione, scandaloso ed immorale perché mette in difficoltà delle famiglie con poche entrate, per andare poi ad imparare qualche filastrocca su Halloween che non ci “azzecca” niente, come dice il molisano Di Pietro, con la vita nostra. Con l’esperanto non sarebbe più necessario studiare anni e andare all’estero né da bambini né da grandi.

 

A me è rimasto impresso un articolo dell’Observer dal titolo compiaciuto “They’re talking our language” (parlano la nostra lingua) che iniziava così : “L’Inghilterra può aver perso un impero ma ha conquistato un pianeta”. E infatti solo gli studenti stranieri l’anno scorso sono stati 550.000 negli S.U. e 220.000 in Inghilterra. E pensare che un linguista e antropologo americano ben noto, Edward Sapir, scriveva nel 1931 che l’inglese non era adatto a svolgere un ruolo di lingua ausiliaria e che se anche si fosse diffuso in tutto il mondo sarebbe stato soppiantato da una lingua chiara e semplice come l’esperanto di cui si sarebbe sentita l’esigenza.

Interessante. Però nel 31 la visione del mondo era del tutto diversa da quella di oggi in cui vi è il predominio assoluto del mondo angloamericano che fa legge nel campo linguistico. Cioè, se non si diffonde il concetto del diritto ad una comunicazione equa per tutti, la qualità richiesta ad una lingua per essere internazionale non sarà la sua logicità o semplicità o armoniosità o quello che vuoi ma l’appartenenza alla potenza economica egemone. Ma se gli americani sono arrivati ad imporre insegnanti di inglese di agenzie statunitensi persino alla Brigata Internazionale dei Paesi dell’Est che hanno aderito alla Nato! Così che teoricamente un polacco dovrebbe comunicare in inglese con uno slovacco, mentre tutt’e due si capirebbero perfettamente parlando ognuno la propria lingua.. Con la lingua si diffondono poi consumi e mentalità deleterie come passare la notte nelle discoteche, masticare gomma, drogarsi e dire “no problem “in continuazione.

 

L’agenzia da me diretta, Disvastigo, che come Lei saprà dalla stampa che ne ha parlato diffusamente più volte, si occupa dei problemi della comunicazione e della difesa delle lingue e delle culture, ha ricevuto recentemente molti elogi da varie personalità tra cui l’addetto culturale irlandese presso l’Ambasciata di Berlino e il suo collega italiano presso quella di Vienna ed uno scrittore svizzero, impegnato nel campo interlinguistico, ha lanciato su vari canali la proposta di creare delle sezioni estere dell’agenzia, il che porterà senz’altro lustro alla città di Chieti, sede centrale di Disvastigo. Spero le faccia piacere.

Apprezzo e solidarizzo con l’iniziativa che cercherò di incoraggiare in qualche modo. Intanto da parte del Comune c’è stato un sostanziale riconoscimento verso la Sua attività con l’assegnazione del trofeo per la cultura Il Capestrano d’argento e l’Assessore all’Istruzione ha espresso l’intenzione di introdurre l’esperanto nelle scuole cittadine. Riguardo quest’ultimo punto però c’è da dire che qui non siamo a Budapest dove si è abituati a studiare l’esperanto a scuola o all’Università a parità delle altre lingue e vi sono insegnanti preparati e motivati. Anche i genitori dovrebbero fare uno sforzo per capire una cosa un po’ insolita da noi. Ma chi si aspettava tutto questo successo di pubblico in città per la settimana mozartiana quando si era abituati ad ascoltare le bande in piedi sgranocchiando noccioline ? I tempi cambiano anche a Chieti.

 

Purtroppo non si direbbe a giudicare da un’istituzione che dovrebbe dare lustro alla regione e invece la pone a distanze siderali da centri analoghi: l’Agenzia per la Promozione Culturale sorta nell’edificio dell’ex Casa dello Studente, restaurato dopo almeno 40 anni di discussioni e polemiche, presentato più volte come una grande conquista per la città. Una raccolta di libri del tutto inutili (a chi verrebbe in mente di andarvi a chiedere un libro quando esiste a pochi passi di distanza una fornitissima Biblioteca Provinciale ?) Se poi si dovesse organizzare qualche riunione, dovrebbe essere sempre di mattina perchè, sottolinea la direttrice, si tratta di “un ufficio pubblico”. Sentire parlare di ufficio pubblico quando ero stato pochi giorni prima ad una delle 11 case della cultura di Norimberga, la Kulturladen (bottega della cultura),un palazzetto dove in ogni stanza c’era un’attività dai canti turchi, al corso d’esperanto e si poteva andare in cucina a farsi il caffè come a casa propria, cioè pubblico perché serve al pubblico e non agli addetti o ai politici, non Le sembra ? Le chiedo scusa se mi sono soffermato sull’argomento ma non sarebbe il caso di fare qualcosa?

Quello di intendere il pubblico come cosa propria, l’ospedale non per i pazienti ma per i dottori, la scuola per gli insegnanti, la Posta per i postali come se fossero delle varie corporazioni professionali come i vari Ordini, che non hanno alcuna ragione di esistere oggigiorno, è un sentimento di antica data . I padroni delle “anime morte”, come chiamava Gogol i contadini defunti che potevano anche se defunti esser ceduti per ragioni di prestigio per chi li acquistava ( e poteva annoverarli nel proprio patrimonio, come fanno appunto certi politici che comprano i voti), avevano bisogno di feudi per piazzare i sostenitori, i quali una volta conquistato il posto esclamavano “hic manebimus optime”, e chi ci sposta ? Certi schieramenti, poi, hanno preso d’assalto interi settori, come le sinistre che hanno sistematicamente invaso gli spazi culturali, cinema, editoria, tv creando l’equivoco tuttora esistente che la cultura è di sinistra. Ma il discorso è generale e non c’entra con l’Agenzia di Promozione culturale che non appartiene al Comune ma alla Regione e che è in via di completamento. Mi interesserò comunque della cosa e se potrò capitare a Norimberga mi documenterò sul Kulturladen e le altre case della cultura.

 

Quando da giovane vivevo a L’Aquila ho avuto la fortuna di incontrare autorità sensibili ai valori espressi dall’esperanto che mi hanno messo a disposizione aule dell’università per i corsi, locali per le varie attività del gruppo che si era formato e mi hanno permesso di organizzare un congresso mondiale della gioventù di grande successo. A Chieti solo di recente c’è stato un certo interesse per le mie iniziative e nel ringraziarLa vivamente dell’attenzione che ha voluto concedermi con questa intervista mi auguro questo interesse porti qualche frutto concreto.

L’Aquila ha deciso da molto une scelta vocazionale ben precisa nella cultura ed è stata sempre aperta alle novità. L’Università poi fa parte integrante del tessuto cittadino e tra le bancarelle della piazza si sente parlare anche di letteratura e di filosofia. Da noi la città degli studi è staccata dal centro e nonostante la asserita vocazione culturale, grazie alla pescarofilia, hanno chiuso finora cinque librerie. Spero che Lei possa trovare anche a Chieti dei giovani per le sue iniziative come l’agenzia di stampa che,come sento, ha collaboratori soprattutto al nord, che potrebbero così familiarizzare con la stampa internazionale e con le lingue e Le assicuro il mio fattivo interessamento per quanto possibile anche per il gruppo esperantista teatino.

 

Giorgio Bronzetti

Disvastigo agenzia specializzata sui problemi della comunicazione

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www.disvastigo.it

 

(1) Ufficialmente il nostro Ministero è del Lavoro e della Previdenza Sociale come in Inghilterra è Ministero del Lavoro e delle Pensioni (Departement for Work and Pensions)

(2) Come lingua nazionale però e non seconda lingua.