Istruzione, Pagano (Radicali/ERA): Grazie al  Politecnico di Milano l’italiano nell’università non è più un diritto costituzionale e l’inglese è un dovere.

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«In barba a tutte le raccomandazioni del Consiglio Europeo in materia di multilinguismo, in barba ai 150 anni dell’Unità d’Italia, in barba all'articolo 3 della Costituzione Italiana, in barba alla lingua ed al futuro delle generazioni italiane, il Politecnico di Milano annuncia, con il benestare del Ministro Profumo, che i suoi Corsi di Laurea Magistrale saranno solo ed esclusivamente in lingua inglese. Dobbiamo pertanto revocargli qualsiasi forma di contributo statale».

E' durissima la reazione del Segretario dell'Associazione Radicale Esperanto, nell'apprendere del nuovo atto di discriminazione linguistica messo in campo dal mondo accademico "italiano".

«Dato che già da anni è necessario avere un diploma riconosciuto di livello C1 per accedere alle Lauree Magistrali del Politecnico, ci chiediamo qual è il futuro che si prospetta ai giovani italiani: pagare per avere certificazioni di inglese, studiare in inglese un intero corso universitario, e poi ritrovarsi costretti a cercare lavoro all’estero (almeno finché l’italiano sarà la lingua di lavoro ufficiale del nostro paese), dove saranno sorpassati da madrelingua inglesi, in ogni caso più competenti perché linguisticamente avvantaggiati».

«La decisione del Politecnico è il contrario del servizio pubblico che dovrebbe garantire un ateneo statale - prosegue Pagano -  perchè preclude possibilità ai cittadini italiani, toglie loro il diritto di studiare e formarsi nella propria lingua madre, e concede quel diritto con più facilità a cittadini stranieri, creando discriminazione anziché integrazione».

«Se, come recita l'articolo 3 della nostra Costituzione, tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, allora mi chiedo dov'è in questo caso la tutela costituzionale. Il Capo dello Stato dovrebbe pronunciarsi sulla colonizzazione in atto e la conseguente distruzione del popolo italiano nell'essenza stessa del suo esistere, la lingua. Se questi Rettori o Ministri non sono capaci di assicurare un futuro per i giovani italiani che non passi attraverso la distruzione del loro essere tali devono andarsene - ha concluso Pagano».