D  I  S  -  E S P R E S S O
                              Notizie per la stampa


Supplemento di Disvastigo sui problemi della comunicazione e gli sviluppi del dibattito linguistico nella Comunità europea

Servizio gratuito

DIS-ES 023

 "Dear mister President" - Buttiglione penalizza l’italiano

Rocco Buttiglione nella lettera inviata a Barroso per attenuare le sue affermazioni affrettate sugli omosessuali e le ragazze madri dichiara di essere contro ogni discriminazione e non si accorge di compierne una contro la lingua nazionale a cui preferisce l'inglese.
Del resto il filosofo poliglotta non sembra affatto sensibile alla discriminazione linguistica e alla difesa delle lingue nazionali avendo del tutto ignorato, nonostante ripetuti solleciti, l'interrogazione parlamentare 4-02504 del 25/6/02 allo stesso rivolta quando era Ministro per le Politiche Comunitarie dal sen. Lucio Zappacosta di A.N. che chiedeva se il ministro riconoscesse la natura discriminatoria di annunci di offerte di lavoro riservati a coloro che sono di madre lingua inglese (1).

Il Comitato Allarme Lingua si batte da tempo, forte della presenza in seno alla Commissione di una sua rappresentante, la Sig.ra Anna Maria Campogrande, che segue con attenzione ed apprensione gli sviluppi del dibattito sulle lingue di lavoro da utilizzare nell'Ue, per un giusto pluralismo linguistico, ma non riesce a trovare tra i politici in primo piano a Bruxelles un paladino dell'idioma nazionale come punto di riferimento. Lo stesso Prodi non risulta si sia adoperato affatto per valorizzare l'italiano come Presidente della Commissione europea cui spetta, all'inizio di ogni mandato, di decidere quali lingue di lavoro utilizzare per il periodo del mandato stesso.
Giorgio Bronzetti

(1) SENATO DELLA REPUBBLICA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA Al Ministro delle Politiche Comunitarie On. Rocco Buttiglione n.4- 02504 del 25/6/02

PREMESSO CHE:
o L'articolo 21 della "Carta Europea dei Diritti" vieta qualsiasi discriminazione, facendo esplicito riferimento anche alla discriminazione linguistica;
o Le aziende e le organizzazioni internazionali, anche in Italia, riservano sempre più posti, ufficialmente aperti a tutti i cittadini, ai parlanti inglese dalla nascita;
o La Commissione Europea finanzia un gran numero delle 2500 organizzazioni internazionali che pubblicano regolarmente offerte di lavoro soltanto per parlanti inglese per nascita ("English mother tongue", "'English native speaker", 'English mother tongue or equivalent");
o Finora il presidente della Commissione Europea, Romano Prodi, non ha preso una posizione ufficiale in merito alla discriminazione linguistica:
o L'annunciata scomparsa del 90% dell'eredità linguistica costituita dalla lingua dell'uomo, a causa del predominio della lingua inglese, non è solo una catastrofe culturale, ma anche una catastrofe ecologica, e perciò costituisce una vera una crisi ecologica,
PER SAPERE.
o Se riconosca la natura discriminatoria di annunci di offerte di lavoro che sono ufficialmente aperti a tutti i cittadini ma in realtà riservati a coloro che sono di madre lingua inglese;
o Se può assicurare che la Commissione Europea non finanzierà più quelle ditte ed organizzazioni che si comportano in modo discriminante nei confronti di coloro che non parlano l'inglese dalla nascita;
o Quali misure adotterà per evitare la discriminazione linguistica contro i cittadini italiani a Bruxelles da parte delle organizzazioni in tutto o in parte finanziate dalla Commissione europea.
Sen. Lucio Zappacosta

 

DIS-ES 022

Minaccia sull'italiano

Lettera inviata da Anna Maria Campogrande, rappresentante a Bruxelles del Comitato Allarme Lingua, agli europarlamentari italiani in occasione della Giornata delle Lingue Europee (26 settembre). La Sig.ra Campogrande, funzionaria della Commissione europea, segue con molta attenzione, ed apprensione specialmente in questi giorni di cambiamento dei commissari, gli sviluppi del dibattito sulle lingue di lavoro da utilizzare nell'Unione europea e nutre fiducia che i politici italiani si mobilitino per chiedere a Barroso, prima che sia troppo tardi, delle garanzie per l'italiano e per il multilinguismo.

La situazione linguistica, in seno alle istituzioni europee è delle più gravi. Il "Gruppo Antici" del Consiglio sta studiando, in gran segreto, un modus vivendi linguistico in vista delle nuove adesioni, sulla base del documento della presidenza danese, che non aveva trovato alcun consenso in seno al Consiglio Europeo. Le voci che trapelano sono delle più inquietanti, per tutti, ma in maniera del tutto particolare per l'Italiano che è la lingua di uno dei quattro grandi Stati Membri dell'Unione e Membro Fondatore della Comunità Europea insieme a Francia e Germania.

Si racconta, negli ambienti comunitari di Bruxelles, che l'orientamento del gruppo di lavoro sarebbe quello di consacrare, sulla carta, un sistema basato su tre lingue: francese, inglese e tedesco e che questo nodo centrale sarebbe accompagnato da misure, tra le più antidemocratiche e tra le meno "comunitarie" immaginabili, le quali, predisporrebbero dei contingenti di traduzione-interpretazione per ogni Stato Membro aldilà dei quali ognuno dovrà pagarsi le proprie traduzioni-interpretazioni, trasformando, in tal modo, questi servizi in una specie di shopping-center à la carte.

Un sistema linguistico di questo tipo occulta completamente la dimensione politica dei Servizi linguistici che invece di essere considerati uno strumento di democrazia, al servizio dei cittadini europei, vengono equiparati a dei servizi di manovalanza, trascurando il fatto evidente che l'Unione Europea ha bisogno urgente di una politica linguistica degna di questo nome. Nel sistema, in fase di costruzione, quello che colpisce di più è che questo farà pesare sui Paesi più deboli, e su quelli che non saranno riusciti ad imporre la loro lingua, come lingua di lavoro effettiva, i costi dei servizi di traduzione e di interpretazione, salvo consentire l'uso esclusivo delle tre lingue con grave danno della partecipazione effettiva e concreta, di questi Paesi, al processo di integrazione europeo. Si noti, come ironia finale del sistema, che alle spese per l'uso delle tre lingue contribuiscono tutti i paesi dell'Unione. Gli italiani, quindi, pagheranno perché la loro lingua non sia usata e poi pagheranno di nuovo per avere la traduzione in italiano. Apparentemente, gli ambienti italiani non avrebbero niente da eccepire sulla messa in opera di questo sistema allorché le condizioni imposte all'Italia appaiono talmente inique che costituiscono una ragione valida, tra le più pertinenti, per ritirarsi dall'Unione.

Nessuno finora ha, infatti, spiegato alle autorità italiane, e soprattutto al popolo sovrano, secondo quali criteri la Commissione Prodi abbia ritenuto come lingue di procedura: il francese, l'inglese e il tedesco, che sono le lingue di tre dei quattro "grandi" dell'Unione, lasciando da parte l'Italia che è il quarto. L'Unione ha infatti solo quattro grandi Paesi e l'Italia è uno di questi. L'Italia è inoltre Membro Fondatore della Comunità Europea e, a questo titolo, depositario del progetto originario. Se il criterio di selezione è quello demografico, che sarebbe il solo ad avere un minimo di legittimità, insieme a quello dell'appartenenza al gruppo fondatore, l'italiano non può non far parte della rosa delle lingue prescelte. Ma Bruxelles tace, le decisioni che si prendono nel settore linguistico sono tra le meno trasparenti.

C'è da chiedersi se Ie autorità di Bruxelles non considerino gli Italiani cittadini di minor peso dei Francesi, dei Tedeschi e dei Britannici. C'è anche da chiedersi se questi fatti, accompagnati dalle politiche nazionali relative alla pubblica istruzione, non segnino l'inizio ufficiale della colonizzazione linguistica e culturale dell'Europa con il beneplacito dei nostri politici, di ogni bordo, e dei nostri Ministri.
******************************************************************************************************************************************************************
A questo appello Anna Maria Campogrande ha unito la lettera che Giorgio Bronzetti ha inviato, come coordinatore del Comitato Allarme Lingua, a gennaio al responsabile dell'Amministrazione dei Servizi Linguistici Neil Kinnock, allora anche vice presidente della Commissione europea, per protestare della decisione di ridurre a 3 le lingue di procedura (fr., ted e ing) in discordanza con la lettera e lo spirito dei Trattati. Si chiedeva che la Commissione prendesse atto di questa situazione discriminatoria nei confronti dell'Italia e vi ponesse rimedio inserendo l'italiano tra le lingue di procedura e di lavoro effettive della Commissione.
Nella risposta del capo gabinetto della Commissione si affermava:
"Come Lei sa, la Commissione decide all'inizio di ogni mandato quali sono le lingue di lavoro che verrano poi utilizzate per il periodo del mandato stesso. Questa decisione viene generalmente presa in seguito a proposta formulata dal Segretariato Generale della Commissione, che dipende dal Presidente della Commissione Europea" e si trasmetteva quindi la lettera di Allarme Lingua ai servizi competenti.
Nella successiva lettera inviata in aprile a Bronzetti il Capo unità Lars Mitek del Segretariato Generale della Commissione europea sosteneva che tutte le lingue citate nel regolamento n.1 del 1958 sono lingue ufficiali e di lavoro che hanno pari diritto a essere utilizzate e che nessuna decisione limitativa a tre delle lingue di lavoro fosse stata presa tranne per i documenti presentati al collegio dei commissari che non sono tradotti d'ufficio nelle undici lingue ufficiali attuali, ma redatti in inglese, francese e tedesco.
Lars Mitek- si badi bene- terminava la lettera con una frase per niente sibillina: "Data la limitatezza delle risorse e per ragioni di rapidità, l'impiego di talune lingue di lavoro resterà limitato."
Quindi anche se si riuscisse, non si sa come , a piazzare l'italiano in prima fila, a conti fatti, rebus sic stantibus, la musica (cioè "music") sarebbe in sostanza la stessa .
(gb)

 

DIS-ES 021

ASSEMBLEA DI "ALLARME LINGUA"

Il Prof Marcello De Giovanni nominato presidente

Si è svolta con successo, presso la sala parrocchiale di S. Pio X, l’assemblea generale di "Allarme lingua", l’associazione di difesa delle lingue e delle culture sorta a Chieti ed operante da tempo per il rispetto della diversità culturale e linguistica, e quindi per il divieto di discriminazione per la lingua, espressamente contemplati negli artt. 21 e 22 Titolo III della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

Altro impegno di Allarme lingua è la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul degrado della lingua italiana per l’abuso di termini angloamericani non necessari, favorito anche dall’indifferenza del mondo politico e culturale verso il problema.

Con questa assemblea, che si può considerare costituente, Allarme lingua si è data delle regole ed una struttura direzionale ed organizzativa che permetterà all’associazione di adempiere con più efficienza e puntualità i suoi impegni divenuti ultimamente, con l’intensificarsi dei rapporti con analoghe organizzazioni europee, sempre più gravosi, anche se più gratificanti.

Sono stati eletti:

Presidente: Marcello De Giovanni , docente di storia della lingua italiana presso la facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Chieti-Pescara

Vice-Presidente Sergio Ciancetta, medico di base

Consiglieri: Alfredo De Sipio, dirigente d’azienda

Emidio Mastrovecchio, direttore del distretto sanitario di Chieti Scalo

Andrea Gialloreto, dottore di ricerca presso la facoltà di lettere dell’Università di Chieti-Pescara

Mario D’Alessandro, direttore della biblioteca della facoltà di lettere dell’Università di Chieti-Pescara

Giorgio Bronzetti, direttore dell’agenzia stampa Disvastigo

Ciò che caratterizza Allarme lingua e la distingue da ogni altra associazione di difesa della lingua è la sua impronta popolare di libera adesione, non riservata soltanto ad accademici e specialisti, e la sua apertura verso la soluzione di una lingua non etnica e non territoriale come l’esperanto come seconda lingua per i rapporti internazionali, soprattutto nell’ambito della Comunità europea:

Per una migliore comprensione dei fini dell’iniziativa si riporta l’art. 2 dello statuto approvato dall’assemblea:

Art. 2 - Scopo e zona di attività

L’associazione è un organismo senza scopi di lucro che ha per obiettivo la tutela delle lingue etniche e della diversità linguistica.

A tal fine il Comitato si propone di:

- promuovere e coordinare iniziative di studi e ricerche sulle lingue etniche, in primis sulla lingua italiana;

- formulare programmi di intervento per la difesa delle lingue nazionali e minoritarie da sottoporre alle Autorità competenti;

- coordinare l’azione dei Comitati nazionali autonomi che si costituiranno con scopi analoghi in altri Paesi;

- collaborare con associazioni, istituzioni e organismi internazionali, nazionali e regionali, pubblici e privati, e con enti, società e studiosi che abbiano interessi analoghi a quelli del Comitato;

- formare, tramite gli organi di informazione, un’opinione pubblica favorevole al problema della difesa delle lingue attraverso l’agenzia di stampa Disvastigo specializzata nella diffusione di notizie, articoli e documenti sui problemi della comunicazione internazionale;

- curare, in collaborazione con le Università e le Accademie, la pubblicazione di studi, ricerche e progetti relativi ai problemi linguistici in campo internazionale, nazionale, regionale e locale;

- promuovere studi e ricerche sull’applicabilità di una lingua non etnica come l’esperanto come lingua ponte nelle istituzioni europee;

- organizzare manifestazioni culturali, letture di testi letterari, spettacoli teatrali, festival delle lingue come puro godimento spirituale in cui, implicitamente, venga posto in risalto l’insostituibile portata culturale e antropologica dell’espressione linguistica ed i valori da questa rappresentati, attualmente in pericolo.

Per il raggiungimento degli scopi suddetti, il Comitato potrà intraprendere ogni iniziativa ritenuta utile ed opportuna dal suo Consiglio Direttivo e potrà stabilire rapporti di collaborazione con Enti Pubblici, Privati ed Associazioni in Italia e all’estero, con particolare riferimento ai paesi dell’Unione Europea.

(gb)

 

DIS-ES 020

Kurt Gawlitta: Der verkaufte Mund (La bocca venduta)

romanzo

IFB Verlag, Paderborn (Germania)

La drammatica situazione della lingua tedesca nel mondo globalizzato per la prima volta in forma di romanzo

Nuova opera di Kurt Gawlitta, presidente regionale di Berlino della Verein Deutsche Sprache, l’associazione di difesa della lingua tedesca collegata con il Comitato Allarme lingua di Chieti per un’azione comune contro il predominio dell’angloamericano. L’altra opera di Gawlitta „Deutsch nix wichtig ! „ verrà presto tradotta e diffusa dal comitato teatino.

Il libro

La Germania del 2010 ! Il romanzo di fantapolitica racconta come i cittadini tedeschi si imbatteranno, contro la loro volontà, in ogni momento della giornata, nel „denglish", una sorta di neotedesco infarcito sempre più di angloamericano. Il Bundestag (parlamento tedesco) decide di parificare per legge la lingua inglese al tedesco e ciò deve avvenire il più possibile senza che l’opinione pubblica se ne accorga. Silvia Falk, docente di letteratura presso la „Atlantic Friendship University" di Berlino inizia con altri compagni di lotta una battaglia politica. Si imbattono in colleghi apatici e in cittadini annoiati, ma anche in avversari decisi che sanno bene cosa vogliono. Il titolare dell’agenzia di pubblicità „Henry and Friends" , il manager di una azienda multimediale e il deputato Dr. Kuhlmayer puntano sull’inglese come lingua avanzata di un mondo globalizzato. Silvia Falk ed i suoi amici tribolano non poco per mobilizzare la società contro il progetto di legge. L’autore mostra come le ragioni a favore e contro l’introduzione della lingua inglese si scontrano, come pure l’intreccio del profitto e del potere, ma anche il punto di vista di cittadini impegnati a difendersi.

L’autore

Il Dr. Kurt Gawlitta, giurista e pedagogo presso il Senato del Land di Berlino, è sposato e padre di due figli adulti. Ama la musica classica, è stato corridore ciclista e appassionato del volo a vela. Il suo impegno volontario è rivolto oggi alla difesa della lingua tedesca e alla conservazione della molteplicità delle lingue e delle culture in Europa. L’attuale romanzo costituisce la seconda opera letteraria dell’autore che ha inoltre pubblicato numerosi lavori di carattere tecnoco-scientifico.

 

ISBN: 3-931263-43-6, formato tascabile 350 p.

Prezzo in libreria € 12,50

Presso l’autore (Tiu ĉi retpoŝtadreso estas protektata kontraŭ spamrobotoj. Vi devas ebligi Ĝavaskripton por vidi ĝin.) € 11 porto compreso

 

DIS-ES 019

Gli angloamericani sbarcano in Sardegna

Nasce il Sardenglish altro big business da 1000 miliardi del British Council

Il commento del Prof Marcello de Giovanni, Presidente di "Allarme lingua"

Prosegue imperterrita l’opera di acculturazione del vecchio continente da parte dei fortunati possessori dell’ormai indispensabile strumento di comunicazione dei nostri giorni. Senza l’inglese infatti appare ormai assai arduo capirsi non solo tra stranieri ma anche tra connazionali, tanto diffuse sono ormai le parole inglesi che, un po’ per reali esigenze terminologiche ma molto più spesso per pigrizia mentale o ostentazione, infiorano le lingue europee.

Ben lo hanno capito i Riformatori Liberal Democratici Sardi che si pongono all’avanguardia nel processo di anglizzazione dell’Europa con il progetto "Sardegna Speaks English" all’insegna della Union Jack, come viene chiamata la bandiera della Gran Bretagna, con l’aggiunta al centro del simbolo sardo con le teste di moro.

Ce lo comunica il Prof Marcello de Giovanni, docente di Storia della lingua italiana presso l’Università di Chieti-Pescara e Presidente del Comitato "Allarme lingua" di difesa delle lingue e delle culture: "Si sta facendo del tutto per forzare i tempi dell’angloamericanizzazione del mondo. Non basta l’inglese con l’abbecedario. Non ci sarebbe da meravigliare se per conquistare anche i più refrattari si arrivasse a sistemi subliminali. Di questo passo si arriverà presto al punto di non ritorno, come sostengono molti linguisti che prevedono la scomparsa, o un drastico ridimensionamento, delle lingue di cultura, eccetto l’inglese, entro i prossimi 50 anni."

Nel presentare il progetto il Capogruppo in Consiglio regionale dei Riformisti ha dichiarato: "Si tratta della conclusione di un lavoro durato oltre tre anni, che parte dalla convinzione che l’uso da parte di tutti i sardi dello strumento di comunicazione della lingua inglese possa essere la spallata definitiva per far crollare le barriere fisiche e culturali che separano la Sardegna dal resto del mondo." La gestione del progetto è affidata all’Autorità per l’Inglese presso la Presidenza della Regione e "supportata" (altro regalo dell’inglese) dal British Council. L’investimento proposto ("senza alcuna paura delle critiche" recita il comunicato stampa) è di 1000 miliardi di vecchie lire. Nei prossimi mesi vi saranno varie manifestazioni di sostegno mentre si invitano gli esponenti del mondo politico, culturale ed imprenditoriale a sottoscrivere un manifesto di condivisione dell’iniziativa.

"Anni fa- ci dice il direttore di Disvastigo, Giorgio Bronzetti, che è anche coordinatore del comitato Allarme lingua- l’allora presidente del British Council, Sir Charles Troughton, parlando dell’insegnamento dell’inglese all’estero ammetteva che vi fossero milioni di persone non all’altezza di imparare una lingua complessa come l’inglese e che vi fosse quindi spazio nei rapporti internazionali anche per l’esperanto, molto più semplice. Ora però i sistemi d’insegnamento si sono evidentemente tanto raffinati da rendere l’inglese una lingua alla portata di tutti. Infatti il programma è diretto a tutti i sardi, dagli operatori della Costa Smeralda ai taciturni abitatori della Barbagia. E soprattutto a rinforzare le finanze del popolo d’Albione.

Non si deve dimenticare però-conclude il Prof de Giovanni- che la differenza tra scritto e parlato dell’inglese costituisce un grosso scoglio ed è causa di dislessia, la difficoltà a percepire il nesso tra le parole, un disturbo che crea ritardi di apprendimento persino nei bambini inglesi e che il tentativo di creare un inglese semplificato, il Basic English di cui si era fatto paladino lo stesso Churchill perché divenisse la lingua di tutti, è miseramente fallito. Con il Basic English infatti non ci si capiva neanche tra inglesi". (gb)

 

DIS-ES 018

 Nasce il Sardenglish

Un altro big business da 1000 miliardi del British Council

Prosegue imperterrita l’opera di acculturazione del vecchio continente da parte dei fortunati possessori dell’ormai indispensabile strumento di comunicazione dei nostri giorni. Senza l’inglese infatti appare ormai assai arduo capirsi non solo tra stranieri ma anche tra connazionali, tanto diffuse sono ormai le parole inglesi che, un po’ per reali esigenze terminologiche ma molto più spesso per pigrizia mentale o ostentazione, infiorano le lingue europee.

Ben lo hanno capito i Riformatori Liberal Democratici Sardi che si pongono all’avanguardia nel processo di anglizzazione dell’Europa con il progetto "Sardegna Speaks English" all’insegna della Union Jack, come viene chiamata la bandiera della Gran Bretagna, con l’aggiunta al centro del simbolo sardo con le teste di moro.

Ce lo comunica il Prof Marcello De Giovanni, docente di Storia della lingua italiana presso l’Università di Chieti e sostenitore del Comitato "Allarme lingua" di difesa delle lingue e delle culture: "Si sta facendo del tutto per forzare i tempi dell’angloamericanizzazione del mondo. Non basta l’inglese con l’abbecedario. Non ci sarebbe da meravigliare se per conquistare anche i più refrattari si arrivasse a sistemi subliminali. Di questo passo si arriverà presto al punto di non ritorno, come sostengono molti linguisti che prevedono la scomparsa, o un drastico ridimensionamento, delle lingue di cultura, eccetto l’inglese, entro i prossimi 50 anni."

Nel presentare il progetto il Capogruppo in Consiglio regionale dei Riformisti ha dichiarato: "Si tratta della conclusione di un lavoro durato oltre tre anni, che parte dalla convinzione che l’uso da parte di tutti i sardi dello strumento di comunicazione della lingua inglese possa esse la spallata definitiva per far crollare le barriere fisiche e culturali che separano la Sardegna dal resto del mondo." La gestione del progetto è affidata all’Autorità per l’Inglese presso la Presidenza della Regione e "supportata" (altro regalo dell’inglese) dal British Council. L’investimento proposto ("senza alcuna paura delle critiche" recita il comunicato stampa) è di 1000 miliardi di vecchie lire. Nel mese di febbraio vi saranno varie manifestazioni di sostegno mentre si invitano gli esponenti del mondo politico, culturale ed imprenditoriale a sottoscrivere un manifesto di condivisione dell’iniziativa.

"Anni fa- ci dice il Prof De Giovanni- l’allora presidente del British Council, Sir Charles Troughton, parlando dell’insegnamento dell’inglese all’estero ammetteva che vi fossero milioni di persone non all’altezza di imparare una lingua complessa come l’inglese e che vi fosse quindi spazio nei rapporti internazionali anche per l’esperanto, molto più semplice. Ora però i sistemi d’insegnamento si sono evidentemente tanto raffinati da rendere l’inglese una lingua alla portata di tutti."

Infatti il programma è diretto a tutti i sardi, dagli operatori della Costa Smeralda ai taciturni abitatori della Barbagia. E soprattutto a rinforzare le finanze del popolo d’Albione. (gb)

 

DIS-ES 017

 Proposti emendamenti al progetto di Costituzione europea dalla Verein Deutsche Sprache unitamente ad altre associazioni di difesa delle lingue tra cui "Allarme lingua"

La Verein Deutsche Sprache, associazione di difesa della lingua tedesca, ha presentato alla Convenzione europea delle proposte di emendamenti tendenti a valorizzare maggiormente i diversi aspetti della pluralità culturale e linguistica dell’Europa allargata, di ridurre il pericolo di discriminazioni a causa della lingua e di assicurare una maggiore tutela dei consumatori.

All’iniziativa hanno aderito le maggiori istituzioni ed associazioni linguistiche tedesche, come la Wilhelm von Humboldt Gesellschaft e la Verein Muttersprache, e francesi, come l’Accadémie Francophone e la Défence de la Langue Francaise, mentre per l’Italia ha sottoscritto le proposte di emendamenti il Comitato di difesa delle lingue e delle culture Allarme lingua.

 

Proposte di emendamenti al Titolo III del progetto di Costituzione presentato dalla Convenzione Europea

Articolo III-8

(1) Fatte salve le altre disposizioni della Costituzione e nell’ambito delle competenze da essa conferite all’Unione, una legge o una legge quadro europea del Consiglio dei ministri può stabilire le misure necessarie per combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza, o l’origine etnica, la lingua, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali.

Motivazione: l’emendamento assicurerebbe una maggiore concordanza con l’articolo II-21 (Carta dei diritti)

Articolo III-12

Le lingue in cui ogni cittadino dell’Unione ha il diritto di rivolgersi alle istituzioni o agli organi consultivi in virtù dell’articolo I-8, e ricevere una risposta, sono quelle elencate all’articolo IV-10. Le istituzioni e gli organi consultivi di cui al presente articolo sono quelli elencati all’articolo I-18, paragrafo 2, all’articolo I-29, e agli articoli I-30 e I-31 e il mediatore europeo.

Motivazione: L’inserimento dell’articolo I-29 dovrebbe garantire che i cittadini dell’Unione possano corrispondere nelle lingue della Costituzione anche con la Banca Centrale Europea. Ciò corrisponde perfettamente alle intenzioni originali della Convenzione Europea poiché nelle versioni CONV 724/03 e CONV 725/03 l’elenco delle istituzioni dell’articolo I-18 conteneva anche la BCE, mentre l’articolo III-9 (il numero di allora dell’articolo III-18 sunnominato) faceva riferimento all’articolo I-18 come l’odierno articolo III-12.

Articolo III-18

(....)

(....)

(2) Tanto nell’ambito degli Stati membri che nei rapporti di lavoro con le organizzazioni sovranazionali dell’Unione, come anche delle sue istituzioni, è vietata qualsiasi discriminazione tra i lavoratori degli Stati membri, per quanto riguarda l’impiego, la retribuzione e le altre condizioni di lavoro, fondata sulla nazionalità o all’appartenenza ad un gruppo linguistico.

Sono ammissibili regolamenti particolari per interpreti e traduttori.

(....)

(....)

Motivazione: Gli emendamenti dovrebbero avere un effetto correttivo sugli ultimi sviluppi negativi nella politica di assunzione del personale dell’Unione ed impedire che simili sviluppi si ripetano in futuro. Innumerevoli offerte di lavoro da parte di organizzazioni co-finanziate dall’UE contengono per esempio la condizione discriminante „English native speaker"oppure (quella non meno discriminante) „English native speaker or equivalent".

Articolo III-43

L’articolo III-42 lascia impregiudicati i divieti o restrizioni all’ importazione, all’esportazione e al transito giustificati da motivi di moralità pubblica, di ordine pubblico, di pubblica sicurezza, di protezione dei consumatori, di tutela della salute e della vita delle persone e degli animali o di preservazione dei vegetali, di protezione del patrimonio artistico, storico o archeologico nazionale, o di tutela della proprietà industriale e commerciale. Tuttavia, tali divieti o restrizioni non devono costituire un mezzo di discriminazione arbitraria, ne’ una restrizione dissimulata al commercio tra gli Stati membri.

Articolo III-50

(1) Sono incompatibili con il mercato interno e vietati tutti gli accordi (….) ed in particolare quelli consistenti nel:

(…..)

(d) applicare, nei rapporti commerciali con gli altri contraenti, degli ostacoli o condizioni dissimili per prestazioni equivalenti, così da determinare per questi ultimi uno svantaggio nella concorrenza, (….)

Motivazione: Anche delle condizioni uguali possono costituire per dei partner commerciali diversi ostacoli, p.es. se la lingua usata e’ lingua materna per uno e per l’altro e’ una lingua straniera.

Articolo III-132

(1) Al fine di promuovere gli interessi dei consumatori ed assicurare un livello elevato di protezione dei consumatori, l’Unione contribuisce a tutelare la salute, la sicurezza e gli interessi economici e culturali e a promuovere il loro diritto ad una informazione comprensibile, all’educazione e all’organizzazione per la salvaguardia dei propri interessi. Il consumatore ha diritto nel proprio Paese di ricevere informazioni chiare e redatte nella lingua del proprio Paese sul tipo e sulla provenienza della merce.

(....)

Articolo III-180

(1) L’Unione e gli Stati membri provvedono affinché siano assicurate le condizioni necessarie alla competitività dell’industria dell’Unione.

(…..)

(2) Gli Stati membri si consultano reciprocamente in collegamento con la Commissione e, per quanto è necessario, coordinano le loro azioni. La Commissione può prendere ogni iniziativa utile a promuovere detto coordinamento. (….).

La Commissione vigila in modo particolare affinchè la scelta delle lingue nei bandi di concorso per forniture e prestazioni, che si effettuano negli Stati membri con la partecipazione finanziaria dell’Unione, non turbi la libera concorrenza. La Commissione vigila affinché le versioni nelle diverse lingue del bando di concorso siano pubblicate simultaneamente.

(......)

Articolo III-181

(....)

(2) L’azione dell’Unione è intesa ad incoraggiare la cooperazione tra Stati membri e, se necessario, ad appoggiare e ad integrare l’azione di questi ultimi nei seguenti settori:

(....)

a) miglioramento della conoscenza e della diffusione delle lingue, della cultura e della storia dei popoli europei,

(4) L’Unione tiene conto degli aspetti culturali e linguistici nell’azione che svolge a norma di altre disposizioni della Costituzione, in particolare ai fini di rispettare e promuovere la diversità delle culture e delle lingue.

Motivazione: Le aggiunte assicurerebbero una maggiore concordanza con l’articolo I-3, che pone in risalto il concetto di "molteplicità culturale e linguistica".

 

Associazioni che sottoscrivono

Verein Deutsche Sprache e. V.

Académie Francophone

Allarme lingua-Comitato per la difesa delle lingue e delle culture

Association pour le Pluralisme Linguistique et Culturel en Europe

Association pour la Promotion de la Francophonie en Flandre

Courrier Sud – Association Francophone des Professionnels de l’Aéronautique

Défense de la Langue Française

Associazione mondiale Esperanto

Fédération de la Fonction Publique Européenne (Sektion Rat)

Förderverein Bairische Sprache und Dialekte

Interessengemeinschaft Muttersprache in Österreich, Graz e. V.

Internationale Vereinigung der ehemaligen Angehörigen der Europäischen Gemeinschaften (Deutsche Sektion e. V.)

Observatoire International de la Langue Française

Verein Muttersprache, Wien e. V.

Wilhelm von Humboldt Gesellschaft e. V.

 

DIS-ES 016

 Un appello ai cittadini europei per il rispetto delle lingue e delle culture

In occasione della "Giornata europea delle lingue", oggi 26 settembre, il Comitato di difesa delle lingue e delle culture "Allarme lingua" lancia un appello diretto a tutti i cittadini europei perché si mobilitino in difesa della diversità linguistica e del diritto di ogni popolo alla conservazione della propria cultura .

L’appello è stato messo a punto in una riunione tenuta a Parigi il 25 dalla Sig.ra Anna Maria Campogrande, esponente del direttivo di Allarme lingua che, come funzionaria della Commissione europea, segue con sicura competenza e passione gli sviluppi del dibattito sul problema linguistico europeo.

A tale riunione hanno partecipato esponenti di numerose altre associazioni e comitati europei di difesa delle lingue etniche, come si può leggere in calce all’appello, diffuso oggi tradotto in varie lingue in tutta Europa e qui riportato succintamente. Il testo integrale italiano si può leggere e scaricare da http://www.disvastigo.it/giornataeuropea.html

o richiedere a Giorgio Bronzetti Tiu ĉi retpoŝtadreso estas protektata kontraŭ spamrobotoj. Vi devas ebligi Ĝavaskripton por vidi ĝin. o Edvige Ackermann Tiu ĉi retpoŝtadreso estas protektata kontraŭ spamrobotoj. Vi devas ebligi Ĝavaskripton por vidi ĝin.

A P P E L L O

Del 26 Settembre 2003
"Giornata europea delle lingue"

L'EUROPA SARA' MULTILINGUE O NON SARA'


Le istituzioni dell'Unione Europea facendo dell'inglese la lingua unica dell'Europa, violano I Trattati europei.

La scelta dell'inglese come lingua dominante procura notevoli privilegi sul piano economico e politico ai cittadini dei quali è la madre lingua.

I cittadini dell'Unione europea di madre lingua diversa dall'inglese diventano stranieri nell' Unione e partecipano sempre meno alla gestione democratica della "res publica" europea.

Le lingue europee diverse dalla dominante perdono sempre più importanza e l'identità culturale dei Paesi  nei quali sono parlate è gravemente minacciata.

Se l'Unione Europea non arresta la corsa al monolinguismo e non torna al pluralismo linguistico perde la sua legittimità e il diritto di esistere.

E' per questo che noi chiediamo ai cittadini europei di avvalersi di tutta la loro influenza politica per lottare contro l'evoluzione dell'Europa verso il monolinguismo.   

Lanciamo perciò un appello a tutti gli Europei amanti della libertà e desiderosi di conservare la loro identità e I valori veicolati dalla loro lingua affinché esigano dal Parlamento europeo, dal Consiglio dell'Unione, dalla Commissione europea:

1.  La priorità della dimensione politica nella questione linguistica, al di là di ogni considerazione tecnica e finanziaria.

2. Il rispetto della diversità linguistica e culturale nella elaborazione di tutte le politiche comunitarie.

3. Un regime linguistico delle istituzioni europee scelto secondo regole democratiche e trasparenti,  previo un vero dibattito pubblico.

4. l'adozione d'una politica linguistica fondata sul principio di uguaglianza dei cittadini e, di conseguenza, di uguaglianza delle rispettive lingue e culture.

Siamo infatti convinti che senza un'effettiva uguaglianza tra I cittadini europei,  cade ogni obbligo morale di sostenere il progressivo rafforzamento dell'Unione e si fa strada invece un opposto imperativo morale di distruggerla, per salvaguardare la propria identità, il che sarebbe una grande tragedia.

L'Europa sarà multiculturale e multilingue, perché questa è la sua identità e la sua specificità, oppure finirà in una serie di scontri di cui già si avvertono i prodromi.

 Comitato di Coordinamento per la democrazia linguistica in Europa

AFAL (Association francophone d'amitié et de liaison)
Allarme lingua
Alliance Champlain
APROBI (Association des professionnels de la traduction des
brevets d'invention)
APFF (Association pour la francophonie en flandre)
ASSELAF (association pour  la sauvegarde et l'expansion de
la langue française)
Biblionef
Campagne Européenne pour les langues
CLEC (Cercle littéraire des écrivains cheminots)
Croiser les savoirs pour savoir
DLF (Défense de la Langue Française)
DDC (Droit de comprendre)
e-historia.net
Espace francophone de l'Estonie)
EVEO (Échanges et valeurs Est-Ouest)
Ligue de coopération culturelle et scientifique
Roumanie-france
L'Altra Sicilia
Linguarum-democratia
Observatoire International de la Langue Française
Sprachkreis Deutsch
VDS (Verein Deutsche Sprache)

 

DIS-ES 015

Le Raccomandazioni di Mannheim

Le raccomandazioni per la promozione delle lingue standard europee, scaturite dalla riunione di Mannheim delle Accademie e Istituti di difesa delle lingue nazionali, organizzato dall’Institut für deutsche Sprache per dibattere le questioni relative alla salvaguardia e promozione delle lingue europee di cultura, documento noto come Raccomandazioni di Mannheim, fatto proprio anche dall’Accademia della Crusca.

    Gli attuali cambiamenti economici e sociali toccano  anche le lingue standard europee come varietà linguistiche in uso nei rispettivi Paesi come lingue riconosciute e insegnate ed apprese  nelle istituzioni scolastiche. Le lingue standard garantiscono, negli ambiti in cui sono in uso, uno scambio linguistico massimale  nel loro territorio e favoriscono l'identificazione culturale di chi le parla. Esse sono riconosciute ufficialmente anche in ambito internazionale.

L'integrazione europea, in particolare, costituisce contemporaneamente una sfida e un'opportunità per i provvedimenti intesi a promuovere le lingue ufficiali dell'Europa. 
Grazie al mantenimento e allo sviluppo della varietà delle lingue, come al loro impiego per i bisogni della comunicazione del mondo moderno, si conserva la ricchezza culturale dell'Europa quale fondamento per un'identità europea.
   Le raccomandazioni che seguono, elaborate dalle istituzioni  centrali di ricerca e di pianificazione linguistica dell'Unione Europea, si basano sui principi scritti nei trattati di Maastricht e di Amsterdam per uno sviluppo plurilinguistico e multiforme dell'Unione Europea.

 1- La trasmissione di uno standard ufficiale della lingua è compito preminente delle scuole e delle istituzione formative; alla sua diffusione e sviluppo partecipano responsabilmente sia i mezzi d'informazione, sia l'uso linguistico.
 2- Scopo dell'insegnamento linguistico iniziale nelle scuole è fornire una competenza orale e scritta che permetta la piena partecipazione alla vita sociale. Per questo l'insegnamento nella lingua standard di un Paese è materia fondamentale in ogni ordine di scuola.
 3- L'insegnamento delle lingue straniere contribuisce a mantenere il pluralismo linguistico europeo. Tale insegnamento va impartito al più tardi nella scuola elementare e va orientato all'acquisizione, in Europa, di criteri comuni. Lo scopo è quello di fornire una competenza
orale e scritta in due  -  e più - lingue straniere  europee,  fra le quali le lingue cosiddette 'antiche'.  Nell'offerta linguistica la precedenza va data alla lingua del vicino.
4-   I migranti vanno aiutati nel loro sforzo di apprendere - come seconda lingua - quella standard del Paese in cui vivono. A tale scopo ai fanciulli e agli adulti viene offerto un insegnamento a loro adeguato. Rimane intatto il diritto dei migranti alla loro propria lingua.
  5-  L'insegnamento  linguistico e della letteratura comprende l'aspetto critico, comparativo e storico della lingua  per contribuire alla formazione di una coscienza linguistica  e  a stimolare la  riflessione sull'universalità e multiformità del fenomeno 'lingua'.
 6-Lo scambio di scolari e insegnanti oltre i confini va rafforzato e vanno eliminati i relativi impacci burocratici.
7- La ricerca scientifica sull'insegnamento della prima lingua, della seconda e delle altre lingue straniere costituisce un aiuto per la collaborazione europea.
 8- Ogni lingua standard ha bisogno di una esposizione scientifica accurata, di una cura continua e di un ampliamento linguistico specifico  riconosciuto nell'ambito della comunità che la parla.
Questo  è compito particolare delle accademie linguistiche e delle istituzioni scientifiche loro proprie che a tale scopo lavorano insieme sul territorio europeo.
 9- Sarà costituito un Consiglio permanente formato dalle istituzioni linguistiche dei Paesi europei, che si occupa dello scambio d'informazioni intorno ai modi e agli scopi della ricerca e della politica linguistiche e che appoggia  e stimola programmi comuni di ricerca linguistica.
 10-  Si raccomanda agli Stati europei di rendere operanti questi consigli e di impegnarsi con una CARTA alla promozione permanente delle lingue europee.

(Traduzione del Prof Giordano Formizzi)

Servizio gratuito. Registrazione al Tribunale di Chieti n.1/02 del 5.2.02.
Direttore: Giorgio Bronzetti.

 

DIS-ES 014

Allarme: ci vogliono colonizzare!

Il Prof. Renato Corsetti, docente di psicolinguistica della comunicazione presso La Sapienza e redattore di Disvastigo ha partecipato ad un convegno su Multilinguismo nell’Ue a Bruxelles e ci ha inviato questo scritto:

ALLARME: CI VOGLIONO COLONIZZARE, ANZI CI HANNO GIA' COLONIZZATO!
In margine ad un convegno sul multilinguismo a Bruxelles.

La costruzione di una Europa basata sulla democrazie e sulla integrazione di tutti i cittadini europei su un piede di parita' e' un processo lungo e difficile. Per mettere tutti i cittadini sullo stesso piano di fronte alle istituzioni, alla legislazione che producono e alle opportunità che creano, i fondatori dell'Unione avevano deciso che tutte le lingue dei Paesi membri fossero lingue ufficiali e lingue di lavoro. Il funzionamento linguistico, che sempre è stato considerato una delle colonne portanti della costruzione europea, nella misura in cui essa entra nella vita quotidiana del cittadino e lo concerne direttamente, ha continuato ad essere quello previsto fino a pochi anni fa'.

Tuttavia, approfittando, da una parte, dell'appoggio di certi Paesi nordici, dall'altra, della prospettiva dell'ampliamento verso i Paesi dell'Est, l'Inglese ha cominciato a voler giocare il ruolo della lingua unica    mettendo a punto una vera strategia, nel costituire e congegnare i servizi, nell'adottare strumenti di lavoro ad hoc, nel riconcepimento dei servizi linguistici, nella costruzione delle relazioni e dei negoziati con i Paesi candidati, in un'ottica che deroga al principio d'interesse generale. In particolare, sono stati messi in piedi servizi unilingui, intolleranti di qualsiasi altra forma d'espressione, creando centri di potere che tendono a gestire in maniera esclusiva settori importanti all'interno delle strutture comunitarie.
In questo quadro si inserisce il convegno di riflessione su Multilinguismo nell'Unione Europea e nelle sue istituzioni, che ha riunito a Bruxelles il 27 e 28 gennaio scorso una quarantina di linguisti provenienti da tutti i paesi europei e vari rappresentanti di istituzioni dell'Unione. Per l'Italia erano presenti alcuni linguisti di varie universita', principalmente Torino e Roma, guidati dal presidente della Accademia della Crusca, Francesco Sabatini. I lavori del convengo hanno visto l'appassionata difesa del multilinguismo da parte di tutti gli intervenuti e la condanna di qualsiasi forma di riduzione delle lingue di lavoro e di esclusione di parte dei cittadini europei dal godimento dei loro diritti linguistici. Infatti i diritti linguistici dell'uomo sono parte integrante della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, che all'art. 2 vieta qualsiasi discriminazione basata sulla lingua. Non si vede come l'Unione Europea paladina dei Diritti dell'Uomo possa violarli essa stessa, discriminando, ad esempio, gli italiani o gli slovacchi.
Questa discriminazione si attua in vari modi. Recentemente, ad esempio, la Commissione Europea ha deciso di ridurre a tre le cosiddette lingue di procedura: Francese, Tedesco e Inglese. L'italiano, lo spagnolo e molte altre lingue non sono tra queste "grandi" e rischiano di sparire del tutto dall'uso corrente, non solo nel lavoro quotidiano ma anche in tutte le forme di documentazione, nei formulari da  riempire, nei progetti da presentare e nella comunicazione con i cittadini e con le autorità.
Tutto ciò comporta conseguenze catastrofiche per un'effettiva e concreta partecipazione italiana al processo di integrazione in corso nonché ai programmi e alle azioni delle quali i cittadini, le istituzioni, le imprese italiane devono poter essere protagonisti, insieme agli altri e su un piano di stretta e rigorosa parità.
Le recenti decisioni della Commissione Europea incoraggiano l'invadenza e l'aggressività dell'inglese, nei confronti delle altre lingue, e gli facilitano il compito di colonizzare l'Europa, eliminando anche l'Italiano e lo Spagnolo, lingue di grande vitalità e diffusione che hanno entrambe la caratteristica di essere plebiscitate dal cittadino europeo e che vengono imparate e parlate per diletto e con passione, non per obbligo.
L'uso dell'inglese, come lingua unica, che induce il pensiero unico, ha come conseguenza diretta l'esclusione, generalizzata, della massa dei cittadini europei di lingua e cultura latina oggi e slava domani, dalla partecipazione effettiva alla costruzione europea, alla vita attiva in seno alla stessa, a tutte le opportunità che le istituzioni creano. In questo contesto va ricordato che i popoli latini costituiscono più della metà dell'Unione, che, quasi, l'altra metà è costituita da popolazioni germaniche e che gli anglofoni costituiscono soltanto il 5,5% dell'insieme.
Come giustificare, ad esempio, la forma presa dai negoziati di adesione con i Paesi dell'Est ai quali è stato imposto l'inglese a un punto tale che, nonostante la preferenza di molti tra loro per il Francese o per il Tedesco, che conoscono meglio, tutti i documenti, inclusi gli accordi, sono stati presentati solo in inglese. Con questo tipo di operazione, il dispositivo istituzionale dell'Europa unita, di tutti i Trattati, da Roma a Nizza, viene infranto.

Dietro queste manovre si nascondono obiettivi di natura economica immediati ma esse mirano anche a una forma ancora più grave e nefasta di colonizzazione dell'Europa sul piano commerciale, militare e strategico. Le pressioni esercitate in seno all'Organizzazione Mondiale del Commercio per liberalizzare tutti I settori inclusa l'Educazione nazionale, la Salute pubblica e via dicendo non fanno presagire niente di buono.
Contro tutto questo si e' espressa la maggioranza degli esperti convenuti a Bruxelles ed in favore di maggiore democrazia e maggiore uguaglianza tra tutte le lingue, comprese quelle minoritarie, come il catalano, ad esempio.
I lavori proseguiranno ora in maniera piu' approfondita in gruppi di lavoro in vista della preparazione di un incontro ancora piu' allargato. In quella sede si potranno esaminare anche le possibilita' di soluzioni piu' avanzate, come quelle dell'uso di lingue franche altre, latino o esperanto, ad esempio, lingue non portatrici di interessi economici e poltitici di soggetti estranei all'Unione, lingue, per dirla in breve, diverse dall'inglese, la lingua dell'impero.

Renato Corsetti, Universita' di Roma "La Sapienza", Facolta' Psicologia 1
Tiu ĉi retpoŝtadreso estas protektata kontraŭ spamrobotoj. Vi devas ebligi Ĝavaskripton por vidi ĝin.

 

DIS-ES 013

Il rapporto sugli armamenti iracheni. Alcune maliziose considerazioni di chi se ne intende di traduzioni in organismi internazionali

Il rapporto sugli armamenti che il Governo iracheno ha consegnato alle N.U. consta di poco meno di 12.000 pagine. Niente è filtrato a proposito della sua traduzione. Per questa, secondo i parametri ufficiali delle N.U. *, ci vorrebbero 1729 giornate di lavoro o 4 anni e 9 mesi se la traduzione fosse fatta da una sola persona. Quando una traduzione ha carattere d’urgenza e l'originale è lungo, lo si divide tra parecchi traduttori.

Supponiamo che in questo caso i responsabili fissino un termine di un mese per ricevere il testo in una lingua accessibile alle più alte cariche politiche. Ciò significherebbe che il testo dovrebbe esser diviso in 60 parti per altrettanti traduttori. Il servizio di traduzione delle N.U. però non ha abbastanza persone capaci di tradurre dell'arabo. Il lavoro sarà quindi eseguito al di fuori del segretariato ONU. Quando i propri servizi non sono in grado di eseguire un lavoro di traduzione, l'organizzazione lo affida generalmente ad agenzie private che utilizzano dei traduttori che lavorano a domicilio. Ma il fatto che il Governo americano sia riuscito ad ottenere che al di fuori dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza nessuno Stato possa avere accesso a questo documento mostra che si vuole che il rapporto resti segretissimo. Ciò vuole dire che il documento non verrà diramato per Internet e che la traduzione dall’arabo potrà essere assegnata solo ad agenzie assolutamente affidabili. Ci sono dunque delle forti probabilità che sul rapporto lavoreranno traduttori legati in un modo o in un altro all'amministrazione Bush (CIA, NSC, e simili). Ci si può attendere una perfetta imparzialità da questo personale? Il rischio che gli Stati Uniti utilizzino delle citazioni inesatte per giustificare la loro politica irachena è un rischio reale. È molto spiacevole constatare come politici e media prendono così raramente sul serio gli aspetti linguistici della vita internazionale.

*Produzione media giornaliera per traduttore, tabella 9 del documento JIU/REP/80/7

Claude Piron

psicologo svizzero già traduttore presso le Nazioni Unite a N.Y. e l'Organizzazione Mondiale della Sanità a Ginevra ed autore di numerosi saggi sulla comunicazione linguistica, alcuni del quali si possono liberamente consultare nel sito ww.disvastigo.it   alla pagina "approfondimenti" e pubblicare citando Disvastigo senza chiedere il consenso dell'autore.

 

DIS-ES 012
Riuscito incontro allo IULM di Milano
Allo IULM - Libera Università di Lingue e Comunicazione - di Milano  si è svolta lunedì 28 una Tavola rotonda sul tema "La lingua nella comunicazione scientifica"  che ha richiamato un folto pubblico composto in prevalenza da studenti della libera università.  Aperto dal Magnifico Rettore, prof. Giovanni Puglisi, l'incontro è stato coordinato dal prof. Mario Negri, Preside della Facoltà di Lingue e letterature straniere. All'intervento del prof. Carlo Minnaja, dell'Università di Padova – che ha chiarito in maniera succinta  i principi della linguistica computazionale – èseguita la relazione del prof. Helmar Frank, direttore dell’Istituto di Pedagogia Cibernetica dell’Università di Paderborn, il quale, in  esperanto,  tradotto dal dott. Giorgio Silfer, ha illustrato i diversi ruoli che assume la lingua come veicolo di comunicazione  informando che  l'Accademia delle Scienze di S. Marino, istituzione a livello post-universitario,  affianca l'esperanto, come lingua di lavoro, accanto a quelle nazionali per le sue qualità di lingua scientifica.
Di grande interesse l'intervento conclusivo del prof. Reihard Selten, dell'Università di Bonn, Premio Nobel per l'economia  nel 1994, sulla Teoria del giochi applicata al campo economico. Egli ha svolto una vera e propria lezione di alto livello – seguita con estrema attenzione dalle centinaia di giovani studenti che affollavano l'Aula Magna – su un esperimento di applicazione coordinata della teoria dei giochi,.che dimostrava il vantaggio economico, per gli appartenenti a una comunità, derivante dall'apprendimento di un linguaggio semplice, come può essere l'esperanto.
Per la prima volta, si può presumere, gli studenti della IULM hanno sentito parlare di esperanto e in esperanto  dimostrando un'attenta curiosità per la lingua internazionale. Nell'era della globalizzazione, di Internet e di sempre più intense relazioni internazionali, poter disporre di una lingua semplice, efficace e soprattutto di costo molto inferiore all'inglese, in termini di tempo e di denaro, potrebbe costituire una prospettiva allettante.

 

DIS-ES 011

"La mise en place des monopoles du savoir" (La costituzione dei monopoli del sapere) di Charles Durand, pagg 120 Ed. l’Harmattan ISBN: 2747517713

acquistabile on-line presso http://www.alapage.com http://www.chapitre.com 10.16 Euro

Quest'opera pone in risalto le conseguenze dell'adozione pressoché generale dell'inglese come mezzo di comunicazione internazionale nel campo della ricerca scientifica e tecnologica, subite da circa quarant'anni dai paesi non anglofoni.

Circa 35 anni fa, la maggior parte delle facoltà scientifiche degli Stati Uniti soppresse il loro "Ph.D. foreign language requirement".

Fino a quel momento, per tutti i futuri laureati americani era obbligatorio dimostrare di di avere piena padronanza di almeno una delle grandi lingue scientifiche, oltre all'inglese, in modo sufficiente per poter comprendere senza difficoltà ogni pubblicazione sulla loro materia redatta in quella lingua.

Le lingue straniere allora riconosciute dalle università nordamericane come "lingue scientifiche" comprendevano di solito un sottoinsieme di lingue indo-europee (tedesco, spagnolo, francese, russo), semitiche (arabo letterario) e asiatiche (giapponese e cinese mandarino).

Oggi, tranne qualche rara eccezione, questo "Ph.D. foreign language requirement" non esiste più tra le discipline scientifiche. Dopo la sua soppressione, sono state esercitate pressioni dirette e indirette nei congressi scientifici internazionali, prima multilingui, affinché essi divenissero progressivamente monolingui, e la stessa tendenza si è applicata alle riviste e giornali che riportano i risultati della ricerca di base, nei paesi anglofoni come altrove. La scomparsa progressiva dei linguaggi diversi dall'inglese dal campo della comunicazione scientifica internazionale seguiva in effetti le direttive annunciate nel "Anglo-American Conference Report 1961". Questo documento di natura confidenziale era destinato al British Council, il cui attuale presidente, Tony Andrews, dichiara, del resto senza complessi, che "l'inglese dovrebbe diventare la sola lingua ufficiale dell'Unione Europea" (riportato da Frankfurter Allgemeine Zeitung 27 genn. 2002). Niente di meno!

Parallelamente, numerosi laboratori, istituti, centri di ricerca e anche certe divisioni dell'industria manufatturiera hanno adottao, in diversi paesi non anglofoni, l'inglese come lingua "ufficiale" per le loro attività sotto la pressione dei loro dirigenti col pretesto di necessità commerciali e imperativi di comunicazione su scala planetaria.

"La mise en place des monopoles du savoir" presenta un esame dettagliato della situazione attuale e dimostra che l'adozione ufficiale o ufficiosa dell'inglese come veicolo di comunicazione ufficiale nel solo campo scientifico produce un certo numero di effetti perversi, molto pesanti in rapporto ai vantaggi che questa pratica si ritiene apporti ai suoi promotori.

Più particolarmente nel quadro universitario, essa produce la formazione di monopoli in opposizione assoluta ai principi del libero accesso al sapere nelle istituzioni d'insegnamento superiore libere e aperte.

L'attuale quasi-monopolio del sapere tecnico-scientifico moderno detenuto dagli anglo-americani - che qualcuno rifiuta di ammettere - non è legato soltanto ai meriti dei loro ricercatori e tecnici. In gran parte, è la conseguenza diretta dell'adozione della lingua inglese come lingua internazionale nella scienza e nella tecnologia, che moltiplica dunque la visibilità del mondo anglosassone in questi settori, a detrimento di quella di altri.

Alla fine, l'uso sempre più diffuso dell'inglese nei laboratori di ricerca, sia liberamente scelto sia imposto, produce una vera sterilizzazione del processo creativo, a un allineamento automatico sui temi di ricerca anglo-americana, e a contributi quasi esclusivamente tecnici. Il pensiero scientifico è probabilmente condannato a stagnare finché le lingue diverse dall'inglese non avranno riconquistato il loro stato di strumento di ricerca e di comunicazione a pieno titolo in tutti i settori della ricerca.

Questo libro si indirizza alle università e gli ingegneri coinvolti nelle attività di ricerca. Esso dissacra un soggetto tabù, quello dell'inglese come strumento di comunicazione sempre più diffuso nel mondo moderno della ricerca. Esso denuncia l'ingenuità di chi crede che l'uso di questa lingua sia neutrale, mentre esso implica cambiamenti considerevoli nella natura del progresso scientifico, senza contare gli enormi privilegi economici e politici (a favore delle nazioni anglofone) creati nella sua scia. L'opera manda in pezzi il mito della pretesa necessità di una lingua franca nella scienza e nella tecnica sulla base di argomenti del tutto pragmatici e necessari a tutti coloro che vogliono dare un nuovo impulso alla creatività scientifica. L'opera fornisce numerose spiegazioni e informazioni per comprendere ciò che sta avvenendo. Insieme, essa colma un vuoto che danneggia il pensiero odierno, toccando un problema cruciale, che secondo taluni converrebbe trascurare.

Charles Durand TrLuGa

 

DIS-ES 010
L’italiano è ancora ufficiale, almeno in teoria
Il Parlamento europeo ha approvato con 255 voti a favore (125 contrari e 122 astenuti) la proposta della deputata spagnola Ana Palacio Vallelersundi di ammettere 5 "grandi" lingue ufficiali per il Brevetto Comunitario : inglese, francese, tedesco, spagnolo, e italiano. I lobbisti delle ditte internazionali di Bruxelles sono soddisfatti. L’eliminazione delle lingue "minori" e "non scientifiche" come il portoghese , l’olandese e lo svedese farà risparmiare denaro. Inoltre, la scelta simbolica tra cinque grandi lingue permetterà alle ditte europee di usare soltanto l’inglese.
Agence Europe 11/04/2002

Senza tanto rumore
La Commissione europea si prepara in silenzio e con diligenza all’ampliamento. Ora si è approvata una nuova riforma del servizio traduzioni ed interpretariato. L’idea è di usare l’inglese - e qualche volta anche il francese - come lingua ponte. I parlamentari europei temono che questo sia il primo passo per l’introduzione dell’inglese come unica lingua di fatto dei lavori dell’Ue. Già ora la traduzione viene a costare 88 milioni di euro all’Ue.
European Report 10/04/2002

Gli Inglesi non parlano altre lingue
Presso più del 70% delle maggiori ditte inglesi le segretarie non sono all’altezza di rispondere a semplici domande di clienti in spagnolo o francese. Neanche le ditte "internazionali" se la cavano in altre lingue. Un’indagine svolta dalla ditta inglese "thebigword" che si occupa di lingue ha rilevato che le segretarie staccano spesso il telefono quando sentono una lingua straniera. Ci si chiede se le ditte inglesi non rischiano di perdere clienti o di non acquistarne di nuovi per il fatto di essere convinte che l’inglese è l’ unica lingua del commercio ?
Financial Times 10/04/2002 pg. 15

Le Monde in inglese
Arrivano accuse di fuoco alla redazione del quotidiano francese Le Monde dopo che questo, che gli accusatori chiamano "The World", pubblica una nuova rubrica in inglese di 16 pagine per i lettori che amano l’inglese con articoli riportati da The New York Times. Dopo più di 10 anni dalla caduta del muro di Berlino ,"l’Europa ha due monete comunitarie – l'euro e l’inglese -" scrive The Times (che mai e poi mai sarà "Le Temps").
The Times 05/04/2002;
Non à la discrimination linguistique 07/04/2002

Lo sloveno è in Europa lingua di secondo ordine
A dieci anni dall’indipendenza l’Accademia Slovena delle Scienze e delle Arti (SAZU) scopre che l’Ue concederà agli Sloveni gli stessi diritti linguistici degli altri cittadini europei. Ciononostante nel quadro del programma SAPARD, nonostante le proteste, la Slovenia è tenuta a tradurre tutti i documenti e le leggi nazionali in inglese a semplice richiesta della Commissione europea. Agli inizi di aprile l’Accademia ha diffuso una dichiarazione in cui lamenta l’intromissione sempre maggiore dell’inglese nelle espressioni slovene.
SAZU 03/04/2002; Europa Komisiono - SAPARD; Esclusione dell'sloveno e delle altre lingue da parte della Commissione europea;
STA 05/04/2002

E’ proprio obbligatorio il francese in Francia ?
Il francese è lingua obbligatoria per i commercianti in Francia. Diverse leggi, tra queste la legge Toubon del 1994, impongono l’uso del francese verso i clienti. Lentamente l’inglese si infiltra nella repubblica francese. Nel settembre 2001, la Corte Europea di Giustizia ha ammesso l’inglese ("lingua facilmente comprensibile") sulle etichette dovunque nell’Ue. Tra i commercianti e gli operai il francese non è più lingua obbligatoria . Le ditte francesi come la Renault introducono l’inglese per tutti come lingua aziendale.
L'Entreprise 04/2002 pg. 144; Le Figaro 15/03/2002 pg. 26

La commissione giuridica chiede cinque lingue
La commissione giuridica del Parlamento europeo chiede un regime in cinque lingue per il brevetto comunitario adottando una relazione di consultazione di Ana Palacio (Partido popular, spagnolo). Palacio chiede un regime in cinque lingue, italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo. Non è sicuro che anche la Germania e la Francia accettino la "soluzione" poiché temono che le ditte scelgano solo l’inglese.
Agence Europe 22/02/2002

Le Nazioni Unite stanno creando una lingua artificiale
Nel 1996 le Nazioni Unite hanno progettato un linguaggio informatico per tutti coloro che non comprendono l’inglese : l’UNL (United Network Language), artificiale e basato sull’inglese che dovrà rendere possibile la traduzione da e nelle lingue ufficiali dell’ONU. Mancano però ancora i fondi.
El Pais 11/02/2002;
Centro de Lengua Española; Fundación UNDL (solo in inglese); VAI

 

DIS-ES 009
Il Mediatore europeo Jacob Söderman accetta di prendere in esame la denuncia ufficiale contro la discriminazione linguistica da parte delle organizzazioni ed aziende internazionali.
BRUXELLES/CHIETI.
Il Mediatore europeo Jacob Söderman (
www.euro-ombudsman.eu.int) accetta di prendere in esame la denuncia ufficiale del Prof Renato Corsetti, presidente dell’Associazione Mondiale di Esperanto, contro la discriminazione linguistica da parte delle organizzazioni ed aziende internazionali che riservano sempre più posti, ufficialmente aperti a tutti i cittadini, ai parlanti inglese dalla nascita. Romano Prodi, come presidente della Commissione europea, ora deve dare una risposta al Mediatore europeo prima del 30 settembre. Il prof. Corsetti si è rivolto anche al segretario generale Kofi Annan e al Mediatore Patricia Durrant delle Nazioni Unite per denunciare la discriminazione linguistica.

Soltanto coloro che sono di madre lingua inglese, essendo nati in paesi di lingua inglese, possono candidarsi per molti posti delle organizzazioni europee ed internazionali. Quasi mai compaiono annunci per offerte di lavoro per parlanti altre lingue per nascita. Nonostante le molte proteste, anche di membri italiani del Parlamento europeo, la Commissione finanzia ancora un gran numero di organizzazioni europee, prevalentemente con sede a Bruxelles, che riservano dei posti per personale di lingua inglese.

L'obiettivo principale delle denunce è che le organizzazioni internazionali non solo riconoscano ma rispettino finalmente in modo reale i principi della parità linguistica. "Gli uomini devono avere gli stessi diritti e le stesse possibilità di riuscita anche se non sono di madre lingua inglese", afferma il Prof. Corsetti. "Ufficialmente Romano Prodi ed altri membri della Commissione europea riconoscono l’esistenza di un problema giuridico."

In risposta ad una interrogazione dell'europarlamentare italiano Vitaliano Gemelli, anche la commissaria Viviane Reding, responsabile di cultura e educazione, ha dovuto riconoscere un caso di discriminazione linguistica da parte dell'ufficio della Commissione che si occupa dei programmi Sokrates, Leonardo & Youth. L’Associazione Mondiale d'Esperanto segue da oltre due anni i metodi di assunzione discriminatori delle organizzazioni e delle aziende in Europa e negli ultimi mesi ha raccolto 400 offerte di lavoro, principalmente a Bruxelles ma anche in città italiane, che richiedono il possesso della lingua inglese come materna. Dall'inizio dell'anno circa cento importanti organizzazioni europee hanno riservato posti a persone di madre lingua inglese. Tra di esse persino un servizio ufficiale della Commissione europea - il progetto "Jean Monnet" ma anche lo stesso Consiglio d’Europa.

Il Mediatore europeo Jacob Söderman, tenuto conto della gravità della denuncia, ha promesso, nella sua comunicazione al  prof. Renato Corsetti, un sollecito esame dell’esposto contro la Commissione europea.

La denuncia numero 659/2002/IP per discriminazione linguistica ha come obiettivo che la Commissione europea:
 
1) riconosca la natura discriminatoria di diversi tipi di annunci di offerte di lavoro che sono ufficialmente aperti a tutti i cittadini ma in realtà riservati a coloro che parlano l'inglese dalla nascita ["English mother tongue", "English native speaker", "English mother tongue or equivalent" ecc.],

2) assicuri che non finanzierà più quelle ditte ed organizzazioni che si comportano in modo discriminante nei confronti di coloro che non parlano l'inglese dalla nascita,

3) studi e ricerchi strumenti e metodi per evitare la discriminazione linguistica da parte delle organizzazioni in tutto o in parte da essa finanziate.

L’ Associazione Mondiale d'Esperanto ha anche avanzato protesta per l'ultima risposta E-3572/01 di Anna Diamantopoulou, membro della Commissione europea per gli affari sociali. " La signora Diamantopoulou ritiene che le offerte di lavoro per personale con "English mother tongue or equivalent" non siano discriminatorie ma in effetti soltanto quelli di madre lingua inglese ottengono i posti" spiega Corsetti

La denuncia ufficiale presso il Mediatore europeo riguarda soltanto quelle offerte di lavoro che richiedono la conoscenza dell'inglese dalla nascita. Tuttavia è ancora maggiore il caso di organismi europei che richiedono una conoscenza perfetta dell’inglese e poi invitano soltanto quelli che conoscono la lingua di Shakespeare dalla nascita. “Evidentemente che conosciate perfettamente l’italiano non serve” dice Corsetti.

Per maggiori informazioni, elenco di esempi di annunci per offerte di lavoro, potete rivolgervi al direttore dell'agenzia stampa sui problemi della comunicazione Disvastigo, Giorgio Bronzetti:
Tiu ĉi retpoŝtadreso estas protektata kontraŭ spamrobotoj. Vi devas ebligi Ĝavaskripton por vidi ĝin.  www.disvastigo.it

Informazione per i giornalisti Interrogazioni parlamentari sulla  discriminazione linguistica da parte di organizzazioni internazionali

Prima, durante e dopo l’Anno europeo delle Lingue Disvastigo ha informato i
politici e i giornalisti italiani sul numero crescente di annunci per
offerte di lavoro da parte di molte delle 2500 organizzazioni internazionali
di Bruxelles dirette in modo specifico a coloro che conoscono l'inglese per
nascita. L'obiettivo principale di questa azione per l'uguaglianza
linguistica è di combattere la discriminazione che si basa sulla lingua
nativa da parte degli organismi internazionali, cioè la richiesta che i
candidati conoscano dalla nascita la lingua inglese ("English mother
tongue", "English native speaker" e "Native English"). Grazie a tale azione
la Commissione europea è stata costretta a riconoscere che la richiesta , da
parte dei suoi organismi, della conoscenza dalla nascita dell'inglese per
posti, ufficialmente aperti a tutti i cittadini dell'Ue, può essere
considerata discriminatoria. Purtroppo per ragioni di lobby delle ditte
internazionali dall'ultima risposta E-3572/01 di Anna Diamantopoulou, membro
della Commissione europea responsabile delle affari sociali, la Commissione
europea ora permette alle ditte ed organizzazioni europee di richiedere :
"English mother tongue or equivalent".
 
Ora la Commissione europea informa con diplomazia le organizzazioni
internazionali finanziate da essa che le offerte di lavoro per parlanti
inglese dalla nascita possono essere considerate discriminatorie. Perciò le
menzioni "English mother tongue", "English native speaker", e "Native
English" scompaiono lentamente sempre più dagli annunci . Al loro posto si
trovano frasi come "English mother tongue or equivalent", "Perfect English"
kaj "Excellent English". Lo scopo è spesso identico: l'assunzione di personale di madre lingua inglese.

 

DIS-ES 008
Repubblica ceca , Polonia e Slovacchia adottano l’inglese per la brigata internazionale
Il 15 marzo la Camera dei deputati della Repubblica ceca ha approvato la proposta di Jaroslav Tvrdik, ministro responsabile della difesa, di adesione alla brigata internazionale con Polonia e Slovacchia. I Cechi si chiedono perché i soldati non imparano la lingua dei paesi confinanti. Nello stesso tempo il servizio commerciale americano invita le ditte americane a vendere corsi d’inglese alla brigata. Il capo di stato maggiore enfatizza l’importanza della conoscenza dell’inglese facendone il criterio centrale per le promozioni e le scelte per i programmi di addestramento.
Anno finanziario
2002: Bilancio per Operazioni all’estero Servizio Commerciale americano, Czech News Agency 15/03/2002

I paesi candidati lamentano la disparità linguistica
Valéry Giscard d'Estaing, presidente della Convenzione,che dovrà scrivere la nuova Costituzione per l’Europa, si è rivolto nella seduta di apertura non solo nelle principali lingue, inglese, francese e tedesco, ma ha aggiunto "benvenuti" in polacco. Tuttavia il riconoscimento simbolico delle lingue dell’Europa centrale ed orientale evidentemente non basta ai parlamentari di questi paesi. I nuovi europei vogliono gli stessi diritti linguistici degli altri, ma già la metà del bilancio della Convenzione è assorbito dalle spese per traduzioni ed interpretariato.

EU Observer 7/03/2002
, EU Observer 22/03/2002, Agence Europe23/03/2002, Radio Slovenio 14/03/02

Pari diritti per le lingue

Gli Indonesiani vogliono che anche la loro lingua diventi lingua ufficiale dell’associazione dei Paesi Sudasiatici (ASEAN). Tuttavia il paese perde oggi migliaia di studenti e milioni di dollari a favore dei paesi anglofoni. La continua fuoriuscita di denaro e degli studenti migliori verso i paesi anglofoni costituisce un grande problema per il paese. Secondo l’italiano Renato Corsetti l’unica soluzione è una vera uguaglianza linguistica per tutti, MA COME ?
The Jakarta Post – 22/03/2002

I russi copiano i francesi
I russi si preoccupano per il pericolo di degrado della loro lingua seguendo con ciò l’esempio della Francia secondo il prestigioso quotidiano inglese Financial Times. Il ministro per l’educazione Vladimir Filippov ha annunciato la presentazione di una nuova legge per la protezione del russo dall’influenza dell’inglese. I giornalisti e i commercianti ora hanno il timore di ricevere multe per l’uso eccessivo di termini inglesi.

Financial Times 28/03/2002 p. 15

l francese perde terreno nell’Europa orientale
Secondo i giornalisti inglesi uno studio della Commissione europea "prova" ora che la lingua inglese gode il favore dei paesi dell’Europa centrale ed orientale. L’ Eurobarometer ha chiesto quali lingue fossero le più "importanti" : l’ 86% nei 13 paesi candidati ha scelto l’inglese , il 58% il tedesco e solo il 17% il francese. Ciò non fa piacere a Marceau Déchamps dell’associazione "Défense de la langue française": "La Commissione esige che le pratiche dei paesi candidati siano scritte in inglese e ciò non sbalordisce i nostri rappresentanti e funzionari francesi".

Guardian 20/03/2002
, Impératif français, Commissione europea 18/03/2002

L’inglese provoca problemi nelle scuole africane
Il Dr. Kiddu Makubuya, ministro dell’educazione e sport, lamenta la cattiva conoscenza dell’inglese degli insegnanti e degli scolari. Soltanto l’ 1.7 % di 103,262 candidati degli esami per il Certificato di Educazione dell’Uganda ha ricevuto distinto.Il Dr Kasalina Matovu, coordinatore delle Conoscenze della Comunicazione presso la Makerere University non incolpa gli insegnanti e gli scolari ma accusa il monolinguismo del sistema educativo in Uganda: solo l’inglese è lingua d’insegnamento. Manca il denaro per i manuali nelle lingue ugandesi.
All Africa Global Media 1/03/2002

Difesa dell’Olandese

Il partito cristianodemocratico chiede che il governo fiammingo difenda più validamente la lingua olandese. Vi sono diverse proposte della Commissione europea- come il brevetto europeo- che non consentono l’uso della lingua olandese e ciò viene a costare molto alle ditte fiamminge- secondo il partito fiammingo CD&V. Negli ambienti politici ed accademici si chiede che i governi fiammingo e olandese garantiscano la posizione dell’olandese come lingua dell’insegnamento universitario.
De Morgen 13/02/2002; De Financieel Economische Tijd 13/02/2002; NRC Handelsblad 07/12/2001; Taalunie 23/11/2001

L’olandese scompare dall’aeroporto olandese

L’olandese è troppo ingarbugliata secondo la direzione dell’aeroporto olandese Schiphol. Le parole olandesi che derivano dall’inglese restano in inglese ("lift", "gate" ecc.), altre parole che sono diverse sono troppo ingarbugliate. Perciò "toiletten" è solo "toilets", "parkeren" "parking" e "baggage" "baggage". La direzione giustifica l’uso della sola lingua inglese col fatto che tutti gli olandesi conoscono l’inglese.
De Telegraaf 02/02/2002

 

DIS-ES 007
 Norvegese vietato
Il mese scorso la facoltà di medicina dell’università di Oslo ha introdotto l’inglese come lingua obbligatoria. Gli studenti ed i professori norvegesi della famosa scuola di medicina devono comunicare solo in inglese e non nella lingua madre. Gli studenti con una anzianità di 4 anni e mezzo di detta facoltà non hanno più diritto di svolgere gli esami scritti in norvegese.
Aftenposten 27/01/2001

L’olandese scompare dalle università olandesi
Secondo il giornalista olandese Arno Schrauwers le università olandesi non rispettano le leggi sulla protezione della lingua olandese. Grazie al favore del ministro Hermans la lingua inglese domina sempre più. Persino l’Università 
Aperta, che deve essere aperta a tutti, effettua il 15% dell’insegnamento in inglese.
Eindhovens Dagblad 10/01/2002 

Una conoscenza basilare della lingua inglese

Sarà più difficile in futuro diventare cittadini britannici. D'ora in avanti, per diventare cittadini britannici bisognerà dimostrare di avere una discreta padronanza dell'inglese e delle istituzioni britanniche. Il ministro dell'Interno David Blunkett ha presentato ieri in parlamento un nutrito pacchetto di misure per riformare in generale il sistema di immigrazione inglese. I cittadini dell’Ue non devono provare la conoscenza della lingua inglese. Stampa 08/02/2002, AGI 07/02/2002

Vacanze in inglese
Londra, Dublino, Stati Uniti... L’estate è una stagione molto costosa per molti genitori che devono mandare i figli nei paesi anglofoni per studiare l’inglese. Ed è indispensabile fare un "advance booking" per assicurarsi un posto . Il British Council è sicuro di trarre dei buoni profitti anche quest’anno.
Il Sole 24 Ore 25/02/2002,
Press Release British Tourist Authority 

Esami di inglese e computer
Dopo trent'anni di carriera presso lo Stato italiano si pensa che sia ormai passato il tempo degli esami, eppure ora bisogna sostenere un esame di inglese e uno di informatica.
Corriere della Sera 06/03/2002 p. 18 

Convenzione
I paesi candidati lamentano la disparità linguistica
Giscard d'Estaing, presidente della Convenzione , che dovrà elaborare la nuova costituzione per l’Europa, si è rivolto nella seduta di apertura non solo nelle principali lingue, inglese, francese e tedesco, ma ha aggiunto "benvenuti" in polacco. Tuttavia il riconoscimento simbolico delle lingue dell’Europa centrale ed orientale evidentemente non basta ai parlamentari di questi paesi. I nuovi europei vogliono gli stessi diritti linguistici degli altri ma già la metà del bilancio della Convenzione è assorbito dalle spese per traduzioni ed interpretariato.
EU Observer 7/03/2002, EU Observer 22/03/2002, Agence Europe23/03/2002, Radio Slovenia 14/03/02 

Asterix in classe per insegnare il latino alle medie.
Non è solo l’inglese ad esser obbligatorio presso il Collegio San Carlo di corso Magenta dal prossimo anno scolastico. In aggiunta alle due lingue straniere (inglese e, a scelta, francese o spagnolo), la scuola introduce, dopo trent'anni torna il latino in una scuola media, la lingua di Cicerone. Obbligatoria. Due ore a settimana.
Corriere della Sera 24/02/2002 p. P49

La lingua morta che fa parlare l'Europa
Diego Marani, traduttore principale e revisore presso il Consiglio dei ministri dell'Unione Europea a Bruxelles, pratica ogni giorno una ginnastica multilingue. Marani, 43 anni, ha inventato una lingua che, mischiando le parlate d'Europa, rifletta i dialoghi poliglotti dei traduttori comunitari e l’ha chiamata "Europanto". Ora Diego Marani ha scritto un libro: "L'ultimo dei vostiachi", Editore Bompiani ( 198 pagine 13 euro).
Corriere della Sera 17/03/2002 p. 29

 

DIS-ES 006
In relazione al recente incidente d'aviazione accaduto in Germania, sul Lago di Costanza, tra un Tupolev 154M e un Boeing 757, attribuito in un primo momento alla comprensione della lingua utilizzata ma poi smentito, è interessante rilevare che un ingegnere civile americano (Kent Jones, Chicago Tiu ĉi retpoŝtadreso estas protektata kontraŭ spamrobotoj. Vi devas ebligi Ĝavaskripton por vidi ĝin. ) che studia questo tipo di problemi da diversi anni, stima che circa il 15% degli incidenti aerei sono imputabili a problemi di comunicazione dovuti alle numerose ambiguità che la lingua inglese comporta.

Per approfondire:
http://www.disvastigo.it/approfondimenti_12.htm

http://hometown.aol.com/kentjones9/myhomepage/business.html

 

DIS-ES 005

La lingua ungherese protetta
L'Ungheria tutela per legge la propria lingua. Il parlamento ha votato una legge che rende obbligatorio l'uso dell'ungherese per la pubblica comunicazione . Il provvedimento nasce dal massiccio flusso turistico e la globalizzazione economico - culturale che ha portato il diffondersi di insegne in inglese a Budapest e nelle altre città ungheresi.
La Stampa 21/02/2002

Il via libera al maxi-concorso
E’ iniziato il reclutamento dei dirigenti scolastici . Circa il 30% dei 10.800 istituti non ha un dirigente scolastico di ruolo. La prova orale consisterà anche nell'accertamento della conoscenza della lingua inglese, lingua indispensabile secondo il governo italiano..
Il Sole 24 Ore 16/02/2002

Parli il konglish?
Tutti conoscono lo janglish, il franglish,il portugalish e lo spanglish ma ora vi è una nuova lingua: il konglish , uno strano misto di cattivo inglese e coreano. Sfornato sotto la pressione della lingua inglese il konglish è difficile da capire per gli stranieri e i coreani tradizionalisti . I difensori della lingua coreana sono scontenti. Sono già molto irritati per il potere crescente della lingua inglese che spinge gli studenti coreani verso le costose università inglesi e americane ma cosa fare in un mondo globalizzato?
Le Temps 14/02/2002;
Korean Herald 12/12/2001; Konglish Corner

Inghilterra monoglotta
Mentre la lingua inglese domina sempre più in Europa, il numero degli inglesi che studiano una lingua straniera diminuisce rapidamente. Gli esperti temono che gli inglesi monolingui non potranno più competere con la nuova èlite europea che possederà la propria lingua e l’inglese. I paesi ricchi europei come Olanda e Germania hanno già introdotto nelle scuole due lingue per concorrere nell’Europa unita. In Inghilterra il governo non ha prospettive a riguardo anzi ha deciso che dopo i 14 anni si ha diritto di non studiare più lingue estere.
Independent Newspapers 11/02/2002 p. 1/3
, Guardian 8/02/2002, La Stampa 12/02/2002

 

DIS-ES 004
L'Europa vieta l’italiano agli agricoltori e agli impiegati del settore agricoltura.

L'Europa vieta l’italiano agli agricoltori e agli impiegati del settore agricoltura. Tutti i documenti devono essere tradotti soltanto in inglese per quanto stabilito dalla Commissione europea. Solo il Comitato per la difesa delle lingue e delle culture, Allarme Lingua, protesta presentando una denuncia ufficiale al Mediatore Europeo.

Comunicato Stampa Allarme Lingua. 23/06/2002.

L'U.e. si anglicizza sempre più. A Bruxelles gli impiegati italiani della Commissione Europea e di diversi altri organismi devono conoscere già da molto tempo perfettamente l'inglese. In Italia si diffonde l’uso di parole inglesi oltre che nel linguaggio comune, anche in quello politico, amministrativo ed economico con forte inquinamento della lingua. Tuttavia la lingua produce sempre più ben più gravi problemi come i posti di lavoro riservati ai soggetti di madre lingua inglese, il numero crescente di giovani italiani che vanno a studiare in Gran Bretagna e l'obbligo vero e proprio di usare l'inglese. Il Comitato per la difesa delle lingue e delle culture Allarme Lingua protesta presso il Mediatore Europeo per l’eliminazione dell’italiano e delle altre lingue da parte della Commissione europea". L'eliminazione dell'italiano e di tutte le altre lingue da parte della Commissione europea nel quadro del programma SAPARD è un attentato contro un principio basilare del Comitato: l'uguaglianza delle lingue, che è anche principio di legge vincolante dell'U.e.

Nel quadro del programma SAPARD, gli impiegati del settore, gli agronomi e gli agricoltori dei paesi candidati come Slovenia, Ungheria, devono comunicare con la C.E. solo in inglese. L'articolo 10 dell' Accordo Finanziario Pluriennale stabilisce che solo le versioni in inglese sono autentiche. "Gli abili giuristi della C.E. forse riusciranno a giustificare l' uso dell'inglese, ma la condizione è essenzialmente discriminatoria" dice il Prof Nicola Minnaja presidente di Allarme Lingua. A nome del Comitato per la difesa delle lingue e delle culture Il Prof. Minnaja protesta presso il Mediatore europeo, JacobSöderman, e contro la Commissione europea anche per altre condizioni degli accordi SAPARD. L'articolo 5 del lungo e noioso documento in inglese della C.E. obbliga i paesi candidati a tradurre "rapidamente" soltanto in inglese tutte le leggi e i documenti richiesti attraverso la C.E. "I traduttori italiani non hanno quasi nessuna possibilità di ottenere dei contratti per il semplice fatto che tutti i documenti devono essere tradotti soltanto in inglese. L'Europa in tal modo agisce in modo discriminatorio contro gli italiani."

Il Prof Minnaja non si preoccupa soltanto dell’italiano: "Il paragrafo 1 dell’art. 5 stabilisce la clausola che ogni comunicazione tra la Commissione europea e i paesi candidati riguardo gli accordi SAPARD debbano essere soltanto in inglese. Perciò i funzionari e gli agricoltori sloveni ed ungheresi evidentemente non hanno più diritto ad usare la propria lingua materna in patria per far valere le proprie ragioni riguardo il programma SAPARD." Anche i funzionari tedeschi, italiani e francesi della Commissione europea non hanno diritto ad usare la propria lingua neanche su richiesta dei funzionari dei paesi candidati che posseggono le loro lingue meglio dell’inglese. Secondo Minnaja, che parla correntemente l'esperanto, ci vuole una soluzione più neutrale. "Attualmente la soluzione più semplice per il programma agrario della Commissione europea è accettare più lingue senza imporre l’inglese a tutti. Tale pluralismo linguistico non comporterebbe spese eccessive per la Comunità europea e si eviterebbe la discriminazione."

Minnaja teme che l’imposizione della Commissione europea a comunicare solo in inglese scoraggerebbe lo studio delle lingue. "E’ insensato studiare altre lingue quando l’Europa stessa vi vieta di usare altre lingue diverse dall’inglese. Durante l’Anno Europeo delle Lingue, il 2001, la Commissione europea ha decantato molto ipocritamente la parità linguistica. Ora sei mesi dopo la fine dell’ Anno delle Lingue essa impone l’inglese a tutti gli europei."

Minnaja fa notare che al punto 1 del Regolamento del Consiglio europeo del 1958 tutte le nove lingue hanno gli stessi diritti come lingue di lavoro della Commissione europea e lingue ufficiali dell’Ue. "Inoltre il Consiglio del Lussemburgo obbliga la C.E. a rispettare la diversità linguistica e l'uguaglianza con i paesi candidati" (Diversità e pluralismo linguistico nell'Unione europea).

La denuncia ufficiale presentata da Nicola Minnaja a nome del Comitato per la difesa delle lingue e delle culture "Allarme lingua" vuole che la Commissione europea:

  1. rispetti l'uguaglianza linguistica dell' italiano e delle altre lingue ufficiali dell’Ue.;

  2. permetta ai funzionari e periti agrari italiani di usare l'italiano o altre lingue diverse dall’inglese nel quadro del programma SAPARD;

  3. riconosca che l’obbligo a tradurre solo in inglese è discriminatorio;

  4. rimborsi ai paesi candidati le spese già sostenute per le traduzioni.

******************* Allegato *******************

L'articolo5 dell'Accordo Finanziario Pluriennale

Language

1. Any communication between the Commission and the Republic of Slovenia related to this Agreement shall be in English.

2. The Republic of Slovenia shall ensure that for the Commission examination referred to Article 3 (1) of Section A of the Annex, relevant national legislation, written procedures manuals, guidelines, standard control check-lists, relevant administrative notices, standard documents and forms shall be available in English. Where documentation is needed for purposes other than for that examination, but is not available in English, the Republic of Slovenia shall provide texts in English expeditiously following a request from the Commission.

--------------------------------------------------------------------------------

http://europa.eu.int/comm/agriculture/external/enlarge/countries/poland/finance/mafa_en.pdf

http://europa.eu.int/comm/agriculture/external/enlarge/countries/bulgaria/finance/mafa_en.pdf

http://europa.eu.int/comm/agriculture/external/enlarge/countries/czech/finance/mafa_en.pdf

http://europa.eu.int/comm/agriculture/external/enlarge/countries/estonia/finance/mafa_en.pdf

http://europa.eu.int/comm/agriculture/external/enlarge/countries/hungary/finance/mafa_en.pdf

http://europa.eu.int/comm/agriculture/external/enlarge/countries/latvia/finance/mafa_en.pdf

http://europa.eu.int/comm/agriculture/external/enlarge/countries/lithuania/finance/mafa_en.pdf

http://europa.eu.int/comm/agriculture/external/enlarge/countries/slovenia/finance/mafa_en.pdf

http://europa.eu.int/comm/agriculture/external/enlarge/countries/romania/finance/mafa_en.pdf

http://europa.eu.int/comm/agriculture/external/enlarge/countries/slovakia/finance/mafa_en.pdf

 

DIS-ES 003
Denuncia al  Mediatore  europeo  Jacob Söderman contro la discriminazione linguistica nelle organizzazioni europee

 Le organizzazioni europee riservano sempre più posti, ufficialmente aperti a tutti i cittadini, ai parlanti inglese dalla nascita (Elenco di 400 Offerte di lavoro). Soltanto coloro che posseggono l’inglese dalla nascita, essendo nati in paesi di lingua inglese, possono candidarsi per molti posti delle organizzazioni europee ed internazionali. "Attualmente abbiamo un elenco di 400 offerte di lavoro degli ultimi mesi da parte di ditte ed organizzazioni europee di Bruxelles che sono del tutto discriminanti. Il problema esiste anche in altre parti del mondo ed è grave" dichiara Giorgio Bronzetti, direttore dell’agenzia di notizie sui problemi della comunicazione Disvastigo.

La Commissione europea riconosce l’esistenza di un problema giuridico. "Esigere una conoscenza per nascita dell’inglese può esser considerato discriminante" dichiara Anna Diamantopoulou, membro della Commissione europea responsabile del lavoro e delle pari opportunità . In risposta ad una interrogazione dell’europarlamentare italiano Vitaliano Gemelli, un’altra commissaria Viviane Reding, responsabile di cultura e educazione, ha dovuto riconoscere un caso di discriminazione linguistica da parte dell’ufficio della Commissione che si occupa dei programmi Sokrates, Leonardo & Youth. Secondo Bronzetti, la discriminazione linguistica costituisce un grave attacco contro il secondo articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani.

Bronzetti deplora che la Commissione europea finora riconosce ufficialmente soltanto la sua responsabilità per gli Uffici Tecnici Ausiliari, organismi dipendenti direttamente dalla Commissione. "Tuttavia la Commissione europea finanzia un gran numero di organizzazioni che pubblicano regolarmente offerte di lavoro soltanto per parlanti inglese per nascita." Disvastigo segue da più di due anni la discriminazione linguistica nelle ditte ed organizzazioni internazionali insieme all’Europa Esperanto-Unio.

Molti annunci di offerte di lavoro per personale di lingua inglese sono di organismi europei finanziati in tutto o in parte dalla Commissione europea. Quasi mai compaiono annunci per offerte di lavoro per parlanti altre lingue per nascita. "Nonostante le molte interrogazioni che si sono avute nel Parlamento europeo, la Commissione finanzia ancora un gran numero di organizzazioni europee con sede a Bruxelles che riservano dei posti per personale di lingua inglese" lamenta Bronzetti. "Dall’inizio dell’anno circa cinquanta importanti organizzazioni europee hanno riservato posti a persone di madre lingua inglese. Tra di esse persino un servizio ufficiale della Commissione europea – il progetto "Jean Monnet"."

Nel 2001, Anno Europeo delle Lingue, vi sono state delle chiare condanne della discriminazione linguistica, da parte tra l’altro del ministro belga Laurette Onkelinx, responsabile per le pari opportunità, e diversi membri della Commissione europea (Interrogazioni parlamentari - Discriminazione linguistica nell'Unione europea). Tale pratica tuttavia prosegue ancora nel 2002 e la Commissione europea continua a finanziare società di Bruxelles che riservano posti a persone di madre lingua inglese. Ora il presidente italiano dell’Associazione Mondiale d’Esperanto, prof. Renato Corsetti , protesta ufficialmente con il Mediatore europeo, Jacob Söderman (www.euro-ombudsman.eu.int), per la discriminazione linguistica. "L’obiettivo principale della denuncia è di contestare la discriminazione da parte delle organizzazioni internazionali su base della lingua nativa cioè la richiesta che i candidati conoscano l’inglese dalla nascita".

"I politici non vogliono soluzioni neutrali ed eque come, ad esempio, l’Esperanto. Tuttavia devono rispondere del problema sempre più crescente della discriminazione linguistica contro coloro che non parlano l’inglese dalla nascita, discriminazione di cui sono responsabili", chiarisce il direttore dell’ agenzia stampa sui problemi della comunicazione Disvastigo. Secondo Giorgio Bronzetti, la lingua internazionale e neutrale Esperanto potrà avere delle possibilità di successo solo quando i politici rispetteranno realmente la diversità delle lingue e la loro parità . Egli non è affatto contento e protesta anche per l’ultima risposta E-3572/01 di Anna Diamantopoulou, membro della Commissione europea per gli affari sociali. "Ora Anna Diamantopoulou permette di usare la formula "English mother tongue or equivalent". E’ chiaro che con ciò non cambia niente e anzi di fatto ciò significa che le associazioni europee ora invitano soltanto i parlanti inglese per nascita" sostiene Bronzetti.

La denuncia (numero 659/2002/IP) per discriminazione linguistica da parte dell’Associazione Mondiale d’Esperanto ha come obiettivo che la Commissione europea:

1) riconosca la natura discriminatoria di diversi tipi di annunci di offerte di lavoro che sono ufficialmente aperti a tutti i cittadini ma in realtà riservati a coloro che parlano l’inglese dalla nascita ["English mother tongue", "English native speaker", "English mother tongue or equivalent" ecc.],

2) assicuri che non finanzierà più quelle ditte ed organizzazioni che si comportano in modo discriminante nei confronti di coloro che non parlano l’inglese dalla nascita,

3) studierà e ricercherà strumenti e metodi per evitare la discriminazione linguistica da parte delle organizzazioni in tutto o in parte da essa finanziate.

La denuncia ufficiale presso il Mediatore europeo riguarda soltanto quelle offerte di lavoro che richiedono la conoscenza dell’inglese dalla nascita. "Tuttavia è ancora maggiore il caso di organismi europei, e di centinaia di ditte che lavorano con la Commissione europea a Bruxelles, che richiedono una conoscenza "perfetta" dell’inglese e poi invitano soltanto quelli che conoscono la lingua di Shakespeare dalla nascita "- spiega Bronzetti. La Commissione europea insiste ancora che la discriminazione linguistica da parte delle organizzazioni europee, anche se totalmente finanziate dalla Commissione europea, è "soltanto" un problema belga in quanto le ditte e le organizzazioni europee sono costituite secondo leggi belghe. "I funzionari della Commissione europea capiscono bene che gli ispettori belgi non hanno né denaro né tempo per risolvere il problema della discriminazione linguistica delle organizzazioni europee di Bruxelles."

Per maggiori informazioni, elenco di esempi di annunci per offerte di lavoro, potete rivolgervi a: Tiu ĉi retpoŝtadreso estas protektata kontraŭ spamrobotoj. Vi devas ebligi Ĝavaskripton por vidi ĝin.

Informazione per i giornalisti Interrogazioni parlamentari sulla discriminazione linguistica da parte di organizzazioni internazionali

Prima, durante e dopo l’Anno Europeo delle Lingue Disvastigo ha informato i politici e i giornalisti italiani sul numero crescente di annunci per offerte di lavoro da parte di molte delle 2500 organizzazioni internazionali di Bruxelles dirette in modo specifico a coloro che conoscono l’inglese per nascita. L’obiettivo principale di questa azione per l’uguaglianza linguistica è di combattere la discriminazione che si basa sulla lingua nativa da parte degli organismi internazionali, cioè la richiesta che i candidati conoscano dalla nascita la lingua inglese ("English mother tongue", "English native speaker" e "Native English"). Grazie a tale azione la Commissione europea è stata costretta a riconoscere che la richiesta , da parte dei suoi organismi, della conoscenza dalla nascita dell’inglese per posti, ufficialmente aperti a tutti i cittadini dell’Ue, può essere considerata discriminante. Purtroppo per ragioni di lobby delle ditte internazionali dall’ultima risposta E-3572/01 di Anna Diamantopoulou, membro della Commissione europea responsabile delle affari sociali, la Commissione europea ora permette alle ditte ed organizzazioni europee di richiedere : "English mother tongue or equivalent".

Ora la Commissione europea informa con diplomazia le organizzazioni internazionali finanziate da essa che le offerte di lavoro per parlanti inglese dalla nascita possono essere considerate discriminatorie. Perciò le menzioni "English mother tongue", "English native speaker", e "Native English" scompaiono lentamente sempre più dagli annunci . Al loro posto si trovano frasi come "English mother tongue or equivalent", "Perfect English" kaj "Excellent English". Lo scopo è spesso identico: l’assunzione di parlanti inglese dalla nascita.

 

DIS-ES 002
Nuove disposizioni in difesa della lingua- torna il ricordo di Bruno Migliorini grande paladino dell’italiano

Il Parlamento discuterà nei prossimi giorni delle misure di tutela della lingua italiana ”bene culturale non meno importante delle pinacoteche” e al contempo bene sociale che va difeso dall’infiltrazione di tutte le espressioni incongrue e disorientanti e dagli abusi di termini stranieri non necessari.

Si prevede, come punto centrale, l’approvazione del disegno di legge n. 993,  promosso dal sen. Andrea Pastore, Presidente della Commissione Affari Costituzionali e da altri 50 senatori, con cui si istituisce il Consiglio Superiore della Lingua Italiana con l’incarico di sovrintendere alla tutela, alla promozione e alla diffusione della lingua italiana in Italia e fuori d’Italia, ed alla politica nei confronti delle lingue straniere.

Di gran rilevanza uno dei compiti maggiori del Consiglio: “ promuovere l’arricchimento della lingua con lo scopo primario di mettere a disposizione termini idonei ad esprimere tutte le nozioni del mondo attuale, assicurando la presenza dell’italiano nelle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione”. Teoricamente sul cartellone dei lavori di un edificio pubblico in ristrutturazione non vi dovrebbe essere più scritto “Realizzazione nuovi layout” e non vi dovrebbe più essere una legge sulla “privacy” e così la cafonata, non sappiamo come definirla altrimenti, del “question time” della Camera.

Questo insorgere contro l’abbandono completo della lingua avviene in difesa non solo dei valori nazionali ma soprattutto di quelli democratici in difesa del cittadino italiano smarrito, per il quale oggi risulta difficile persino aprire un giornale.

E il rinascere di questo desiderio di protezione dell’italiano ci riporta alla memoria un grande difensore della lingua, Bruno Migliorini, ritenuto uno dei più grandi linguisti che abbia avuto l’Italia, autore tra l’altro della magnifica Storia della Lingua Italiana, unica opera del genere fino agli anni 60. Lucio D’Arcangelo, nel suo articolo a 6 colonne “L’orgoglio di parlare italiano” apparso il 24 aprile nella pagina culturale de Il Tempo per annunciare la discussione del disegno di legge, fa riferimento all’impegno di Migliorini per la tutela della lingua, che avrebbe con lui acquistato basi scientifiche, e come egli si adoperasse ad italianizzare correttamente i termini stranieri prima che si diffondessero in modo ibrido (come “apprendistato” coniato da Migliorini al posto di “apprendissaggio” o “autista” al posto di “chauffeur”).

Nella stessa linea di difesa della lingua si colloca l’appassionata azione di Migliorini  per  l’adozione della lingua non territoriale esperanto, una sorta di indoeuropeo ricostruito che poteva fare da cuscinetto salva-lingua per le lingue etniche. (gb)

 

DIS-ES 001

Interrogazioni parlamentari

discriminazione linguistica nell'Unione europea

Si è appena concluso l’Anno Europeo delle Lingue, il cui scopo, nelle intenzioni della Commissione Europea che l’aveva promosso, era quello di valorizzare le lingue e culture diverse in un’Europa che sta per ingrandirsi. A fronte di questo scopo dichiarato, ci si sarebbe potuto aspettare che nel 2001 la Commissione Europea intraprendesse azioni che garantissero, almeno sul piano dei principi, gli stessi diritti a tutti i cittadini, qualunque fosse la loro lingua materna. (clicca qui per scaricare la Carta dei diritti fondamentali dell'Ue - file .pdf  zippato a 65 KB) )

Purtroppo non è questo che sta accadendo. Nell’ultimo anno, proprio quello denominato "delle lingue", enti e società che lavorano anche, e talvolta esclusivamente, per la Commissione Europea hanno fatto ricerche di personale aperte soltanto a persone cha hanno l’inglese come lingua madre [400 annunci di offerta d'impiego  a persone di madre lingua inglese]. Anche agenzie della Commissione stessa in più di un caso ha offerto lavoro soltanto a persone di "English mother tongue" e "Native English". Di fronte a proteste giunte da più parti, gli uffici della Commissione, per bocca dell’incaricata Anna Diamantopoulou sono stati costretti ad ammettere che si trattava di casi di discriminazione che vanno contro le dichiarate "pari opportunità". Il deputato inglese Charles Tannock aveva proposto di eliminare la discriminazione linguistica dalle forme di discriminazione citate nell’art. 21 della Carta Europea dei Diritti, non ha ritenuto di dover procedere a questa eliminazione. Finora il presidente Prodi non ha preso una posizione ufficiale; interpellato per l'Unione Esperantista Europea che difende il principio fondamentale dell'uguaglianza linguistica (Manifesto di Praga).

Tuttavia la Commissione non ha ritenuto finora di rifiutare la collaborazione con società ed agenzie che applicano discriminazione linguistica nelle assunzioni, rinviando pilatescamente la responsabilità al governo belga, visto che la maggior parte di queste compagnie ed agenzie risiedono a Bruxelles. Il ministro belga per le pari opportunità, Laurette Onkelinx, rispondendo ad una interrogazione parlamentare il 28 novembre 2001, ha affermato: "L’assunzione di persone con una determinata lingua materna implica che queste siano o siano state cittadini di un certo stato membro, e questo va contro la libera circolazione dei lavoratori, come affermata nel paragrafo 39 del Trattato di Roma." Le conseguenze di questa presa di posizione del governo belga sono state limitate: molte offerte di lavoro sono state riformulate con la richiesta di "conoscenza perfetta dell’inglese", e il risultato è praticamente lo stesso.

Articolo 2: Dichiarazione universale dei diritti umani

Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione... 

Interrogazione scritta E-4100/00 di Bart Staes (Verts/ALE) alla Commissione (10 gennaio 2001). Oggetto: Discriminazione linguistica nell'Unione europea