Esattamente cento anni fa, il 9 dicembre 1920, undici stati membri della Lega delle Nazioni hanno presentato all’Assemblea un progetto di risoluzione. Il progetto poneva l’attenzione sul bisogno di una soluzione pratica degli ostacoli linguistici che ostacolavano le diverse nazioni, e alludeva ai recenti esperimenti sull’istruzione dell’esperanto nelle scuole. Come risultato, fu richiesta una relazione al vice segretario generale, Inazo Nitobe, ma, nonostante le conclusioni favorevoli della relazione, alla fine la risoluzione non fu approvata.
La presentazione di quel progetto di risoluzione diede tuttavia inizio al collegamento tra il movimento esperantista e le organizzazioni internazionali. Questa vicinanza dura tuttora. Noi siamo fieri riguardo la nostra storia nel sostegno dei diritti umani, della intercomprensione e del nostro costante appoggio al lavoro delle Nazioni Unite. Pregustiamo la continuazione di queste azioni nei prossimi anni.
Quest’anno, mentre tutta la comunità mondiale celebra la Giornata dei Diritti Umani, le Nazioni Unite hanno già raggiunto il loro settantacinquesimo anniversario. La comunità delle NU lotta con i grandissimi problemi intorno al mondo: il cambiamento climatico, la guerra, i rifugiati, ogni specie di disuguaglianza e, ora, la pandemia planetaria. Mai le NU hanno avuto bisogno del nostro aiuto più di quanto ne hanno bisogno ora.
Tuttavia i vecchi problemi, che hanno afflitto la comunità internazionale già da anni, ci perseguitano ancora. Uno di questi è l’incapacità di raggiungere l’intercomprensione reciproca di cui abbiamo bisogno per fronteggiare le molte difficoltà mondiali e applicare le soluzioni messe a nostra disposizione dagli scienziati e dai filosofi. Un secondo problema è la nostra sconfitta nell’attirare le persone comuni in questo dialogo mondiale. Noi crediamo che le Nazioni Unite abbiano bisogno di una politica linguistica con una più ampia prospettiva, che abbia lo scopo di allargare e arricchire il dialogo mondiale e di dare ai popoli del mondo la voce di cui hanno diritto.
Come chi parla in Esperanto, che partecipa ad una rete mondiale di individui che usano una lingua comune facilmente imparabile ed utilizzabile, noi crediamo che un ruolo maggiormente diffuso dell’Esperanto nelle questioni mondiali aiuterebbe a dare una voce ai popoli. In occasione di questa Giornata delle Nazioni Unite 2020, noi conveniamo favorevolmente con le iniziative già fatte in sede UNESCO e in altri luoghi per aumentare l’uso dell’Esperanto e invochiamo tutti gli uomini di buona volontà a fare lo stesso. Le lingue hanno lo scopo di parlare e di ascoltare : le NU devono ascoltare le voci dei cittadini comuni del mondo.
E, soprattutto, invochiamo ovunque tutti gli uomini, e soprattutto chi parla la Lingua Internazionale Esperanto, che sostengano il lavoro delle Nazioni Unite ed aiutino questa organizzazione mondiale a costruire un mondo più sicuro, egualitario e pacifico, di cui abbiamo bisogno per il proseguimento dell’umanità. Noi tutti abbiamo il diritto di parlare e il diritto di essere ascoltati - unitamente alla responsabilità di far diventare il mondo una casa migliore per noi tutti.