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Un libro che non può mancare nella libreria di un autentico appassionato di fantascienza, esperantista o no: La lingua fantastica. |
Si tratta di un'autentica chicca per chi unisce l'interesse per l'esperanto con quello per la fantascienza: La lingua fantastica, a cura di Giulio Cappa, con introduzione di Harry Harrison (proprio lui, il celebre autore del romanzo da cui il film cult 2022: i sopravvissuti), pubblicato da Keltia Editrice nel 1994, è un'antologia di racconti di 18 autori di varie nazionalità (Liven Dek ad esempio è spagnolo, István Nemere ungherese, Bernard Golde statunitense, Pekka Virtannen finlandese, Gaku Konisi giapponese, e così via).
Le tematiche affrontate, suddivise in altrettante sezioni del libro, vanno dall'avventura alla società, dal tempo al linguaggio fino alla pace. I racconti sono arricchiti da eleganti illustrazioni in bianco e nero di molti artisti internazionali.
Non mancano naturalmente gli autori italiani (esordienti del premio Courmayer '93) insieme a nomi molto noti nella cultura esperantista, quali William Auld (scomparso qualche anno fa), insieme ad un grande come quello di Harry Harrison. Proprio quest'ultimo scrive nell'introduzione di come ha inserito spesso riferimenti alla lingua di Zamenhof nelle sue opere, contribuendone alla diffusione; "… la facile lingua ausiliaria offre gli stessi scatenati piaceri mentali della cara vecchia fantascienza" scrive infatti lo scrittore britannico.
Un panorama su un mondo letterario quasi sconosciuto che vale senz'altro la pena di scoprire.
Per ordinare il libro, presente comunque anche nelle maggiori librerie: http://www.keltia.it/it/libri/i-calicanti/la-lingua-fantastica