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Fin dai tempi in cui frequentavo il liceo ho trovato la lingua greca molto affascinante sia dal punto di vista della struttura sintattica sia da quello grafico...

Fin dai tempi in cui frequentavo il liceo ho trovato la lingua greca molto affascinante sia dal punto di vista della struttura sintattica sia da quello grafico, inoltre la si ricorda spesso parlando Italiano perché molti termini di questa lingua derivano da essa e ci si può divertire a scomporre queste parole, quali ad esempio "filosofia" oppure "anacronistico", e molte altre usate quotidianamente, per indovinare quelle greche antiche che vi erano all'origine.
Anche per questo mi ha affascinato leggere notizie sul "Grecanico" e sul "Griko"; essi sono gli idiomi parlati nelle due isole linguistiche che formano la minoranza linguistica greca d'Italia, riconosciuta dallo Stato Italiano; queste sono rispettivamente la Bovesìa in provincia di Reggio Calabria e la Grecia Salentina, situata nella Puglia meridionale, in provincia di Lecce.
Il Grecanico  presenta molte somiglianze con il neogreco e deriva sia dal greco ellenistico parlato nella Magna Grecia che dal greco bizantino medievale; si scrive usando sia caratteri greci che latini.
L'area che da secoli è considerata la culla di questa minoranza linguistica ellenofona è, come dicevamo,  la Bovesìa, situata sul versante ionico dell'Aspromonte; essa, per la sua posizione, è sempre stata al centro degli scambi sul bacino del Mediterraneo ma col passar del tempo è rimasta isolata per la difficoltà dei collegamenti e per le impervietà delle zone, infatti i paesi dell'area sorgono su montagne contornate da burroni, a cui un tempo era difficile accedere; il problema dell'isolamento è stato aggravato dall'assenza di sviluppo economico e industriale che ha portato, inoltre, all'emigrazione; nonostante ciò vivono ancora nella zona gli ultimi testimoni di questa grande civiltà e un'importante opera di  valorizzazione dei centri rurali si sta compiendo da parte della Gal Area Grecanica per sviluppare il turismo rurale.
Il Griko ha molte somiglianze con il neo-greco ma presenta anche molti vocaboli che mostrano influenze leccesi e neolatine.
Nella grecia salentina, dove è parlato l'idioma, la lingua greca penetrò già all'epoca della Magna Grecia, come successe nella Bovesìa, ma successivamente in seguito alle varie dominazioni sveva, angioina, spagnola…iniziò ad essere usato molto di meno; nel settecento il Griko era parlato solo in tredici villaggi.
Dopo la seconda guerra mondiale, influì sul greco della Grecia Salentina, così come aveva avuto il suo peso su quello della Bovesìa, il fenomeno dell'emigrazione; quest'ultimo e la diffusione dei mezzi radiotelevisivi portarono alla diminuzione dei parlanti la lingua.
A partire dagli anni novanta, comunque, inizia un processo di valorizzazione e promozione del Griko da parte dei nove comuni di lingua ellenofona rimasti nella zona e nel 2001 viene istituito da questi l'Unione dei Comuni della Grecia Salentina.
Un'iniziativa particolare e interessante, nata dalla collaborazione di questa Istituzione con l'Istituto Diego Carpitella è il Festival "Notte della Taranta"; si tratta di un concerto in cui la musica folklorica del luogo si unisce ad altre tradizioni musicali creando, in questo modo, una nuova modalità di composizione contemporanea.
L'iniziativa si protrae da otto anni ed ha avuto successo a livello nazionale.