È molto difficile valutare oggi l’album Tute ne gravas di Amplifiki. Essendo il primo di un album rock in Esperanto, è quasi mitologico. Solo qualche estimatore della musica esperantista non ha sentito parlare di Amplifiki. L'ultima canzone dell'album - Sola - è forse la più diffusa canzone in Esperanto. Frasi come "Ĉu vi pretas?!" e "Tute ne gravas!" erano presenti in questa cassetta e poi si sono ripetute con altri artisti esperantisti.
Quindi si tratta di un album essenziale della cultura musicale esperantista come la conosciamo oggi. Eppure devo confessare che fino a poche settimane fa non avevo mai sentito l'intero album - e quasi sicuramente non ero il solo. Tute ne gravas è un album molto sfaccettato, fatto da buoni musicisti. In qualche modo attraversa la storia della musica popolare durante i suoi 45 minuti. Ruĝo kaj blu' e Aline mi ricorda un rettilineo di 50 anni di musica rock, Kafo kaj te’ e Mi kaj ŝi mi sembrano supplementi di riviste degli anni 60, Guma suito mi fa pensare ad un periodo sperimentale dei Beatles, Brava bardo è quasi come il proto-rock duro degli anni 70. e Domo en Bonn ' suona come il rock degli anni 80. Un po' mi sorprende l'unica composizione di Martin – Por ĉiam, il cui sound, molto moderno, è veramente simile a quello attuale di Martin.
Dal punto di vista del testo Tute ne gravas non è l'album più interessante. Versi come – Ni estas knaboj! | - Ni estas knabinoj! oppure uuh Aline | ho mi amas vin | vi estas bela, bela knabin’! suonano un po’ retrodatate. Tuttavia ci sono delle eccezioni: Somera temp’ descrive un'apocalisse ambientale, Brava bardo e La nupto/La nokto è poesia di alto livello – nel quale si scorgono accenni alla situazione dei gay. Mi kaj ŝi è probabilmente inteso come uno scherzo, ma resta una delle prime canzoni esperantiste ad affrontare il tema del poliamore.
Be'! sono passati quasi 30 anni. Naturalmente questo album si è arricchito e continua ancora oggi ad arricchire la cultura esperantista. Non solo con canzoni immortali come Sola e l’inno dell’IS, ma ancora di più con la sua influenza sul movimento, l'inizio della cultura musicale dell’Esperanto, che svolge un ruolo centrale in tutti i principali eventi esperantisti di oggi.