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    DIS-A199

    LA CONVENZIONE UNESCO SULLA PROTEZIONE E PROMOZIONE DELLE DIVERSITA’ CULTURALI ENTRA IN VIGORE IL 18 MARZO NEI 45 PAESI CHE L’HANNO RATIFICATA : E’ ORA DI DIFENDERE LA LINGUA E LA CULTURA ITALIANA

    Allarme Lingua teme tuttavia si tratti solo di un rito di ratifica senza reali intenzioni di cambiare le cose

    Con la ratifica del Parlamento del 31 gennaio 2007 anche l’Italia fa propria la Convenzione UNESCO riguardante “la protezione e la promozione delle diversità culturali”.

    Come si apprende dal comunicato stampa del Ministero dei Beni Culturali l’’obiettivo primario della Convenzione è il rafforzamento dei vari anelli che formano la catena creativa culturale, vale a dire: la creazione stessa; la produzione; la distribuzione/ diffusione; l’accesso e la fruizione dei beni culturali. Tra i principi-guida della Convenzione c’è il principio della salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

    A questo proposito l’Associazione Allarme Lingua ribadisce che anche ai cittadini italiani, se il Governo fosse coerente con questa ratifica, si dovrebbe applicare il principio della non discriminazione in base alla lingua, previsto dall’articolo 2 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo. Nessun italiano dovrebbe essere discriminato perché non parla inglese. Nessuna casalinga di Voghera, nessun contadino di Salerno o pensionato di Palermo dovrebbe venir violentato culturalmente da una RAI TV, che essi mantengono con il canone, mediante un fiume di parole francamente incomprensibili, il cui unico scopo è quello di dimostrare che i giornalisti che le usano sono più alla moda (più in, come direbbero loro) degli ascoltatori. Che dire poi del Ministero del welfare e della Azienda delle Poste che, invece di pensare a distribuire le lettere, pensa ad inventare titoli in inglese per i direttori (managers, naturalmente).

    Ha operato con successo per la ratifica il Ministero per i Beni e le attività culturali in collaborazione con il Ministero degli Affari esteri. I primi due articoli del disegno di legge recano, rispettivamente, l’autorizzazione alla ratifica e l’ordine di esecuzione della Convenzione; l’articolo 3 quantifica gli oneri derivanti dall’applicazione della Convenzione, (valutati in 14.130 euro per il 2007, 7.870 euro per il 2008 e 14.130 euro annui a partire dal 2009). Fra i diritti delle singole Parti ricordiamo: il diritto di creare opportunità per attività culturali nazionali; di consentire l’accesso ai mezzi di produzione culturale a industrie nazionali indipendenti e a iniziative del terzo settore; di incoraggiare lo sviluppo del libero scambio di idee fra organizzazioni no-profit, istituzioni pubbliche e private e altri operatori della cultura.

    Se è vero, quello che l’onorevole Ranieri ha dichiarato nella discussione parlamentare, e cioè che con questa convenzione “il concetto di diversità culturale è elevato al rango di patrimonio comune, inteso come l'insieme delle molteplici espressioni culturali esistenti” e che “oggi l'Unesco ha messo a fuoco lo stretto legame che esiste tra cultura e democrazia”, non si capisce perché non venga adeguatamente tutelata la cultura italiana, che sta diventando sempre più una cultura provinciale e subalterna la cui industria cinematografica è praticamente scomparsa con effetti comici, se non fossero tragici: I cittadini di Campobasso o di Abbiategrasso sono costretti a vedere solo film che parlano di cose che accadono in California a persone diverse con valori diversi e non hanno alcun rapporto con i problemi reali della nostra gente. Il successo di produzioni incentrate sui problemi italiani che la TV occasionalmente produce, come il Maresciallo Rocca, si spiega anche con questa fame di personaggi in cui ci si puo’ riconoscere ed identificare

    Adeguata tutela dovrebbe anche ricevere la lingua italiana, ed a questo proposito Allarme Lingua ha già avviato proposte di legge. Se poi ci fosse realmente la volonta’ di aprirsi al mondo, a tutto il mondo e non solo al grande fratello attuale, forse andrebbe anche riconsiderata la pratica obbligatrorietà dello studio dell’inglese nelle scuole di ogni ordine e grado ed andrebbero favorite scelte più pluralistiche per arrivare perfino ad accelerare l’iter della proposta di legge .numero 129 d’iniziativa del deputato Andrea Colasio, presentata il 28 aprile 2006 e che ha per titolo: Disposizioni per la difesa della diversita` linguistico-culturale e per l’affermazione di valori di pace, democrazia e progresso attraverso la promozione e l’insegnamento della lingua internazionale esperanto.

    Probabilmente, comunque, -questo è il timore di Allarme Lingua- si tratta solo di un rito di ratifica senza reali intenzioni di fare qualcosa. Basta guardare alle cifre stanziate, 14.130 euro per il 2007, 7.870 euro per il 2008 e 14.130 euro annui a partire dal 2009, che secondo la relazione dell’onorevole Ranieri al Senato sono sufficienti solo per le missioni dei funzionari che parteciperanno alle riunioni intergovernative indette in futuro per celebrare le ratifiche. Purtroppo ancora una volta la difesa della lingua e della cultura italiana è lasciata ai singoli ed alle associazioni private come Allarme Lingua.