150 anni fa, il 15 dicembre 1859, nella città di Byalistok, Polonia, nasceva Ludwik Zamenhof, ideatore della lingua internazionale esperanto: l'evento oggi viene festeggiato da tutta la comunità esperantista mondiale. La constatazione di quanto le barriere linguistiche si opponessero alla pacifica convivenza nella sua città natale tra russi, polacchi, tedeschi ed ebrei fece maturare sin dall'infanzia l'ambizione di cercare uno strumento per superare le divisioni. Il suo desiderio prenderà finalmente corpo nel 1887 dopo aver superato innumerevoli difficoltà: il 26 luglio di quell'anno pubblicò infatti l'Unua Libro, il primo libro dell'esperanto.
 Zamenhof
  

Il nome del glottoleta polacco, tuttavia, è legato anche a due progetti filosofici di fratellanza umana, l'Hilelismo e l'homanarismo, che si differenziano tra loro per le comunità a cui essi si rivolgono: mentre il primo è stato pensato per gli ebrei, il secondo “riguarda tutti i popoli e le religioni”.

L’approssimarsi della prima guerra mondiale indusse Zamenhof a pubblicare nel maggio del 1913 una seconda edizione dell'Homanarismo, chiarendo alcune ambiguità e indicando la sua soluzione  per scongiurare il conflitto: “tutte le terre appartengono né a questa né a quella gente, ma, allo stesso modo, a tutti i suoi abitanti, senza distinzione di lingua, religione o gruppo sociale”. I medesimi principi saranno riproposti anche nell’Appello ai diplomatici, in cui l’Autore si schierò a fianco delle minoranze etniche e religiose sottolineò che “Ogni paese deve appartenere moralmente e materialmente a tutti i suoi abitanti naturali e naturalizzati, qualsiasi sia la loro lingua, religione o supposta provenienza.