Continuando la tradizione inaugurata da Giovanni Paolo II nel 1994 grazie anche all'azione del Partito radicale e dell'ERA, Benedetto XVI per i consueti auguri natalizi in mondovisione, tra le 65 lingue usate, ha utilizzato ancora una volta l'Esperanto.
In disaccordo praticamente su tutto: dall'8x1000 alla gestione della Banca vaticana, dall'uso delle cellule staminali al diritto ad una morte civile, dall'uso dei contraccettivi alla pillola del giorno dopo, l'utilizzo della lingua della nonviolenza, l'Esperanto, sembra essere una delle pochissime cose a mettere d'accordo questo Papa e i Radicali.
Dopo ormai 16 anni di tale esposizione mediatica al mondo, però, dell'insegnamento della Lingua Internazionale non vi è traccia in alcun collegio od università cattolica, dando ad intendere che, da parte degli atenei pontifici o che al cattolicesimo si richiamano, la considerazione di tali attenzioni papali è pari a zero.
Intanto in Italia, con la Gelmini, assistiamo ad un processo di monopolizzazione anglofona che lancia ad oltre 60 miliardi annui in Italia la spesa per la colonizzazione del Paese in lingua inglese a danno persino dell'italiano. In questo, la dimensione multilinguista di Benedetto XVI è senz'altro più democratica, internazionale ed aperta di quella di questo Governo.