Giovedì 27 gennaio 2011 alle ore 11 a Parma presso la Biblioteca “Guanda” (Vicolo delle Asse 5), si svolgerà la conferenza "Esperanto, la lingua pericolosa. Introdurrà l'incontro, promosso dall’associazione esperantista parmigiana “G. Canuto”, il Prof. Davide Astori, linguista dell’Università di Parma.
La manifestazione prende il nome da un celebre libro scritto dallo storico Ulrich Lins, edito in Italia con il titolo "La lingua pericolosa. Storia delle persecuzioni contro l'esperanto sotto Hitler e Stalin". La lingua pianificata dal Dottor Esperanto, pseudonimo del polacco Ludwig Lejzer Zamenhof, visse infatti giorni terribili nel Novecento, non solo nell'Unione Sovietica e Germania, ma dovunque si proiettasse l'ombra dell'autoritarismo. “Fintanto che l’ebreo non sia diventato padrone degli altri popoli - scriveva Hitler nel Mein Kampf - volente o nolente deve parlare la loro lingua, ma non appena che essi dovessero divenire suoi servi, dovrebbero tutti imparare una sola lingua universale (per esempio l’esperanto!) in modo che anche con questo mezzo l’ebreo possa dominarli più facilmente”. In Austria come in Ungheria, con l'avanzare della marea nazista, le associazioni esperantiste furono sciolte. Nell'Unione Sovietica la politica staliniana nei confronti del movimento esperantista, si era tragicamente manifestato con le grandi purghe, estendendosi poi a tutte le democrazie popolari.
La manifestazione prende il nome da un celebre libro scritto dallo storico Ulrich Lins, edito in Italia con il titolo "La lingua pericolosa. Storia delle persecuzioni contro l'esperanto sotto Hitler e Stalin". La lingua pianificata dal Dottor Esperanto, pseudonimo del polacco Ludwig Lejzer Zamenhof, visse infatti giorni terribili nel Novecento, non solo nell'Unione Sovietica e Germania, ma dovunque si proiettasse l'ombra dell'autoritarismo. “Fintanto che l’ebreo non sia diventato padrone degli altri popoli - scriveva Hitler nel Mein Kampf - volente o nolente deve parlare la loro lingua, ma non appena che essi dovessero divenire suoi servi, dovrebbero tutti imparare una sola lingua universale (per esempio l’esperanto!) in modo che anche con questo mezzo l’ebreo possa dominarli più facilmente”. In Austria come in Ungheria, con l'avanzare della marea nazista, le associazioni esperantiste furono sciolte. Nell'Unione Sovietica la politica staliniana nei confronti del movimento esperantista, si era tragicamente manifestato con le grandi purghe, estendendosi poi a tutte le democrazie popolari.