Il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha recentemente affermato che l’inglese dovrebbe essere imposto nei programmi RAI in prima serata abolendo il doppiaggio dei film (americani). Si tratta di una posizione nata in seno all’ASPEN institute, organizzazione non-profit statunitense, la cui sezione italiana ha proprio Tremonti come presidente.

 

Si tratta di un progetto vecchio e ormai del tutto insensato. L’evoluzione della tecnologia fa sì che oggi chi vuole approfondire una lingua straniera tramite i mezzi di comunicazione di massa o il cinema può benissimo collegarsi attraverso il digitale terrestre o Internet alle TV di altri paesi o guardare DVD in lingua originale . La BBC per esempio, offre già un servizio di sottotitoli in molte lingue incluso l’italiano. Inoltre, il doppiaggio è democratico: tutti devono capire la TV nazionale, dal bambino all’anziano. Infine, il doppiaggio garantisce più libertà di scelta. Perché privare gli italiani, che pagano la RAI col canone e le tasse, della possibilità di vedere i film nella propria lingua? In Italia, tra le altre cose, vi è un’ottima scuola di doppiaggio.

Paesi come la Germania sono riusciti a ottenere ottimi risultati in materia di insegnamento dell’inglese senza abolire il doppiaggio. Il segreto sta ovviamente nell’investimento nella scuola, mentre le risorse per la scuola in Italia sono state ridotte. La verità è che Tremonti vorrebbe utilizzare lo strumento televisivo per sopperire al calo di risorse investite nella scuola.