La Federazione Esperantista Italiana e l'associazione "Nitobe - per la democrazia e la giustizia linguistica" criticano la decisione del governo italiano di rinunciare agli interpreti verso l'italiano per una parte consistente delle riunioni del Consiglio dell'Unione europea, organo che riunisce i ministri degli stati membri. Si tratta di un che genera un risparmio molto modesto, ma che ha un costo molto più alto in termini di perdita di accessibilità al dibattito europeo e di efficacia dell'azione politica italiana. Altri paesi in crisi come la Spagna e la Francia non hanno tagliato sull'interpretazione.
Inoltre, il Ministro degli Esteri Terzi reca con questa politica un grave danno allo stato della lingua italiana, che sta subendo una progressiva ghettizzazione nell'UE ma anche all'interno di Italia e Svizzera. Da più parti cresce il malcontento contro la rassegnazione con cui si accetta l'imposizione del trilinguismo inglese/francese/tedesco, ad esempio da parte dei deputati europei della Lega Nord Oreste Rossi e Claudio Morganti.
La Federazione Esperantista Italiana e l'associazione Nitobe denunciano le scelte al ribasso della politica italiana. Una lingua è allo stesso tempo parte ed espressione di una cultura e di un popolo, e strumento per promuovere i legittimi interessi di quel popolo. Rinunciarvi non è un risparmio, ma uno spreco.