Il logo dell'Associazione Universale di Esperanto (UEA)

 A Rio de Janeiro è in svolgimento la Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile Rio +20, a cui partecipano non solo Capi di Stato e politici provenienti dai 193 Stati membri delle Nazioni Unite ma anche rappresentanti della società civile, tra cui le principali associazioni esperantiste. La manifestazione prende il nome dallo storico accordo, 20 anni fa, con il quale la comunità internazionale riuscì a trovare un accordo su un documento programmatico per lo sviluppo sostenibile, l'Agenda 21.

 

L'Associazione Universale di Esperanto (UEA), la sua sezione giovanile TEJO e l'Associazione Vegetariana Esperantista TEVA partecipano all'evento con tre presentazioni (ognuna di 30 minuti, rispettivamente a cura di Francisco Wechsler, Renata Ventura e Ursula Grattapaglia) sul tema "Proposte sostenibili concrete per un nuovo futuro". Per tutta la durata della manifestazione tutti i sei rappresentanti della UEA, accreditati presso le Nazioni Unite, partecipano alla conferenza e, contemporaneamente, altri attivisti dialogano nella "Cupola dei popoli" con i rappresentanti delle ONG sui temi dei diritti linguistici, un tema molto caro agli esperantisti. Alvaro Motta e Rafael Zerbetto, intanto, partecipano alla "BLAST Youth", la conferenza dei giovani. Il video da loro presentato, in lingua esperanto con sottotitoli in inglese, tratta della catastrofi naturali in Amazzonia.

L'Esperanto, è stato pensato come una seconda lingua per tutti, tale da non creare una casta di privilegiati 'madrelingue' ma, al contrario, per essere “un fondamento neutrale sul quale i diversi gruppi umani possano pacificamente e fraternamente mettersi in comunicazione”. Il suo ruolo come lingua ponte era già stato menzionato (punto 14) nel testo degli “Impegni Etici al Comportamento ed alla Condizione Ecologica Globale” approvati durante la Conferenza di Rio del 1992.